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Fedele al proverbio latino "omen nomen", il giudice Tosti da anni, caparbiamente, si oppone alla presenza di simboli religiosi in luoghi "istituzionali".
Per questo motivo è stato condannato ad un anno di carcere (assolto in cassazione) e tenuto da 5 senza stipendio.
Ieri l'ultima pietra della lapidazione: il CSM sentenzia che il giudice Luigi Tosti è indegno di fare il magistrato, almeno nella Colonia Pontificia italiana.
Silenzio assordante da parte del governo e delle istituzioni solitamente molto attive nei confronti della magistratura comunista e politicizzata.
Dev'essere il potere taumaturgico del crocefisso: guarire le ferite e ricomporre le divergenze. Anzi, contemporaneamente, il novello crociato, sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta ha annunciato il ricorso, che «l'Italia presenterà con abbondanza di documentazione e di argomentazioni», contro la decisione di Strasburgo relativa ai crocefissi nelle aule scolastiche.
Il presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, ringrazia: "È da apprezzare decisamente questa iniziativa del governo italiano, rispetto alla sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo".
Interessante, Strasburgo nello stesso periodo dovrà sentenziare sull'appello di Luigi Tosti e del Guelfo Governo Italiano.
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