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sabato 12 aprile 2014

Sicurezza percepita

La storia della "percezione" è cominciata nell'estate del 2006.
L'ondata di caldo eccezionale avvertita dalla popolazione, era in palese controtendenza con le temperatura effettiva riportata sul termometro.
Orde di specialisti ci spiegarono la differenza tra la temperature reali e quello che noi sentivamo sulla pelle.
In un mondo sempre meno analogico e sempre più digitale, il virtuale cominciava a prendersi il suo spazio. 
Negli anni successivi la storia della percezione ha toccato i più svariati ambiti del vissuto.
La crisi economica è solo "percepita" non tangibile, i prezzi e le tasse che aumentano, di fatto sono solo una sensazione e non hanno nulla di reale.
"Percepito" è altre sì il problema dell'immigrazione: non siamo noi ad essere razzisti solo loro a non essere italiani. 
Anche la politica è solo "percepita" come una schifezza. Il politico ladro è virtuale, quello che alla fine sparisce veramente è il portafoglio.
All'universo della "percezione" non sfugge neanche la sicurezza.
A questo proposito, "La Città di Trezzo sull'Adda", il patinato periodico dell'Amministrazione Comunale in distribuzione in questi giorni nelle caselle di posta, a pagina 6, ci informa come la nostra città oltre ad essere presidiata, quattro ore al giorno, dall'agente di quartiere è video sorvegliata h24 da 14 telecamere più 3 impianti di monitoraggio delle targhe automobilistiche ai varchi di accesso al centro abitato.
La sensazione di vivere tra l'orwelliano "Grande Fratello" e Matrix, se da un lato mi rassicura, dall'altro mi inquieta non poco.
Sapere che l'occhio vigile del virtual-terminator comunale sorveglia, in ogni momento, ogni mio passo mi tranquillizza parecchio.
Sarei meno sereno se pensassi che l'occhio digitale osservasse solo i cittadini onesti e non le canaglie vere.
Alla fine dello scorso mese di febbraio nella mia abitazione è stato commesso un furto.
Tre delinquenti, probabilmente rumeni, hanno parcheggiato la loro auto sotto casa mia. Due si sono arrampicati sul tubo del gas e dopo aver scassinato la porta del mio balcone si sono introdotti in casa saccheggiandola.
Le informazioni, abbastanza dettagliate, sul tipo di auto e sulla dinamica dell'evento sono state raccolte dagli occhi dei vicini, non dalle telecamere, che, come pubblicizzato sul giornalino locale, dovrebbero servire "per gli accertamenti e per le indagini di Polizia Giudiziaria".
I Carabinieri della Stazione di Trezzo ai quali ho sporto denuncia, non mi hanno fatto nessun cenno al sistema.
Le 17 telecamere disseminate per la città non sono riuscite a rilevare neanche il numero della targa dell'auto.
Sarò colpa del numero 17.

Come si dice: la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo! 

lunedì 31 marzo 2014

L'editto di Costantino

"In cammino", il giornalino della Parrocchia di Trezzo, in questi giorni in distribuzione nelle caselle di posta, annegato tra le pubblicità di ipermercati e bricocenter, riporta, come nello scorso mese di ottobre, in occasione della festa patronale, sia stato inaugurato un cippo commemorativo a ricordo dei 1700 anni dell'Editto di Costantino.
Non sarò mai abbastanza grato alla Comunità Pastorale di San Gaetano per avermi aiutato a ricordare che Flavio Valerio Aurelio Costantino fu probabilmente uno dei più grandi "bluff" della storia.
Chi non ricorda la leggenda secondo la quale, durante la guerra civile combattuta con Massenzio nel 312, all'imperatore sarebbe apparsa la croce sovrastata dalla scritta "In hoc signo vinces" che l'avrebbe avvicinato al cristianesimo.
Gli storici, primo tra tutti il cristianissimo Lattanzio, sono più propensi a pensare che se proprio croce ci fu, questa non apparve in cielo ma dipinta sugli scudi o sugli elmi dei soldati, per impedire ai combattenti delle due fazioni, vestiti con le stesse armature, di massacrare un compagno e non un avversario.
Anche intorno all'Editto di Milano, quello che oggi abbiamo "cippato" sotto la Torre del Castello di Trezzo, le ricostruzioni storiche discordano da quelle religiose.
La vulgata clericale riporta che l'Editto di Milano avrebbe liberalizzato la religione nell'impero romano, tale da farne una delle date fondamentali nella storia dell'Occidente.
Una più recente interpretazione delle fonti, ha portato alcuni storici ad affermare che quello che Costantino e Licinio firmarono a Milano nel 313, non si trattò di un vero e proprio editto, ma più che altro l'attuazione delle misure contenute nell'Editto di Galerio del 311, con il quale era stato definitivamente posto termine alle persecuzioni.
Ma certamente il documento più controverso attribuito all'Imperatore Romano è il "Lascito di Costantino", recante la data del 30 marzo 315.
Il documento sarà utilizzato dalla Chiesa nei secoli futuri per avvalorare i propri diritti sui possedimenti territoriali in Occidente e per legittimare le proprie mire di carattere temporale.
Già Dante Alighieri sollevò qualche perplessità circa la legalità del lascito (Inferno XIX, 115-117), ma fu nel 1440 che, l'umanista italiano Lorenzo Valla, dimostrò in modo inequivocabile come la donazione fosse un falso. Lo fece in un approfondito studio storico e linguistico del documento. Tuttavia l'opuscolo del Valla: "De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio" (Discorso sulla donazione di Costantino, altrettanto malamente falsificata che creduta autentica), poté essere pubblicato solo nel 1517 e in ambiente protestante, mentre la Chiesa cattolica difese ancora per secoli la tesi dell'originalità del documento. Nel 1559 lo scritto di Lorenzo Valla fu incluso nell'Indice dei Libri Proibiti in quanto pericoloso per la fede. 
La commistione della Religione Cattolica con lo Sterco del Demonio è più solidale di quanto si pensi.
Parlando di danaro, circa il "cippo trezzese", sarebbe interessante chiedere alla Comunità Pastorale di San Gaetano a quanto ammonta il Patrocinio che l'Amministrazione Comunale ha messo a disposizione per l'opera.

giovedì 6 febbraio 2014

Piccole storie ignobili

Il Partito Democratico di Trezzo sull'Adda, attraverso una serie di manifesti, annuncia alla cittadinanza come, il 18 dicembre scorso, il Sindaco di Trezzo, Danilo Villa, a capo della giunta PDL-Lega, abbia comunicato che il revisore unico del bilancio comunale, il commercialista in profumo leghista Dr. Stefano Aldovisi, si sia dimesso dal suo incarico.
Motivo delle dimissioni è la contestazione, da parte della magistratura, di truffa aggravata ai danni dello stato nell'indagine che vede coinvolto Umberto Bossi e sua famiglia, denominata "The Family".
Il Sindaco Villa, nell'aprile del 2012, ebbe già modo di esprimere chiaramente il suo parere circa l'operato di Umberto Bossi: "Ha dato talmente tanto a tutti noi che sarei prontissimo a capire e perdonare se anche si fosse tenuto qualcosa per se" (sic!).
Ringraziando il PD trezzese per la preziosa segnalazione, vorrei solo ricordare che il Sindaco Roberto Milanesi (PD), predecessore dell'attuale, dovrà rispondere di abuso d'ufficio e corruzione nell'ambito dell'operazione denominata "Venti per Cento". Le Fiamme Gialle hanno scoperto l'esistenza di un cartello politico-economico che, oltre a elargire 165mila euro per finalita' corruttive, ha permesso a politici locali di conseguire un ingiusto vantaggio di 11 milioni. L'attenzione degli investigatori si è concentrata su una serie di progetti di riqualificazione urbanistica, che miravano a trasformare terreni agricoli in terreni edificabili.
Per nascondere l'evidente conflitto tra gli interessi personali e quelli della pubblica amministrazione i soggetti coinvolti si avvalevano dello schermo di società fiduciarie. Sono state denunciate per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di abuso d'ufficio e corruzione, 10 persone, sette delle quali pubblici ufficiali.
Tra questi anche il vicesindaco (PRC) Luca Rodda, che acquistò, con giro sospetto, un appartamento nei giorni precedenti il voto sul piano industriale e l'assessore Tina Barzaghi (PD), accusata di aver avuto agevolazioni economiche per alcuni lavori di ristrutturazione della propria villetta. 
La maggior parte degli imputati ha scelto la via del patteggiamento.
Come si dice: il bue che da del cornuto all'asino!

venerdì 6 aprile 2012

Coscienza padana

"Ha dato talmente tanto a tutti noi, che sarei prontissimo a capire e perdonare se anche si fosse tenuto qualcosa per sè..."
E' il commento a caldo del sindaco di Trezzo sull'Adda, il leghista Danilo Villa, di fronte alle dichiarazione di dimissioni del senatur Bossi a causa della tangentopoli che ha coinvolto la Lega Nord.
"La Lega è Bossi, senza di lui non esisterebbe una coscienza padana"
Coscienzoso...

sabato 5 giugno 2010

Pennette tricolori

Ieri 2 giugno festa della Repubblica, polemica sull'assenza dei ministri leghisti alle celebrazioni ufficiali.
Che la Lega e i suoi esponenti siano un po' refrattari al tricolore è cosa nota.
Dal senatur che invitava una gentile signora ad utilizzare la bandiera italiana come carta igienica, ai ministri leghisti che sotto la casa di Carlo Cattaneo, nel 2005, in Svizzera, cantavano "Abbiamo un sogno nel cuore, bruciare il tricolore".
Quel tricolore che nello stesso giorno avvolgeva la bara di Nicola Calipari che rientrava dall'Iraq.
Tempismo pressochè perfetto.
Anche il mio Sindaco leghista, il trezzese Danilo Villa, è prudentissimo nell'utilizzo della fascia tricolore durante le manifestazioni pubbliche.
Dove invece è particolarmente sicuro di sè è nell'invitare i propri concittadini a finanziare le scuole private cattoliche attraverso la donazione del 5xmille al Comune.
Dopo aver dato una sforbiciatina ai servizi della scuola pubblica, naturalmente.
Ça va sans dire!

sabato 20 marzo 2010

La fiancheggiatrice

Il precursore fu il verde sceriffo trevisano Giancarlo Gentilini che nel 1997, fece levare e panchine nei pressi della stazione ferroviaria, divenute, a suo dire «bivacco» di extracomunitari. Poi è arrivata Padova e anche Trieste.
Ora provvedimento analogo del primo cittadino, verde pure lui, di Trezzo sull'Adda, il leghista Danilo Villa.
Anche in questo caso uno snodo del trasporto pubblico: il capolinea degli autobus di via Biffi.
L'extracomunitario irregolare, spacciatore di droga e malvivente è stanziale e vive in prossimità dei terminal del servizio pubblico.
Che le panchine possano servire anche agli indigeni più o meno giovani soprattutto il prossimità del capolinea di un mezzo pubblico, è un problema che non sfiora il sindaco trezzese: la panchina è legata all'extracomunitario come il pesce all'acqua, ne consegue che se togli la prima sparisce anche il secondo.
La sicurezza in salsa verde non è una questione di mettere più vigilanza, ma di  avere meno panchine.