Visualizzazione post con etichetta claudio scajola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta claudio scajola. Mostra tutti i post

domenica 10 luglio 2011

Casa, dolce casa...

La casa da sempre è il bene rifugio degli italiani e anche dei suoi politici.
Inutile ricordare come le fortune economiche del nostro primo ministro si fondano nel suo controverso passato di palazzinaro in odore di mafia.
In tempi più recenti abbiamo avuto le varie affittopoli romane e milanesi, con schizzi di letame che sono arrivati a lambire anche il nuovo sindaco di Milano, proprio mentre il vecchio sindaco era intento ad arginare le voci in merito alla singolare casa, da supereroe dei fumetti, del figlio. 
Una nota di rilevo nel panorama politico immobiliare riguarda l'ex-ex ministro Claudio Scajola, quello che definì Marco Biagi, il juslavorista accoppato dalle BR, un "rompicoglioni" e per questo motivo venne dimesso una prima volta.
La seconda volta venne dimesso poco più di un anno fa, dopo che si scoprì che la sua casa romana era stata pagata, per un terzo, da altri. Recentemente la magistratura l'ha scagionato. Non è reato se un altro paga la casa ad un politico, anche se sarebbe interessante capire perché lo fa.
Ultimo arrivato, ma solo in ordine di tempo, è il draconiano ministro dell'economia.
Com'è o come non è, Giulio Tremonti viveva in una casa romana, in via Campo Marzio 24, 200 metri quadri con tanto di salone affrescato, il cui fitto di 8500 euro mensili era pagato dal parlamentare del Pdl Marco Milanese.
E' abbastanza singolare immaginare l'inesorabile falcidiatore degli sprechi della politica, il nemico della casta, quello che ha limitato anche la cilindrata delle auto-blu, impelagato in storie simili.
«Non sarò vittima del metodo Boffo» ha affermato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Conoscendo i gusti sessuali di Dino Boffo, la frase di Tremonti potrebbe essere tradotta anche in "Non riuscirete a mettermelo al culo!"

domenica 6 marzo 2011

Gente che và e gente che viene

Il ministro degli Esteri giapponese, Seiji Maehara, 48 anni, candidato alla futura poltrona di Premier, si è dimesso a seguito delle polemiche nate dalla donazione di 50.000 yen (circa 440 euro) ricevuti da una «zainichi», una cittadina sudcoreana di 72 anni residente da sempre in Giappone e titolare a Kyoto di un piccolo ristorante di «yakiniku», una specie di barbecue locale.
Seiji Maehara s'è dimesso perchè ha preso il finanziamento elettorale da una imprenditrice che si fingeva giapponese essendo in realtà coreana, dunque straniera. Finanziamento illecito, è l'accusa.
Intanto, in Italia, l'ex ministro "dimissionato" Claudio Scajola, proprietario, a sua insaputa, di un appartamento fronte Colosseo, pagato dalla cricca Anemone,  prepara l'ennesimo ritorno alla politica attiva, con un ruolo di vertice nel PDL.