L'ondata di caldo eccezionale avvertita dalla popolazione, era in palese controtendenza con le temperatura effettiva riportata sul termometro.
Orde di specialisti ci spiegarono la differenza tra la temperature reali e quello che noi sentivamo sulla pelle.
In un mondo sempre meno analogico e sempre più digitale, il virtuale cominciava a prendersi il suo spazio.
Negli anni successivi la storia della percezione ha toccato i più svariati ambiti del vissuto.
La crisi economica è solo "percepita" non tangibile, i prezzi e le tasse che aumentano, di fatto sono solo una sensazione e non hanno nulla di reale.
"Percepito" è altre sì il problema dell'immigrazione: non siamo noi ad essere razzisti solo loro a non essere italiani.
Anche la politica è solo "percepita" come una schifezza. Il politico ladro è virtuale, quello che alla fine sparisce veramente è il portafoglio.
All'universo della "percezione" non sfugge neanche la sicurezza.
A questo proposito, "La Città di Trezzo sull'Adda", il patinato periodico dell'Amministrazione Comunale in distribuzione in questi giorni nelle caselle di posta, a pagina 6, ci informa come la nostra città oltre ad essere presidiata, quattro ore al giorno, dall'agente di quartiere è video sorvegliata h24 da 14 telecamere più 3 impianti di monitoraggio delle targhe automobilistiche ai varchi di accesso al centro abitato.
La sensazione di vivere tra l'orwelliano "Grande Fratello" e Matrix, se da un lato mi rassicura, dall'altro mi inquieta non poco.
Sapere che l'occhio vigile del virtual-terminator comunale sorveglia, in ogni momento, ogni mio passo mi tranquillizza parecchio.
Sarei meno sereno se pensassi che l'occhio digitale osservasse solo i cittadini onesti e non le canaglie vere.
Alla fine dello scorso mese di febbraio nella mia abitazione è stato commesso un furto.
Tre delinquenti, probabilmente rumeni, hanno parcheggiato la loro auto sotto casa mia. Due si sono arrampicati sul tubo del gas e dopo aver scassinato la porta del mio balcone si sono introdotti in casa saccheggiandola.
Le informazioni, abbastanza dettagliate, sul tipo di auto e sulla dinamica dell'evento sono state raccolte dagli occhi dei vicini, non dalle telecamere, che, come pubblicizzato sul giornalino locale, dovrebbero servire "per gli accertamenti e per le indagini di Polizia Giudiziaria".
I Carabinieri della Stazione di Trezzo ai quali ho sporto denuncia, non mi hanno fatto nessun cenno al sistema.
Le 17 telecamere disseminate per la città non sono riuscite a rilevare neanche il numero della targa dell'auto.
Sarò colpa del numero 17.
Come si dice: la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo!
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