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Ancora la "buvette", questa volta però quella della Camera, torna alla ribalta lo scorso mese di febbraio quando, dopo la segnalazione della Lega, è stato estromesso il burro francese, a favore di quello più autarchico "made in Italy".
Dopo questa importante vittoria, il leghista Maurizio Fugatti, affermava che così facendo s'è ristabilito un principio di reciprocità: "Per quanto riguarda le auto il governo di Sarkozy non si fa tanti problemi a finanziare esclusivamente le case automobilistiche francesi, in barba a quelle italiane".
E' di ieri la notizia che alla buvette del senato il listino prezzi, da lunedì, è stato ridotto del 20%.
Una porzione di pasticcio di maccheroni costa un euro e mezzo e un caffè 42 cent. Un pasto completo passa da poco più di 6 euro a 5,06 euro.
Neanche a dirlo, appena gli "stalinisti" del quotidiano "La repubblica" hanno pubblicato la notizia s'è scatenato il solito ignobile vespaio demagogico degli antipolitici.
A dirimere la questione, forte del suo ruolo istituzionale, ci pensa, meno di 24 ore dopo, il presidente del Senato Renato Schifani. "Alla buvette di Palazzo Madama tornano i vecchi prezzi" afferma il questore Benedetto Adragna, senatore del Pd "in risposta alle proteste che erano venute dopo la notizia del calo del 20% del listino prezzi delle consumazioni, diffusa da Repubblica. La differenza del 20% tra il prezzo stabilito dal nuovo gestore e il vecchio prezzo andrà in beneficenza. Il presidente Schifani, che non poteva rimanere assolutamente indifferente su tutto quello che stava accadendo rispetto alla questione dei costi alla buvette e al nuovo prezzario che, anche se calato di pochi centesimi, ha avuto un forte impatto all'esterno".
hi, visiting you from Jakarta.
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