martedì 17 agosto 2010

Adieu!

Appena ieri pomeriggio s'è diffusa la notizia della morte di Francesco Cossiga è cominciata la ridda delle dichiarazioni coccodrillo.
Come sempre capita in queste felici occasioni il paese politico recupera 24 ore di unità nazionale. Da destra a sinistra, passando per l'immarcescibile centro, il defunto Presidente Emerito viene ricordato al pari dei padri della patria.
In un paese di alzheimerizzati il ricordo è un bene di cui abbiamo fatto a meno da tempo.
Di Cossiga si ricorda la grande statura culturale (16 lauree!) il ruolo di "Caron Dimonio" ideale tra la prima e la seconda repubblica. Qualcuno azzarda al picconatore. Financo la Lega, dalle pagine della Padania, scopre il Cossiga federalista (!)
Pochissimi, per lo più di sfuggita e sottovoce, parlano di luci e ombre.
I più si son dimenticati di Cossiga, uomo dei misteri, "Gladiatore", ministro dell'interno durante il rapimento di Aldo Moro, primo ministro durante le stragi di Ustica e di Bologna.
Ministro dell'Interno omertoso sull'omicidio di Giorgiana Masi (probabilmente) "sparata" da Giovanni Santone, poliziotto infiltrato, fotografato in borghese pistola in pugno durante gli scontri di piazza per il Referendum sul divorzio. Sbruffone impudente, fino a meno di due anni fa dalle pagine di un giornale si permetteva di consigliare l'attuale Ministro dell'Interno sull'atteggiamento da tenere nei confronti di un redivivo movimento studentesco.
Mi piace ricordarlo così:
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio" (Quotidiano Nazionale, 22 ottobre 2008)

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