All'inizio del mese avevo già scritto un post sulle meravigliose imprese del genere femminile di quest'esecutivo.
Ho volutamente tralasciato qualsiasi riferimento al ministro di colore Cecile Kyenge, il suo approccio disinvolto alla politica riguarda solo l'utilizzo della scorta mentre va in palestra (...la senatrice Finocchiaro ci aveva già abituato a questo e altro).
Ben più succulenta la notizia rilanciata da “Libero” relativa all’attività dell’associazione Dawa, fondata a Modena dal ministro dell'integrazione nel 2002
I fatti contestati dal quotidiano milanese si baserebbero sulla documentazione raccolta dal consigliere comunale di Reggio Emilia Zeffirino Irali (ex Lega Nord) relativi a vicende del 2006-2007. “Libero” punta il dito contro il progetto di alcuni poliambulatori in Congo avviato dall’associazione della Kyenge ma pare mai realizzati, e sulla gestione dei fondi di alcune cene di autofinanziamento che gravitavano intorno al progetto.
La onlus Dawa, scrive “Libero”, sarebbe «un’organizzazione a conduzione famigliare: il presidente di Dawa è Franca Capotosto, amica personale di Kyenge, il responsabile relazione esteri e comunicazione è il marito di Kyenge, Domenico Grispino; la responsabile arte e e cultura è sua cognata, la preside di scuola media Maria Teresa Grispino; il revisore dei conti è l’altro cognato, il farmacista Gianni Mazzini».
Oggetto dell’attacco alla ministra sono le cene di beneficenza per il trasporto di un container e di un’autoambulanza in Congo.
Nel 2007 parte una delegazione di dodici persone che avrebbe dovuto inaugurare una nuova struttura sanitaria progettata dall’ingegner Domenico Grispino (marito di Kyenge) all’interno del parco Kundelungu. Ma «Là non c’era proprio nessuna struttura da avviare» ha raccontato una infermiera reggiana a “Libero”. Pare che i volontari abbiano trovato solo un «Centre maternité Kyenge» ma anche questo in stato inaccettabile. Che fine hanno fatto i soldi raccolti? E le promesse fatte? Per ora la Kyenge, che ha gestito l’associazione fino all’aprile scorso, rimanda al presidente di Dawa.
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mercoledì 13 novembre 2013
lunedì 9 settembre 2013
Integrazioni
Inizio di settembre non
proprio fortunato per il ministro Cecilie Kyenge.
Solo qualche giorno fa, saliva
agli onori della cronaca per la vicenda della sorella Dora, rea secondo l'accusa, di aver aggredito una donna albanese con pugni e contumelie per il
parcheggio di una bicicletta.
Interessante notare come Dora
Kyenge, forse anche grazie all'influenza istituzionale della sorella, si sia
integrata perfettamente nello stile di vita e nel comportamento italico.
Non solo nel 2008, infatti,
si era rivolta alla politica (la
Lega Nord di Pesaro), perché l'aiutassero a prendere possesso
dell'alloggio di edilizia popolare che le era stato assegnato, all'epoca occupato
da una famiglia marocchina, ma sembra anche che nel recente episodio, abbia
proferito uno dei più noti refrain del Made in Italy: "...lei, non sa, chi sono io!"
Italian Style, non da meno, anche quello della sorella maggiore: Fabio Rainieri, esponente dei COBAS del
latte e segretario regionale della Lega Nord in Emilia, racconta di aver visto
il ministro al centro benessere della palestra Roman Sport Center di Villa
Borghese, accompagnata da ben due auto di scorta con tanto di lampeggiante sul
tetto.
Se alla Finocchiaro, la
scorta spinge il carrello della spesa, alla Kyenge porta gli asciugamani.mercoledì 28 agosto 2013
I' have a dream
Il 28 agosto del 1963 a Washington, davanti a una folla
di 250 mila persone, radunate al Lincoln Memorial, un trentenne pastore
protestante americano, Martin Luther King pronunciava lo storico discorso nel
quale più volte ripeteva la frase ''I' have a dream'': ho un sogno!
Barack Obama, quarantasette anni dopo sarebbe diventato
il primo presidente afroamericano degli Stati
Uniti.
Storie di un paese giovane che pur con nelle sue
contraddizioni riesce a generare cambiamenti
epocali.
Esattamente il contrario del nostro, governato da una
classe di ottuagenari, nella stragrande maggioranza dei casi, vigliacchi e
incapaci di ogni innovazione, che possa intaccare il loro
potere.
I trentenni in Italia, ad andar bene, fanno i precari.
Dopo 2000 anni di cristianesimo, l’Italia riesce a
produrre un simulacro di ministro di colore attaccato più per il colore della
sua pelle che per la sua manifesta incapacità.
Anch’io ho un sogno, ma come il reverendo King,
passeranno molti anni dalla mia morte prima di vederlo
realizzato.
martedì 16 luglio 2013
La fattoria degli animali
Dalla fattoria degli animali di Calderoli, ai danni del
fumo delle sigarette a Taranto, fino all'espulsione della famiglia del
dissidente kazako Mukhtar Ablyazov.
A parte la zoofilia del vicepresidente del senato,
sarebbe interessante scopire cosa, secondo il commissario straordinario
dell'Ilva, Enrico Bondi, fumano a Taranto.
Risulta abbastanza incredibile, infatti, come un numero
così elevato di tumori possa colpire un'oasi ecologica come quella pugliese in
concorrenza diretta con i paradisi polinesiani.
Comunque sia, i benpensanti dovrebbero finalmente
azzittirsi sul problema dell'immigrazione: la legge sui rimpatri funziona e
viene applicata.
Due pericolosissime criminali, sono state catturate e
rispedite a casa.
Gli affari legati al petrolio e al gas naturale su cui
siede il Kazakistan sono solo un pretesto, quel che davvero conta è lo stato di
diritto e l'applicazione della legge, due aspetti per cui il bel paese non ha
rivali al mondo.
lunedì 13 maggio 2013
Mi taglio una mano...
Mi taglio una mano se il
solito esponente leghista non comincia farneticare sulla mancanza di sicurezza a Milano e sul ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge.
Mi taglio una mano se Cécile
Kyenge ha capito quanto il nuovo governo abbia strumentalizzato il suo ruolo al colore della sua pelle.
Mi taglio una mano se qualcuno
trova una relazione tra il negro picconatore e pallido stolker che sabato
mattina a Lido di Camaiore inseguiva, brandendo un'ascia, l’ex compagna fino
alla stazione dei carabinieri, dove la donna aveva cercato rifugio, dopo averla
braccata a bordo della sua auto.
Mi taglio una mano se
qualcuno mi spiega perché il negro è a San Vittore e il bianco in ospedale
psichiatrico.
domenica 28 aprile 2013
Tutti insieme... mortalmente
Era il 1983 quando, il direttore de "il Manifesto", Luigi Pintor, scrisse un celebre articolo titolato "Non moriremo democristiani".
Preveggenza: dieci anni dopo, è cominciato il ventennio berlusconiano.
Questo nostro paese è vecchio, più dentro che fuori.
Fedeli al motto latino: "in medio stat virtus", non esiste una destra e una sinistra, la rincorsa è al centro.
Sembra un'esercitazione semantica: la destra rimanda a catastrofi belliche, meglio chiamarla moderatamente centro-destra, la sinistra foriera di analoghe catastrofi post belliche, è cattocomunisticamente centrosinistra.
Il nuovo governo è il figlio di questo binzantinismo. Un merletto di finissima diplomazia.
Tutti inseme appassionatamente al centro, a partire dal primo ministro, così consanguineo con il mentore dello schieramento opposto.
La spartizione dei ministeri, neanche a dirlo, è degna del democristiano manuale Cencelli, la formula algebrico-deterministica di ripartizione in base al peso elettorale di ogni singolo partito o corrente politica.
Berlusconi ci ha insegnato che giovani e donne "at-tirano" e allora mettiamone un terzo.
Come un Circo non sarebbe tale se non avesse l'uomo forzuto e la donna barbuta, il ministro dell'Integrazione, è di origine congolese, per "par condicio" geografica, il ministro dello sport è un tedesco pluri campione olimpico, entrambe donne, entrambe senza portafoglio.
Emma Bonino andrebbe pure bene è stata candidata sia col centro destra che col centro sinistra e votata anche come Presidente della Repubblica dal movimento di Grillo, ma è troppo anticlericale, meglio metterla all'estero.
I ministeri col portafoglio di peso sono tutti in mano a politici seri e riconoscibili di PDL e PD meno L e adesso comincia la spartizione dei sottosegretariati.
A Palazzo Chigi si brinda, in piazza si spara.
Grillo, prevedeva che Barabba sarebbe resuscitato, e aveva ancora ragione lui...
Preveggenza: dieci anni dopo, è cominciato il ventennio berlusconiano.
Questo nostro paese è vecchio, più dentro che fuori.
Fedeli al motto latino: "in medio stat virtus", non esiste una destra e una sinistra, la rincorsa è al centro.
Sembra un'esercitazione semantica: la destra rimanda a catastrofi belliche, meglio chiamarla moderatamente centro-destra, la sinistra foriera di analoghe catastrofi post belliche, è cattocomunisticamente centrosinistra.
Il nuovo governo è il figlio di questo binzantinismo. Un merletto di finissima diplomazia.
Tutti inseme appassionatamente al centro, a partire dal primo ministro, così consanguineo con il mentore dello schieramento opposto.
La spartizione dei ministeri, neanche a dirlo, è degna del democristiano manuale Cencelli, la formula algebrico-deterministica di ripartizione in base al peso elettorale di ogni singolo partito o corrente politica.
Berlusconi ci ha insegnato che giovani e donne "at-tirano" e allora mettiamone un terzo.
Come un Circo non sarebbe tale se non avesse l'uomo forzuto e la donna barbuta, il ministro dell'Integrazione, è di origine congolese, per "par condicio" geografica, il ministro dello sport è un tedesco pluri campione olimpico, entrambe donne, entrambe senza portafoglio.
Emma Bonino andrebbe pure bene è stata candidata sia col centro destra che col centro sinistra e votata anche come Presidente della Repubblica dal movimento di Grillo, ma è troppo anticlericale, meglio metterla all'estero.
I ministeri col portafoglio di peso sono tutti in mano a politici seri e riconoscibili di PDL e PD meno L e adesso comincia la spartizione dei sottosegretariati.
A Palazzo Chigi si brinda, in piazza si spara.
Grillo, prevedeva che Barabba sarebbe resuscitato, e aveva ancora ragione lui...
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