Visualizzazione post con etichetta il giornale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta il giornale. Mostra tutti i post

domenica 2 dicembre 2012

Sallusti

Uno dei requisiti fondamentali per essere Direttore de "Il Giornale" è la propensione al martirio (...vero o verosimile).
Ci aveva già provato nel 2010 l'ex direttore Maurizio Belpietro quando denunciò un presunto attentato che presentava una dinamica quantomeno singolare.
Ultimamente ci prova Alessandro Sallusti.
La vicenda è nota: condannato definitivamente a 14 mesi di carcere per diffamazione e destinato a scontare la pena agli arresti domiciliari come disposto dal magistrato di sorveglianza, "nosferatu" Sallusti ha violato gli arresti domiciliari recandosi alla sede de "Il Giornale".
Sallusti, per farsi arrestare, le ha provate tutte. Nel dubbio che anche la polizia, come già i lettori, potessero dimenticarsi di lui.
"Dai domiciliari evaderò - aveva detto - dovranno venire a prendermi in redazione".
Sabato scorso, poco dopo la mezzanotte, aveva twittato: "Notte al giornale. Se vogliono mi arrestano qui. Grazie a tutti".
In mattinata aveva ancora qualche dubbio e ha chiamato l'ANSA: "La prossima riunione la farò da evaso".
E' stato accontentato, due funzionari della Polizia di Stato, poco dopo, gli hanno notificato il provvedimento di detenzione domiciliare davanti alle immancabili telecamere, ai fotografi e lo hanno portato via tra gli applausi dei colleghi.
All'uscita l'auto della polizia che traduce l'evaso Sallusti in galera è seguita dall'auto di scorta del criminale stesso.
Niente di male se fossimo a Scampia e non a Milano, almeno ai camorristi, la scorta non la pagano i contribuenti.
Qualcuno ha detto che in America il giornalismo è il cane da guardia del potere, in Italia è solo cane.

giovedì 17 febbraio 2011

Vacche e bufale

Ieri sera leggo, sul sito on-line de "Il Giornale", del pesante gesto di intimidazione arrivato in redazione in mattinata: una lettera contenente un proiettile da revolver Smith & Wesson e un volantino di minacce con la stella a cinque punte delle Brigate Rosse.
Il direttore Sallusti la definisce: "Una lettera coerente con il clima che si sta creando".
Che tiri una brutta aria è innegabile, soprattutto per il giornalismo italiano di milizia, quel giornalismo strumentale alla politica, fatto di notizie esagerate, artefatte e talora del tutto inventate.
Era il 23 novembre 2009, quando le agenzie di stampa battevano la notizia del ritrovamento di una lettera minatoria, sempre a firma BR, sempre presso la sede del quotidiano "Il Giornale" sede genovese.
La DIGOS indaga e quattro giorni dopo scopre che è un falso, fatto anche male. Viene incriminato il giornalista Francesco Guzzardi, per simulazione di reato e procurato allarme: le minacce se l'era fatte da solo.
Passa meno di un anno e ci s'indigna per il "singolare" attentato al direttore di Libero Maurizio Belpietro.
E' normale che in un periodo di vacche, magre e grasse, anche qualche bufala cerchi i suoi cinque minuti di notorietà.

domenica 15 agosto 2010

La più amata dagli italiani

I manganellatori mediatici de "il Giornale" non hanno ancora finito con "la cura" a Fini e, sempre a proposito della famosa casa di Montecarlo, producono storie, documenti, testimonianze.
Ultima, solo in ordine di tempo, riguarda la cucina con cui sarebbe stato arredato il famoso appartamento. Chissà se la cucina era una delle famose Scavolini.
Spuntano improbabili rivendite di periferia, testimoni che si licenziano per poter testimoniare, arredatori con il metro flessibile, autotrasportatori che trasportano/non trasportano.
Tutto fa brodo, come in una soap sudamericana di seconda categoria.
Gli ingredienti ci sono tutti: il potere, i soldi, la politica, le donne, gli intrighi, l’amore, l’odio, la fazione, il clan, le case, le auto di lusso, il jet-set, la televisione, i ricchi arricchiti, la nobiltà, la miseria, la generosità, la debolezza e la forza. I fatti a che servono? Solo un inutile orpelloso accessorio.
Gli italiani che possono leggono di queste cose sotto l'ombrellone della spiaggia assolata. Quelli che non possono sul divano di casa in un piovoso ferragosto. Il chiacchericcio politico gioca, sulla pelle di entrambe, il presente e il futuro.

venerdì 13 agosto 2010

Fini? Importa sega...

Se non fosse per la tragicità del momento sarebbe anche abbastanza divertente veder al volar di stracci nel centro destra italiano. Berlusconi, la cui presidenza è messa in crisi dal Presidente della Camera Fini, scatena i suoi squadristi mediatici che, arrotolato "il Giornale" a mò di manganello, menano a più non posso.
Salta fuori una casa a Montecarlo, lascito di una "Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare" ad AN, venduta dalla stessa AN ad un'immobiliare del paradiso fiscale delle Piccole Antille. Affittata (...ma guarda il caso!) al fratello dell'attuale compagna del Presidente della Camera, tal Elisabetta Tulliani.
La Tulliani sembra, a detta dell'ex signora Fini, una «professionista» dell’arrampicamento sociale, basta pensare alla sua relazione con Lucianone Gaucci, l'otaria travestita da ex presidente del Perugia Calcio. Gaucci definisce la Tulliani: “una donna assetata di denaro”, che gli ha “tolto tutto quel che poteva”. E detto da un maramaldo di sette cotte come Gaucci e tutto dire.
La Tulliani fece notizia oltre che per la relazione con Gaucci anche per gli scatti (...presi da un paparazzo?) nel giugno 2008 mentre, a Porto Ercole, fa una "pippa", ricambiata, al Presidente della Camera.
Insomma è il solito refrain della politica nazionale: appena qualcuno storce il naso, ci si affretta a dimostrare che anche lui ha le mani sporche di marmellata. Il bello è che spessissimo ci si riesce.

domenica 29 novembre 2009

Se questo è un uomo

Vittorione Feltri, cane da guardia, sempre prontissimo a difendere l'editor-padrone, se ne esce bello bello questa mattina con la prima pagina del "Il Giornale" facendo il verso all'opera di Primo Levi.
La foto è quella di un pacioso Berlusconi con rassicurante sfondo azzurro. Cambio la foto e ripropongo la prima pagina.

Visto che le disgrazie non vengono mai da sole, sempre oggi, all'aeroporto di Olbia, a margine di un convegno dell'ENAC, ad alcuni ragazzi del Pdl che lo attendono il nostro primo ministro se ne esce così: "Se trovo, però quelli che hanno fatto le nove punt..., nove serie de "La Piovra" e quelli che  scrivono i libri sulla mafia, che vanno in giro in tutto il mondo, a farci fare così bella figura, giuro li strozzo!"



Chiosa finale: 
La lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. (Paolo Borsellino)

lunedì 26 gennaio 2009

Cotal Bonomi

Un po' di sano populismo al giorno fa scomparire i veri problemi di torno. Cercando notizie sul web a proposito di aerei, aereoporti e compagnie di bandiera scopro questa chicca: il 16 gennaio, "Il Giornale" pubblica, nella rubrica "Indiscreto a Palazzo", una nota a riguardo di Giuseppe Bonomi, presidente ed ex amministratore delegato della Sea (società che gestisce Linate e Malpensa). Tale Bonomi, in quota Lega, avrebbe avuto un lauto riconoscimento, in deroga a quanto previsto dalla legge, ottenendo uno stipendio di 550 mila euro l’anno, contro un tetto massimo per i manager pubblici fissato a 250 mila. Sicuramente il Bonomi sarà un bravissimo amministratore, ma le battaglie per la moralizzazione della politica e contro "Romaladrona" che fine hanno fatto?