mercoledì 30 aprile 2014

Circonvenzione d'incapace

Ve la ricordate la lettera di quel signore che venne recapitata nelle caselle postali, poco più di un anno fa, con sopra scritto a caratteri cubitali "Rimborso IMU 2012"?
Ve li ricordate i servizi televisivi con le code dei vecchi agli uffici postali e ai C.A.F. che cercavano di farsi rimborsare la tassa? Quanto c'avete riso sopra? Quanto avete riso per il giudice Ingroia che denunciando Mr. Banana per voto di scambio, si vedeva archiviato il caso?
Prendere per il culo i cittadini, soprattutto quelli meno svegli resta sempre uno sport molto praticato, non è un caso se ci si cimenta anche il nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi.
I pensionati che quest'anno usano i C.A.F. del sindacato (CGIL/CISL/UIL) si ritrovano, tra la documentazione da firmare, anche la comoda cartolina riportata in immagine.
Solerti ausiliari del sindacato propongono di all'ignaro pensionato un aumento di pensione a fronte della formale richiesta.
Secondo me, qualcuno firma pure ...e potrei giurare che non sono sempre gli stessi coglioni che già avevano abboccato alla letterina dello scorso anno! 

lunedì 21 aprile 2014

Roberto Vacca - Chi usa molto Internet perde la fede

“Come Internet sta eliminando la religione in America” titola il 4/4/2014 Technology Review rivista dell’MIT. Cita A. Downey, professore di Scienza dei Dati a Olin College of Engineering, che ha analizzato la  crescita dell’uso di Internet e del numero di quelli che abbandonano la religione. Quest’ultimo parametro deriva da un sondaggio dell’Università di Chicago. A 9000 persone si è chiesto: ”Che religione preferisci? In quale religione ti hanno allevato? Sei laureato? Quanto usi Internet?” Ecco i risultati:

Anno
1990
1995
2000
2005
2010
% senza preferenze religiose
0
10
42
70
72
% senza preferenze religiose
8
11,5
14
15
18

Dal 1990 al 2010 crescono sia gli utenti Internet, sia i non religiosi. La correlazione statistica fra le due variabili è  0,935.
La correlazione misura quanto, in un dato periodo, due fenomeni varino in modo simile: ha il valore 1 se le loro misure sono proporzionali, zero se sono indipendenti e -1 se inversamente proporzionali. Un’alta correlazione non implica che una variabile sia causa dell’altra. È alta la correlazione fra il numero annuo di assassini e quello delle chiese cattoliche, ma non perché nelle chiese si predichi la violenza: i due numeri sono proporzionali alla popolazione. In Italia la correlazione fra il numero di personal computer e quello dei casi di AIDS dal 1983 al 2004 era alta: ben 0,99, ma usare il computer non provoca certo l’AIDS.
Il Prof. Downey dichiara: “So bene che un’alta correlazione positiva non è segno di causalità. I due processi di crescita potrebbero avere una causa comune, anche se né io, né altri l’hanno individuata. Ho usato, però, la regressione statistica per individuare i fattori che hanno contribuito a staccare dalla religione numeri crescenti di persone.”
Il 20 % dei distacchi sarebbe causato dall’uso crescente di Internet. La Rete fornisce, infatti, molte opportunità di informarsi su quel che pensano atei o non religiosi e di interagire con loro. Il 25 % dei distacchi dipenderebbe da cambiamenti nell’educazione religiosa ricevuta. Il 5%, infine, sarebbe dovuto alla maggiore diffusione dell’insegnamento superiore. Nel 1980 laureati e diplomati costituivano il 17% della popolazione americana e nel 2000 la percentuale era salita al 27%. Downey dà per scontato che i religiosi sono più rari fra i laureati. I tre fattori citati spiegherebbero il 50% del calo di religiosità. 
E l’altra metà? Downey arguisce che esista un'altra causa. Non la individua. Prima di indagare quale possa essere, è bene analizzare la qualità dei dati di partenza. I sondaggi non forniscono fatti, ma opinioni in risposta a domande: se queste sono vaghe, tutto rimane ipotetico.
Mio nonno, il poeta Adolfo de Bosis, quando iniziava un dibattito, diceva spesso:
“Cominciamo con il negare i fatti”.
Il fatto studiato qui è la religiosità o appartenenza a una chiesa di chi risponde alla domanda “What is your religious preference?” senza indicare confessione o tempio. Le risposte non chiariscono, però, che cosa le persone credano, che fede accettino, quanto siano fedeli a una gerarchia. 
Andrebbero registrati, invece, fatti: presenze a eventi, firme di impegni, versamenti in denaro, professioni di fede. In mancanza, abbiamo solo ipotesi ragionevoli, come quelle dello stesso Downey che negli Stati Uniti nel 2040 il numero dei non religiosi supererà quello dei cattolici (che regrediranno leggermente) e quello dei protestanti calerà del 10%.

sabato 12 aprile 2014

Sicurezza percepita

La storia della "percezione" è cominciata nell'estate del 2006.
L'ondata di caldo eccezionale avvertita dalla popolazione, era in palese controtendenza con le temperatura effettiva riportata sul termometro.
Orde di specialisti ci spiegarono la differenza tra la temperature reali e quello che noi sentivamo sulla pelle.
In un mondo sempre meno analogico e sempre più digitale, il virtuale cominciava a prendersi il suo spazio. 
Negli anni successivi la storia della percezione ha toccato i più svariati ambiti del vissuto.
La crisi economica è solo "percepita" non tangibile, i prezzi e le tasse che aumentano, di fatto sono solo una sensazione e non hanno nulla di reale.
"Percepito" è altre sì il problema dell'immigrazione: non siamo noi ad essere razzisti solo loro a non essere italiani. 
Anche la politica è solo "percepita" come una schifezza. Il politico ladro è virtuale, quello che alla fine sparisce veramente è il portafoglio.
All'universo della "percezione" non sfugge neanche la sicurezza.
A questo proposito, "La Città di Trezzo sull'Adda", il patinato periodico dell'Amministrazione Comunale in distribuzione in questi giorni nelle caselle di posta, a pagina 6, ci informa come la nostra città oltre ad essere presidiata, quattro ore al giorno, dall'agente di quartiere è video sorvegliata h24 da 14 telecamere più 3 impianti di monitoraggio delle targhe automobilistiche ai varchi di accesso al centro abitato.
La sensazione di vivere tra l'orwelliano "Grande Fratello" e Matrix, se da un lato mi rassicura, dall'altro mi inquieta non poco.
Sapere che l'occhio vigile del virtual-terminator comunale sorveglia, in ogni momento, ogni mio passo mi tranquillizza parecchio.
Sarei meno sereno se pensassi che l'occhio digitale osservasse solo i cittadini onesti e non le canaglie vere.
Alla fine dello scorso mese di febbraio nella mia abitazione è stato commesso un furto.
Tre delinquenti, probabilmente rumeni, hanno parcheggiato la loro auto sotto casa mia. Due si sono arrampicati sul tubo del gas e dopo aver scassinato la porta del mio balcone si sono introdotti in casa saccheggiandola.
Le informazioni, abbastanza dettagliate, sul tipo di auto e sulla dinamica dell'evento sono state raccolte dagli occhi dei vicini, non dalle telecamere, che, come pubblicizzato sul giornalino locale, dovrebbero servire "per gli accertamenti e per le indagini di Polizia Giudiziaria".
I Carabinieri della Stazione di Trezzo ai quali ho sporto denuncia, non mi hanno fatto nessun cenno al sistema.
Le 17 telecamere disseminate per la città non sono riuscite a rilevare neanche il numero della targa dell'auto.
Sarò colpa del numero 17.

Come si dice: la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo! 

martedì 8 aprile 2014

Pulp Fiction

Lunedì di questa settimana ricorreva il ventesimo anniversario dell'uscita nelle sale cinematografiche di "Pulp Fiction", l'indimenticabile film cult di Quentin Tarantino.
Impossibile non tornare a vederlo sul grande schermo.
Pulp Fiction, di fatto ha cambiato la storia degli ultimi vent'anni del cinema.
Film e televisione hanno pescato a piene mani nelle scene, nei dialoghi e nella inquadrature di Pulp Fiction.
Ballare il twist da quel momento senza passarsi, sensualmente, le mani aperte davanti agli occhi, non ha più senso, e come dimenticare il motto: "Hey, mi casa, su casa..."?
Saranno le origini italo americane del regista, ma bisogna registrare che anche la politica nazionale s'è fatta condizionare parecchio dal capolavoro di Tarantino.
I nostri politici, negli ultimi vent'anni, sono diventati sempre più fiction mentre la nostra vita sempre più pulp.
Jules Winnfield, il sicario "negro" del film, interpretato da Samuel L. Jackson, in chiusura del film, puntando la pistola sulla faccia dello sprovveduto rapinatore ripete a memoria il versetto biblico tratto dal libro di Ezechiele: "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in realtà il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!" e seguita: "Ora sono anni che dico questa cazzata e se la sentivi significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire, pensavo fosse una stronzata da poter dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli, ma oggi che ti vedo mi viene in mente una cosa.
Vedi ora penso, magari può voler dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato e il signor 9mm qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre; o può voler dre che tu sei l'uomo timorato e io sono il pastore ed è il mondo ad essere malvagio ed egoista forse. Vorrei che fosse così, ma questa cosa non è la verità.
La verità è che tu sei il debole! Ed io sono la tirannia degli uomini malvagi!
Ma ci sto provando Ringo, ci sto provando con grande fatica a diventare il pastore!"
Uomini timorati, tirannia degli esseri malvagi e pastori.
Ma è la vita ad essere un film o viceversa?


mercoledì 2 aprile 2014

Roberto Vacca - Per creare lavoro: ricerca e sviluppo – non solo flessibilità e riforme

Il 13% dei lavoratori sono disoccupati. Matteo Renzi ha detto ieri: “Occorrono flessibilità e riforme”. Ma non sembra probabile che si creino posti di lavoro solo abolendo Senato e Province e snellendo la pubblica amministrazione.
Proprio oggi la rivista SPECTRUM dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers pubblica una serie di articoli sull’aumento della domanda di ingegneri elettronici. Un uomo chiave Microsoft dice: “Le abilità valgono più delle credenziali accademiche.” Nell’ambiente di Google si parla di Scoiattoli Viola: un paradigma di animali rarissimi che si applica al tipo di ingegneri eccellenti e moderni ai quali il lavoro non manca. Sono specialisti in: cibersicurezza, robotica, tecnologia dell’informazione, software, app mobili, griglie smart, cloud, big data. È vitale che sappiano integrarsi in squadre e che mirino all’eccellenza personale. Sono richiesti non solo in USA, ma anche in Europa e in Asia. 
Per creare  lavoro, dunque, ci vogliono: educazione e istruzione più diffuse e di migliore livello – ricerca scientifica - sviluppo industriale. Le statistiche dimostrano che l’occupazione è più alta ove i livelli di innovazione sono più elevati. La Commissione Europea ha appena pubblicato la classifica al 2013 dei 27 paesi dell’Unione in base al livello di innovazione raggiunto, espresso da un indice (compreso fra 0 e 1) funzione di 25 indicatori (lauree, ricerca scientifica, investimenti pubblici e privati in R&D, brevetti, etc.) L’istogramma seguente illustra la situazione.


In verde: 4 leader (Svezia, Danimarca, Germania, Finlandia) - in celeste,: 10 innovatori di seconda classe, in giallo 11 innovatori moderati e in arancione; 3 innovatori scarsi. La Svezia sta a 0,75. La media dei 27 Paesi sta a 0,55. L'Italia sta fra gli innovatori moderati a 0,44 – al 15° posto su 27  - dopo Estonia, Slovenia, Cipro – tutti sotto la media.
In Italia gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo sono lo 0,53 del PIL (0,71 della media europea) e quelli privati sono lo 0,69 del PIL (0,52 della media europea). Questo divario dura da più di 30 anni. Non è solo questione di investimenti, ma di cultura media. La percentuale della popolazione che ha completato l’educazione terziaria è in Italia il 21,7%. La media europea è 35,8 %; Irlanda 51,1 %; Cipro, Lussemburgo, Lituania: 50%; UK 47,1%; Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia, Belgio: 44%. A livello più basso dell’Italia c’è solo la Turchia.
L’Italia è, dunque, carente nei livelli di istruzione e negli investimenti in ricerca e sviluppo particolarmente nel settore privato.
Diminuire gli investimenti e le spese (che creano lavoro), aumentare le imposte e i tassi di interesse – sono politiche di austerità inopportune: non favoriscono la ripresa e aggravano la depressione.
I 4 Paesi europei più innovatori (Svezia, Danimarca, Germania, Finlandia) hanno un PIL pro capite del 25% più alto del nostro e il loro PIL cresce ogni anno di 4 punti percentuali più del nostro. Se innovassimo come loro ogni anno il PIL crescerebbe di 60 miliardi di Euro, rispetto ai quali certi risparmi di cui si parla molto (pure opportuni)– appaiono trascurabili.
Gli imprenditori, quindi, non hanno ragione di chiedere solo flessibilità negli adempimenti burocratici (che pure ci vuole). Devono raddoppiare gli investimenti in ricerca e sviluppo e assumere giovani eccellenti che inventino. Devono creare reti di collaborazione con industrie grandi e piccole, italiane e straniere. Lavoro e prosperità si creano studiando e inventando.

Documento della Commissione Europea  “Innovation Union Scoreboard 2014

lunedì 31 marzo 2014

L'editto di Costantino

"In cammino", il giornalino della Parrocchia di Trezzo, in questi giorni in distribuzione nelle caselle di posta, annegato tra le pubblicità di ipermercati e bricocenter, riporta, come nello scorso mese di ottobre, in occasione della festa patronale, sia stato inaugurato un cippo commemorativo a ricordo dei 1700 anni dell'Editto di Costantino.
Non sarò mai abbastanza grato alla Comunità Pastorale di San Gaetano per avermi aiutato a ricordare che Flavio Valerio Aurelio Costantino fu probabilmente uno dei più grandi "bluff" della storia.
Chi non ricorda la leggenda secondo la quale, durante la guerra civile combattuta con Massenzio nel 312, all'imperatore sarebbe apparsa la croce sovrastata dalla scritta "In hoc signo vinces" che l'avrebbe avvicinato al cristianesimo.
Gli storici, primo tra tutti il cristianissimo Lattanzio, sono più propensi a pensare che se proprio croce ci fu, questa non apparve in cielo ma dipinta sugli scudi o sugli elmi dei soldati, per impedire ai combattenti delle due fazioni, vestiti con le stesse armature, di massacrare un compagno e non un avversario.
Anche intorno all'Editto di Milano, quello che oggi abbiamo "cippato" sotto la Torre del Castello di Trezzo, le ricostruzioni storiche discordano da quelle religiose.
La vulgata clericale riporta che l'Editto di Milano avrebbe liberalizzato la religione nell'impero romano, tale da farne una delle date fondamentali nella storia dell'Occidente.
Una più recente interpretazione delle fonti, ha portato alcuni storici ad affermare che quello che Costantino e Licinio firmarono a Milano nel 313, non si trattò di un vero e proprio editto, ma più che altro l'attuazione delle misure contenute nell'Editto di Galerio del 311, con il quale era stato definitivamente posto termine alle persecuzioni.
Ma certamente il documento più controverso attribuito all'Imperatore Romano è il "Lascito di Costantino", recante la data del 30 marzo 315.
Il documento sarà utilizzato dalla Chiesa nei secoli futuri per avvalorare i propri diritti sui possedimenti territoriali in Occidente e per legittimare le proprie mire di carattere temporale.
Già Dante Alighieri sollevò qualche perplessità circa la legalità del lascito (Inferno XIX, 115-117), ma fu nel 1440 che, l'umanista italiano Lorenzo Valla, dimostrò in modo inequivocabile come la donazione fosse un falso. Lo fece in un approfondito studio storico e linguistico del documento. Tuttavia l'opuscolo del Valla: "De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio" (Discorso sulla donazione di Costantino, altrettanto malamente falsificata che creduta autentica), poté essere pubblicato solo nel 1517 e in ambiente protestante, mentre la Chiesa cattolica difese ancora per secoli la tesi dell'originalità del documento. Nel 1559 lo scritto di Lorenzo Valla fu incluso nell'Indice dei Libri Proibiti in quanto pericoloso per la fede. 
La commistione della Religione Cattolica con lo Sterco del Demonio è più solidale di quanto si pensi.
Parlando di danaro, circa il "cippo trezzese", sarebbe interessante chiedere alla Comunità Pastorale di San Gaetano a quanto ammonta il Patrocinio che l'Amministrazione Comunale ha messo a disposizione per l'opera.