Il Partito Democratico di Trezzo sull'Adda, attraverso una serie di manifesti, annuncia alla cittadinanza come, il 18 dicembre scorso, il Sindaco di Trezzo, Danilo Villa, a capo della giunta PDL-Lega, abbia comunicato che il revisore unico del bilancio comunale, il commercialista in profumo leghista Dr. Stefano Aldovisi, si sia dimesso dal suo incarico.
Motivo delle dimissioni è la contestazione, da parte della magistratura, di truffa aggravata ai danni dello stato nell'indagine che vede coinvolto Umberto Bossi e sua famiglia, denominata "The Family".
Il Sindaco Villa, nell'aprile del 2012, ebbe già modo di esprimere chiaramente il suo parere circa l'operato di Umberto Bossi: "Ha dato talmente tanto a tutti noi che sarei prontissimo a capire e perdonare se anche si fosse tenuto qualcosa per se" (sic!).
Ringraziando il PD trezzese per la preziosa segnalazione, vorrei solo ricordare che il Sindaco Roberto Milanesi (PD), predecessore dell'attuale, dovrà rispondere di abuso d'ufficio e corruzione nell'ambito dell'operazione denominata "Venti per Cento". Le Fiamme Gialle hanno scoperto l'esistenza di un cartello politico-economico che, oltre a elargire 165mila euro per finalita' corruttive, ha permesso a politici locali di conseguire un ingiusto vantaggio di 11 milioni. L'attenzione degli investigatori si è concentrata su una serie di progetti di riqualificazione urbanistica, che miravano a trasformare terreni agricoli in terreni edificabili.
Per nascondere l'evidente conflitto tra gli interessi personali e quelli della pubblica amministrazione i soggetti coinvolti si avvalevano dello schermo di società fiduciarie. Sono state denunciate per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di abuso d'ufficio e corruzione, 10 persone, sette delle quali pubblici ufficiali.
Tra questi anche il vicesindaco (PRC) Luca Rodda, che acquistò, con giro sospetto, un appartamento nei giorni precedenti il voto sul piano industriale e l'assessore Tina Barzaghi (PD), accusata di aver avuto agevolazioni economiche per alcuni lavori di ristrutturazione della propria villetta.
La maggior parte degli imputati ha scelto la via del patteggiamento.
Come si dice: il bue che da del cornuto all'asino!
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giovedì 6 febbraio 2014
sabato 7 dicembre 2013
Salvini
Fine settimana di campagna elettorale nei partiti.
Nuovo segretario della Lega Nord è Matteo Salvini diventato segretario federale con l'82% dei consensi contro il vecchio leone, il senatur Bossi, fermo al 18%.
Al di là delle percentuali roboanti i numeri veri sono impietosi, dei 17.000 militanti aventi diritto, ha votato solo il 60%, poco più di 10.000 militanti.
8162 voti sono andati a Salvini, 1833 a Bossi.
Così a naso, ha quasi preso più voti la proposta per il rifacimento del tetto nel mio condominio.
Per la Lega è un ritorno alle origini, alcune delle linee programmatiche promosse da Salvini sono lotta all'Unione Europea, alleanze anche con i partiti nazionalisti, via i prefetti, referendum per abrogare "porcate", come la legge Fornero.
Ritorno alle origini sì, ma non esageriamo: "Leali con alleati in Regioni e Comuni".
Lega si, ma con un ocio a la cadrega...
Nuovo segretario della Lega Nord è Matteo Salvini diventato segretario federale con l'82% dei consensi contro il vecchio leone, il senatur Bossi, fermo al 18%.
Al di là delle percentuali roboanti i numeri veri sono impietosi, dei 17.000 militanti aventi diritto, ha votato solo il 60%, poco più di 10.000 militanti.
8162 voti sono andati a Salvini, 1833 a Bossi.
Così a naso, ha quasi preso più voti la proposta per il rifacimento del tetto nel mio condominio.
Per la Lega è un ritorno alle origini, alcune delle linee programmatiche promosse da Salvini sono lotta all'Unione Europea, alleanze anche con i partiti nazionalisti, via i prefetti, referendum per abrogare "porcate", come la legge Fornero.
Ritorno alle origini sì, ma non esageriamo: "Leali con alleati in Regioni e Comuni".
Lega si, ma con un ocio a la cadrega...
lunedì 29 aprile 2013
Mal d'Africa
Mal d'Africa è l'amore che unisce la Lega Nord al continente nero.
Mal d'Africa sono gli investimento del carroccio in Tanzania.
Mal d'Africa sono i 400 mila euro investiti in diamanti nigeriani.
Mal d'Africa sono i 5 kg di lingotti d'oro sudafricano che l'ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, ha fatto scomparire e poi riapparire come un prestigiatore.
Mal d'Africa è anche il porto tunisino di El Kantaoui dove un giornalista del Corriere della Sera afferma di aver trovato il mitico yacht da 2.5 milioni di euro di Riccardo Bossi, il figlio del Senatur.
Come riporta il Corriere della Sera, sembra che lo yacht "Sunseeker" modello "predator 72", denominato "Delta Stella", 21 metri, 45 tonnettate, tre cabine e tre bagni appartenga a Riccardo Bossi e sarebbe stato pagato con i soldi sottratti ai finanziamenti elettorali della Lega e che il giudice Gianfranco Crescione mette al centro dell'inchiesta sugli ultimi affari dell'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e del procacciatore d'affari Romolo Giradelli entrambi arrestati per associazione a delinquere il 24 aprile scorso.
Lo yacht immatricolato nel 2008 apparterrebbe alla società "Stella luxyry charter ltd" fondata nel 2007 in Inghilterra dove ha sede un patrimonio di beni di oltre un milione e 172mila sterline. Amministratore unico della società sarebbe Riccardo Bossi.
Come ricorda il cronista del Corriere è curioso pensare che dal porto tunisino di El Kantaoui, nei giorni caldi e pericolosi della primavera araba fuggirono quegli stessi natanti che esponenti della Lega Nord volevano «mitragliare» per impedire che raggiungessero le coste italiane.
Padania, mal d'Africa si, ma a casa loro.
Mal d'Africa sono gli investimento del carroccio in Tanzania.
Mal d'Africa sono i 400 mila euro investiti in diamanti nigeriani.
Mal d'Africa sono i 5 kg di lingotti d'oro sudafricano che l'ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, ha fatto scomparire e poi riapparire come un prestigiatore.
Mal d'Africa è anche il porto tunisino di El Kantaoui dove un giornalista del Corriere della Sera afferma di aver trovato il mitico yacht da 2.5 milioni di euro di Riccardo Bossi, il figlio del Senatur.
Come riporta il Corriere della Sera, sembra che lo yacht "Sunseeker" modello "predator 72", denominato "Delta Stella", 21 metri, 45 tonnettate, tre cabine e tre bagni appartenga a Riccardo Bossi e sarebbe stato pagato con i soldi sottratti ai finanziamenti elettorali della Lega e che il giudice Gianfranco Crescione mette al centro dell'inchiesta sugli ultimi affari dell'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e del procacciatore d'affari Romolo Giradelli entrambi arrestati per associazione a delinquere il 24 aprile scorso.
Lo yacht immatricolato nel 2008 apparterrebbe alla società "Stella luxyry charter ltd" fondata nel 2007 in Inghilterra dove ha sede un patrimonio di beni di oltre un milione e 172mila sterline. Amministratore unico della società sarebbe Riccardo Bossi.
Come ricorda il cronista del Corriere è curioso pensare che dal porto tunisino di El Kantaoui, nei giorni caldi e pericolosi della primavera araba fuggirono quegli stessi natanti che esponenti della Lega Nord volevano «mitragliare» per impedire che raggiungessero le coste italiane.
Padania, mal d'Africa si, ma a casa loro.
giovedì 21 febbraio 2013
Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio
Ultimi scampoli di campagna elettorale: la
paura fa 90!
Appena accendi un televisore dall'altra
parte del video c'è qualcuno che vomita un insulto, una bestemmia o un ingiuria
contro Beppe Grillo.
L'ansia dei politici, più delle proiezioni
dei sondaggi, fanno capire quanto il Movimento 5 Stelle stia
raccogliendo.
Il clima generale è quello della svendita
per cessata attività.
Berlusconi non solo promette di restituire
l'IMU ma, da bravo scolaretto, si porta avanti coi compiti, ed invia ai cittadini
il modulo per il rimborso. Bossi, che in famiglia ne annovera parecchi, parla di colpo di
genio.
La sinistra, come sempre, strizza un po' l'occhio
alla "sfiga" e Bersani, per non sentirsi da meno, promette l'abolizione del ticket
per le visite medico specialistiche.
Rigor Montis s'inventa di sana pianta, che il cancelliere tedesco
non gradirebbe un governo di sinistra e Standard & Poor’s minaccia l'Italia
con oscuri presagi di recessione.
Domenica andrò al seggio con una collana d'aglio, un ferro di cavallo in
tasca, titillandomi selvaggiamente gli zebedei!
lunedì 13 agosto 2012
Alessandro Manzoni
Diciamocelo con sincerità: la cultura non è mai stato un punto forte della Lega Nord.
Non sorprende quindi che, soprattutto nell'ultimo periodo, il senatur Bossi, nell'attacco indiscriminato contro qualsiasi aspetto riguardante l'unità nazionale se la prenda anche con Alessandro Manzoni.
Lo scorso 5 agosto, alla festa della Lega di Corgeno, frazione di Vergiate (VA), l'Umbertone ha dedicato quasi tutto il discorso a parlare della storia italiana, partendo da Annibale per arrivare a Cavour, ma gli accenni più velenosi sono stati tutti dedicati al poeta milanese: "Siccome per fare una nazione serviva una lingua il Re trovò un grande traditore, una canaglia, cioè Alessandro Manzoni [...] Per questo motivo si studia a scuola non perché è una grande opera, visto che è un mattone, ma perché era scritto nella lingua italiana".
Una recente e innovativa interpretazione storico letteraria, senza dubbio.
“Anche noi dobbiamo pensare al futuro, e guardare lungo” ha continuato il Senatur spiegando lo spirito che anima la prossima pubblicazione del “Dizionario della lingua Padana” presto disponibile in edicola allegato a “La Padania”.
La kermesse si chiude sull'aria del "Va pensiero". Storpiato e stonato come di rito.
Spigolature:
Il 22 maggio 1874, nel primo anniversario della morte della "canaglia" Manzoni, Giuseppe Verdi, il compositore del "Va pensiero", diresse personalmente nella chiesa di San Marco di Milano la Messa di requiem, composta per onorarne la memoria.
mercoledì 11 aprile 2012
Cordoglio Padano
Un grande "must" degli ospiti di Aria Pulita è: "...buttare il bambino con l'acqua sporca"
Non passa mattina che non si senta quest'adagio. Dev'essere una questione di moda. Qualche anno fa andava molto la "copertina corta"
Ieri sera sentendo l'Umberto parlare dei figli, credo che, se avesse potuto sceglire, probabilmente avrebbe tenuto l'acqua sporca.
domenica 8 aprile 2012
Settimana di passione
Quest'anno il calendario liturgico della Settimana Santa è stato particolarmente aderente alle vicessitudini della famiglia Bossi e più in generale della Lega Nord.
Le celebrazioni cominciano martedì scorso, il due aprile, quando il figlio del Senatür, il piccolo Roberto Libertà, viene condannato per aver insultato e colpito a Laveno Mombello con gavettoni pieni di candeggina un militante di Rifondazione Comunista. I fatti risalgono alla Campagna elettorale del 2010, quando Roberto Libertà Bossi aveva 19 anni.
Ma è solo l'acquazzone iniziale.
A grandinare davvero inizia mercoledì quando cominciano a trapelare le indiscrezioni della magistratura sul tesoriere nazionale della Lega Nord: Francesco Belsito.
Nel marzo scorso, attraverso un'operazione congiunta tra le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria in un'inchiesta sui finanziamenti della Lega, Belsito viene indagato per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, proprio in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega percepisce come rimborsi elettorali, e che sarebbero stati utilizzati dalla famiglia Bossi. Belsito, mercoledì, rassegna le dimissioni da tesoriere della Lega. Ma lo tsunami ormai è inarrestabile.
Giovedì c'è una perquisizione della magistratura nella sede Milanese della Lega di via Bellerio.
Le notizie che si susseguono sono inquietanti: gli investimenti della Lega in Tanzania sarebbero solo la punta dell'iceberg.
Si parla di riciclaggio di fondi neri, viaggi, alberghi e cene pagate sia ai figli di Umberto Bossi che all'ex vicepresidente del Senato e segretario generale del Sindacato padano, Rosy Mauro, con i soldi ottenuti per i rimborsi elettorali.
Non solo: parte dei fondi sarebbero serviti a pagare i lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio di Umberto Bossi. Francesco Belsito secondo gli accertamenti degli investigatori, avrebbe utilizzato le somme per pagare soggiorni e cene ai figli del leader della Lega Nord e Rosy Mauro. Addirittura per comperare la laurea al "trota", alla stessa Mauro e al fidanzato di lei.
Belsito, da quanto si è appreso, avrebbe avuto comportamenti illeciti anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi, e sarebbe indagato anche per riciclaggio, nell'ambito del filone reggino dell'inchiesta. Secondo l'accusa, sarebbe stato legato a un intermediario ligure che a sua volta era in stretto contatto con esponenti della cosca della 'ndrangheta De Stefano di Reggio, la più potente della città insieme a quella dei Condello.
La vicenda ha scombussolato l'intero partito ed infatti il giovedì santo, siamo all'ultima Cena: il Senatür si è dimette da segretario federale, incarico che ricopriva dal 1989.
La situazione è pesantissima comincia il venerdì di passione.
Mi ritornano in mente le parole del Presidente del consiglio Regionale della Lombardia, l'inquisito leghista Davide Boni: "Un militante della lega ladro, più che della magistratura deve aver paura di Umberto Bossi!"
L'uomo ladro non lo fa più l'occasione, dev'essere la paura.
venerdì 6 aprile 2012
Coscienza padana
"Ha dato talmente tanto a tutti noi, che sarei prontissimo a capire e perdonare se anche si fosse tenuto qualcosa per sè..."
E' il commento a caldo del sindaco di Trezzo sull'Adda, il leghista Danilo Villa, di fronte alle dichiarazione di dimissioni del senatur Bossi a causa della tangentopoli che ha coinvolto la Lega Nord.
"La Lega è Bossi, senza di lui non esisterebbe una coscienza padana"
Coscienzoso...
E' il commento a caldo del sindaco di Trezzo sull'Adda, il leghista Danilo Villa, di fronte alle dichiarazione di dimissioni del senatur Bossi a causa della tangentopoli che ha coinvolto la Lega Nord.
"La Lega è Bossi, senza di lui non esisterebbe una coscienza padana"
Coscienzoso...
martedì 6 marzo 2012
Teste di legno
L'umbertone ieri ha espettorato di nuovo.
Ormai, è a cadenza trimestrale, come il pagamento dell'IVA.
La nuova tornata di muco travolge l'attuale premier: "Monti rischia la vita, il Nord lo farà fuori", ma non risparmia neanche quello precedente: "Uno gratta e l'altro tiene il palo".
L'imbarazzo nella dirigenza leghista è palpabile, sembra quello che coinvolgeva l'entourage di Berlusconi dell'ultimo periodo.
Immancabile la smentita: la colpa sarebbe sempre di quelle "teste di legno" dei giornalisti che travisano.
Per dirla alla padana, quando il tacon è pezo del buso.
Più che il cerchio magico servirebbe la camicia di contenzione.
Ormai, è a cadenza trimestrale, come il pagamento dell'IVA.
La nuova tornata di muco travolge l'attuale premier: "Monti rischia la vita, il Nord lo farà fuori", ma non risparmia neanche quello precedente: "Uno gratta e l'altro tiene il palo".
L'imbarazzo nella dirigenza leghista è palpabile, sembra quello che coinvolgeva l'entourage di Berlusconi dell'ultimo periodo.
Immancabile la smentita: la colpa sarebbe sempre di quelle "teste di legno" dei giornalisti che travisano.
Per dirla alla padana, quando il tacon è pezo del buso.
Più che il cerchio magico servirebbe la camicia di contenzione.
giovedì 1 marzo 2012
Pecorella, pecorella...
Mentre la Val di Susa brucia, i media si concentrano sulle vacanze alle Seychelles dei naufraghi della "Costa Allegra".
La politica è distratta per antonomasia.
Ieri s'è ridestato dal suo atavico torpore il paladino del nord Umberto Bossi, parlando a favore dell'Alta Velocità.
Padroni a casa nostra, con la condizionale.
Encomio solenne per il carabiniere sardo definito "pecorella" dal manifestante.
Nessuno s'è accorto che la mancata reazione non è frutto di "self control" ma d'incomprensione linguistica.
domenica 20 novembre 2011
La tragedia di un partito ridicolo
In questi anni abbiamo assistito molte volte alle squallide pagliacciate della politica italiana, ben stigmatizzate dai sorrisetti di Sarkozy e della Merkel.
L'ultima, solo in ordine di tempo, è la convocazione, il 4 dicembre prossimo, del Parlamento del Nord.
Sede del riaperto Parlamento del Nord è Villa Bonin Maistrello a Vicenza.
Villa Bonin, recentemente restaurata, è adibita alla “conservazione di prodotti d’eccellenza enogastronomica”, e ospita convegni, mostre, ricorrenze, battesimi e cene aziendali.
Proprio per la «cena aziendale di un’importante ditta vicentina» il 3 e 4 dicembre la sede del Parlamento Padano è indisponibile.
Sembra una gag, ma la situazione è politicamente imbarazzante.
I lavori del rinnovato Parlamento padano rischiano di saltare.
Mario Maistrello, il proprietario della villa ha scoperto dai giornali che la Lega fa la secessione a casa sua. Senza avvertirlo. Sicché, per bloccare le orde di leghisti verso l’avita dimora, ricorre agli avvocati.
Diffida formale, via raccomandata con ricevuta di ritorno: «Col mio legale abbiamo diffidato direttamente il signor Bossi, che io conosco bene, non solo dal venire, ma dall’usare in modo inopportuno il nome di Villa Bonin. Si è dimenticato di prenotare, e da qui a Natale noi siamo pieni. Una telefonata questi signori potevano anche farla...»
La secessiùn per l’indipendenza padana rimandata causa: "cena aziendale".
Una volta ogni tanto è la politica a non mangiare.
La prossima volta, forse, sarà meglio prenotare.
L'ultima, solo in ordine di tempo, è la convocazione, il 4 dicembre prossimo, del Parlamento del Nord.
Sede del riaperto Parlamento del Nord è Villa Bonin Maistrello a Vicenza.
Villa Bonin, recentemente restaurata, è adibita alla “conservazione di prodotti d’eccellenza enogastronomica”, e ospita convegni, mostre, ricorrenze, battesimi e cene aziendali.
Proprio per la «cena aziendale di un’importante ditta vicentina» il 3 e 4 dicembre la sede del Parlamento Padano è indisponibile.
Sembra una gag, ma la situazione è politicamente imbarazzante.
I lavori del rinnovato Parlamento padano rischiano di saltare.
Mario Maistrello, il proprietario della villa ha scoperto dai giornali che la Lega fa la secessione a casa sua. Senza avvertirlo. Sicché, per bloccare le orde di leghisti verso l’avita dimora, ricorre agli avvocati.
Diffida formale, via raccomandata con ricevuta di ritorno: «Col mio legale abbiamo diffidato direttamente il signor Bossi, che io conosco bene, non solo dal venire, ma dall’usare in modo inopportuno il nome di Villa Bonin. Si è dimenticato di prenotare, e da qui a Natale noi siamo pieni. Una telefonata questi signori potevano anche farla...»
La secessiùn per l’indipendenza padana rimandata causa: "cena aziendale".
Una volta ogni tanto è la politica a non mangiare.
La prossima volta, forse, sarà meglio prenotare.
giovedì 29 settembre 2011
Grilli per la testa
Lo ammetto, a livello finanziario stento a riconoscere anche il direttore della mia banca, figuriamoci i due papabili al posto di direttore della Banca d'Italia: Vittorio Grilli o Fabrizio Saccomanni.
Mi consolo, sono in ottima compagnia.
Uno che ne capisce quanto me è certamente il Senatùr Bossi.
Tra tutte le motivazioni che potevano spingere a sponsorizzare Vittorio Grilli ha scelto la più ridicola: è milanese.
Per il "lider" della Lega la latitudine fa curriculum, la meritocrazia è difficile anche da sillabare figuriamoci da applicare.
A vedere i precedenti, Crediteuronord, Unicredit e BPM, non si può certo dire che Bossi ne abbia mai azzeccata una sulla governance bancaria.
Un imbarazzato Vittorio Grilli, ringrazia per la fiducia, ma qualcuno giura che l'ha visto toccarsi ripetutamente il cavallo dei pantaloni.
venerdì 26 agosto 2011
Lavorare per essere pagati è umiliante. Meglio rubare: c'è più emozione!
Estate da dimenticare per "il canottiera".
La settimana scorsa le contestazioni in Cadore gli fanno interrompere le vacanze.
Mercoledì di questa settimana si rompe un gomito, c'è chi dice, cadendo dal letto e ieri Calderoli al Meeting di CL a Rimini ha affermmato che «bisogna andare ad interessarsi delle pensioni di chi non ha mai lavorato».
Qualcuno gli fa notare che il "senatùr" non ha mai lavorato un giorno in vita sua il Ministro della Semplificazione si è subito corretto chiarendo che si stava riferendo alle «pensioni di reversibilità» e «alle indennità d'accompagnamenti che vengono date indistintamente a tutti senza limiti legati al reddito».
Qualched'un altro gli fa notare l'ennesima gaffe.
Il dentista è alla disperazione. Si gioca il tutto per tutto provando ad estrarre il jolly:«Una tassa sull’evasione!».
Il dispositivo prevederebbe «una detrazione per le imposte già pagate con Irpef, Ires o altro - spiega Calderoli - Chi ha già pagato il contributo sul patrimonio non paga niente; ma chi ha pagato la tassa sul possesso ora paga le altre tasse».
Ehh??
Boh!
La settimana scorsa le contestazioni in Cadore gli fanno interrompere le vacanze.
Mercoledì di questa settimana si rompe un gomito, c'è chi dice, cadendo dal letto e ieri Calderoli al Meeting di CL a Rimini ha affermmato che «bisogna andare ad interessarsi delle pensioni di chi non ha mai lavorato».
Qualcuno gli fa notare che il "senatùr" non ha mai lavorato un giorno in vita sua il Ministro della Semplificazione si è subito corretto chiarendo che si stava riferendo alle «pensioni di reversibilità» e «alle indennità d'accompagnamenti che vengono date indistintamente a tutti senza limiti legati al reddito».
Qualched'un altro gli fa notare l'ennesima gaffe.
Il dentista è alla disperazione. Si gioca il tutto per tutto provando ad estrarre il jolly:«Una tassa sull’evasione!».
Il dispositivo prevederebbe «una detrazione per le imposte già pagate con Irpef, Ires o altro - spiega Calderoli - Chi ha già pagato il contributo sul patrimonio non paga niente; ma chi ha pagato la tassa sul possesso ora paga le altre tasse».
Ehh??
Boh!
domenica 21 agosto 2011
Il ritorno de "il Canottiera"
Non ho mai ben capito perché il "Bèrghem Fest" lo organizzino ad Alzano Lombardo.
E' come se si tenesse una "Fest de Milan" a Trucazzano. Dettagli.
Comunque sia, ieri sera "il Canottiera" è riapparso in territorio più amico, dopo la presunta fuga dal Cadore, e, a modo suo, ha ricostruito la vicenda.
Sembra che le contestazioni e la successiva fuga, siano una mera invenzione giornalistica dei "cornuti" del Corriere e degli "inventa balle" della Repubblica.
"Ho detto a Tremonti: non conviene star qui assieme ai giornalisti che rompono le palle ogni secondo. - ha affermato il senatùr - Se dobbiamo far le ferie, facciamone un po', che dopo non abbiamo più spazio."
Segue la solita medaglietta sulla Lega salva-pensioni e uno "stronzo" a Pierferdy Casini.
Poveraccio, uno che con un cognome così non avrebbe bisogno di ulteriori epiteti.
E' come se si tenesse una "Fest de Milan" a Trucazzano. Dettagli.
Comunque sia, ieri sera "il Canottiera" è riapparso in territorio più amico, dopo la presunta fuga dal Cadore, e, a modo suo, ha ricostruito la vicenda.
Sembra che le contestazioni e la successiva fuga, siano una mera invenzione giornalistica dei "cornuti" del Corriere e degli "inventa balle" della Repubblica.
"Ho detto a Tremonti: non conviene star qui assieme ai giornalisti che rompono le palle ogni secondo. - ha affermato il senatùr - Se dobbiamo far le ferie, facciamone un po', che dopo non abbiamo più spazio."
Segue la solita medaglietta sulla Lega salva-pensioni e uno "stronzo" a Pierferdy Casini.
Poveraccio, uno che con un cognome così non avrebbe bisogno di ulteriori epiteti.
sabato 20 agosto 2011
Il "canottiera"
Momenti difficili, giovedì scorso, per il "canottiera" in vacanza in Cadore.
La contestazione popolare arriva all'apice durante la cena di compleanno del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, alla presenza anche del ministro della semplificazione, il dentista Roberto Calderoli.
I ministri, scrutati dalle telecamere, e schermati dalle guardie del corpo non hanno rilasciato dichiarazioni ai giornalisti che li attendevano in strada. Puntuali sono invece arrivate le contestazioni di alcuni passanti: «Cialtroni, andate a casa», si è sentito urlare da un'auto in corsa.
La giornata non era cominciata meglio: il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, eletto in una lista civica del Pdl, piazza di fronte alle finestre dei padani uno striscione che chiede «Lasciateci scegliere», per chiedere il ritorno del voto di preferenza. E poi c'è il presidente della Federalberghi bellunese, Gildo Trevisan, che domanda «Non solo tagli, ma anche sviluppo». Ma il gruppo senz' altro più numeroso è quello organizzato dall' ex presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon: un gran lenzuolo con la scritta «Bossi e Calderoli non siete i benvenuti!» e una serie di cartelli, da «lavoro cancellato» a «dignità cancellata». A loro si uniscono gli «autonomisti», che vogliono una nuova Regione Dolomiti che fonda le Province di Trento, Bolzano e Belluno. Bossi non li riceve.
Ai ministri tocca vivere blindati
Nella notte, subito dopo la cena, il Senatùr salda il conto e lascia l'albergo con un giorno d'anticipo.
Un passettino avanti, rispetto alla prima repubblica, quando i ministri lasciavano gli alberghi senza pagare il conto, ma il tintinnare delle monetine risuona ancora nell'aria...
La contestazione popolare arriva all'apice durante la cena di compleanno del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, alla presenza anche del ministro della semplificazione, il dentista Roberto Calderoli.
I ministri, scrutati dalle telecamere, e schermati dalle guardie del corpo non hanno rilasciato dichiarazioni ai giornalisti che li attendevano in strada. Puntuali sono invece arrivate le contestazioni di alcuni passanti: «Cialtroni, andate a casa», si è sentito urlare da un'auto in corsa.
La giornata non era cominciata meglio: il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, eletto in una lista civica del Pdl, piazza di fronte alle finestre dei padani uno striscione che chiede «Lasciateci scegliere», per chiedere il ritorno del voto di preferenza. E poi c'è il presidente della Federalberghi bellunese, Gildo Trevisan, che domanda «Non solo tagli, ma anche sviluppo». Ma il gruppo senz' altro più numeroso è quello organizzato dall' ex presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon: un gran lenzuolo con la scritta «Bossi e Calderoli non siete i benvenuti!» e una serie di cartelli, da «lavoro cancellato» a «dignità cancellata». A loro si uniscono gli «autonomisti», che vogliono una nuova Regione Dolomiti che fonda le Province di Trento, Bolzano e Belluno. Bossi non li riceve.
Ai ministri tocca vivere blindati
Nella notte, subito dopo la cena, il Senatùr salda il conto e lascia l'albergo con un giorno d'anticipo.
Un passettino avanti, rispetto alla prima repubblica, quando i ministri lasciavano gli alberghi senza pagare il conto, ma il tintinnare delle monetine risuona ancora nell'aria...
martedì 16 agosto 2011
Ferragosto italiano
Gli appassionati della politica "ruspante" sanno che, nel mese d'agosto da Ponte di Legno, il Senatur offre uno specchio di "italianità" irrinunciabile analogo forse, solo al miglior Alberto Sordi.
E' così che ieri, tra un "Padania Padania" e l'annuncio di una "grande sorpresa, cioè il TFR in busta paga", ecco Bossi, piegare come è riuscito "a salvare le pensioni".
Pensando "di non farcela", s'è rivolto al collega Renato Brunetta, che pare avesse appena ricevuto una telefonata da Bankitalia durante il Consiglio dei Ministri, dicendogli: "Nano di Venezia, non rompere i coglioni!".
Tuttavia l'Umberto spiega anche che "bisognava fare un po' di tagli altrimenti l'Europa stavolta ci uccideva", ma questa crisi "è stato un segnale inequivocabile che è arrivata la fine dell'Italia, questa è la verità".
Umberto Bossi ammette che anche tra i leghisti c'è chi "ragiona come i terroni", pensando "che lo Stato debba dare qualcosa".
Chissà, forse, sviati da quella leggenda che vorrebbe servizi in cambio di tasse, ma Bossi ha un'altra idea, spiegando: "Lo Stato non ci deve dare niente, è sufficiente che ci dia la libertà e poi ce la facciamo con le nostre capacità".
La Padania è pronta "ad arrivare", anche se "il Paese sta cambiando".
L'Italia avrebbe sbagliato ad adottare l'euro, perché con una "moneta forte penso che forse la Padania ce la può fare ma non il Sud. La Padania sarebbe la soluzione migliore, se ci fosse non ci sarebbe il problema".
"Pronto, pronto in chi parla?"
"Pronto, Mario Pio?"
"Sì, Mario Pio. Pronto in chi parla? Con chi parlo io?"
lunedì 20 giugno 2011
Il gufo impagliato [ovvero: Nietzsche che dice? Boh...]
Ma domenica il Senatür, sul verde pratone di Pontida cos'ha detto?
Boh?!
Attento a non irritare nessuno, neanche se stesso, il fiero leone tronfio di carisma, s'è trasformato in un gufo impagliato, in un diplomatico alchimista di democristiana memoria.
Un ossimoro vivente: la carezza nel pugno, la minaccia tranquillizante, l'opposizione di governo
La lega potrebbe ritirare il sostegno al governo, ma solo se non verranno prese in considerazione le sue richieste "in tempi certi".
Tremonti potrebbe non avere più i voti dei parlamentari leghisti, ma solo se non si sbloccano i miliardi per le amministrazioni locali.
Se non piove ci sarà il sole, ma a patto che non bruci troppo.
Qualche leghista è crollato a terra e ricoverato al vicino ospedale di Ponte San Pietro in uno stato narcolettico.
Neanche lo stracotto refrain leghista sulle quote latte, il "mangiare padano", le sedi ministeriali al Nord, gli immigrati criminali, riescono a ridestarlo dal sonno.
Un po' di sano fatalismo è d'obbligo: "Questo è un momento favorevole alla sinistra - dice Bossi - E' quasi fatale che ogni 15 anni c'è un vento nuovo".
Il popolo verde rimasto sveglio, fischia o plaude i passaggi migliori, ma il coro "Silvio hai rotto i coglioni" è quello che resta nell'aria, anche dopo la fine della kermesse.
mercoledì 6 aprile 2011
Idraulici
La lega sta facendo esercizi di idraulica.
Maroni chiude i rubinetti e il senatur svuota la vasca.
Angelo Ciocca (Lega Nord), questa mattina parla dei cessi per gli extracomunitari di Lampedusa e in questo modo cerca di riempire il bacino di voti.
I prezzi sono quelli tipici dei tubisti chiamati in urgenza: salati come il fuoco!
Chi paga sono sempre i soliti, noi.
I soliti idioti.
Maroni chiude i rubinetti e il senatur svuota la vasca.
Angelo Ciocca (Lega Nord), questa mattina parla dei cessi per gli extracomunitari di Lampedusa e in questo modo cerca di riempire il bacino di voti.
I prezzi sono quelli tipici dei tubisti chiamati in urgenza: salati come il fuoco!
Chi paga sono sempre i soliti, noi.
I soliti idioti.
domenica 20 marzo 2011
Show must go on
Diciamocelo francamente tra noi, l'Italia non è il paese della coerenza.
I nostri alleati militari ci vivono sempre con un po' di sospetto. Lo sanno bene austriaci, francesi e tedeschi, per parlare solo dell'ultimo secolo.
Da ieri ne sa qualcosa anche Gheddafi.
Coccolato, riverito, baciato e portato a puttane meno di un anno fa, oggi bombardato dalla nostra aviazione.
Oltre alla dignità, ci manca anche il coraggio.
Mister B. s'è premurato di farci sapere che i missili libici non possono raggiungere l'Italia. Avessero potuto, forse, saremmo stati molto più cauti.
Dopo le dichiarazioni del premier, gli abitanti di Lampedusa, si sentono molto più tranquilli e hanno ricominciato con più slancio il respingimento dei profughi.
A livello di governo l'unica voce fuori dal coro è quella del Senatur che invita ad una posizione cauta di non partecipazione diretta: "Loro (i francesi, ndr.) bombardano e si prendono il petrolio e da noi arrivano milioni di immigrati. Il mondo è pieno di famosi democratici, che sono abilissimi a fare i loro interessi, mentre noi siamo abilissimi a prenderla in quel posto"
Ci lasciassero il petrolio e si prendessero i profughi potremmo ripensarci.
I nostri alleati militari ci vivono sempre con un po' di sospetto. Lo sanno bene austriaci, francesi e tedeschi, per parlare solo dell'ultimo secolo.
Da ieri ne sa qualcosa anche Gheddafi.
Coccolato, riverito, baciato e portato a puttane meno di un anno fa, oggi bombardato dalla nostra aviazione.
Oltre alla dignità, ci manca anche il coraggio.
Mister B. s'è premurato di farci sapere che i missili libici non possono raggiungere l'Italia. Avessero potuto, forse, saremmo stati molto più cauti.
Dopo le dichiarazioni del premier, gli abitanti di Lampedusa, si sentono molto più tranquilli e hanno ricominciato con più slancio il respingimento dei profughi.
A livello di governo l'unica voce fuori dal coro è quella del Senatur che invita ad una posizione cauta di non partecipazione diretta: "Loro (i francesi, ndr.) bombardano e si prendono il petrolio e da noi arrivano milioni di immigrati. Il mondo è pieno di famosi democratici, che sono abilissimi a fare i loro interessi, mentre noi siamo abilissimi a prenderla in quel posto"
Ci lasciassero il petrolio e si prendessero i profughi potremmo ripensarci.
venerdì 21 gennaio 2011
Anatema morale
Anche la Santa Sede rompe il silenzio sul caso Ruby.
E quando mai il Vaticano non perde occasione per "ficcanasare" nella politica italiana?
E lo fa al massimo livello.
Il segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone, sollecita senza mezzi termini «moralità e legalità [...] di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana».
Richiesta ineccepibile, analoga all'invito che potrebbe fare Hannibal Lecter a mangiare meno carne e più verdura, o quello, meno fantasioso di Giocanardi che, il novembre scorso, avrebbe voluto far inaugurare il Forum della Famiglia a Mister B.
La chiesa cattolica, i cui esponenti sono inquisiti in tutto il mondo per gli scandali pedofilia, trova un'unica voce politica fuori da coro, quella di Umberto Bossi che stigmatizza le parole di Bertone, poi memore del federalismo in bilico, prontissimo si genuflette: «Bertone? E' una persona che stimo molto!».
E quando mai il Vaticano non perde occasione per "ficcanasare" nella politica italiana?
E lo fa al massimo livello.
Il segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone, sollecita senza mezzi termini «moralità e legalità [...] di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana».
Richiesta ineccepibile, analoga all'invito che potrebbe fare Hannibal Lecter a mangiare meno carne e più verdura, o quello, meno fantasioso di Giocanardi che, il novembre scorso, avrebbe voluto far inaugurare il Forum della Famiglia a Mister B.
La chiesa cattolica, i cui esponenti sono inquisiti in tutto il mondo per gli scandali pedofilia, trova un'unica voce politica fuori da coro, quella di Umberto Bossi che stigmatizza le parole di Bertone, poi memore del federalismo in bilico, prontissimo si genuflette: «Bertone? E' una persona che stimo molto!».
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