domenica 8 maggio 2011

Petizione per la reintroduzione della schiavitù

Partì, qualche tempo fa, come scherzo tra amici.
Una battuta fulminante per smuovere le coscienze intorpidite da una serata uggiosa, un esercizio di provocazione: "Perchè non reintroduciamo la schiavitù?"
Ne parlò ironicamente anche Franz Jung nel 1932 affermando che: "Sarebbe probabilmente preferibile la ormai mitica condizione della schiavitú a questa realtà di sfruttamento subdolo ed impersonale"
E' un fatto oggettivo: oggi esistono strati di popolazione riconosciuti unicamente e semplicemente come esseri umani e non come cittadini.
Uomini e donne che non hanno vita sociale, non nel senso che non hanno amici, ma nel senso che non sono parte della società, invisibili senza impegno sociale o esistenza giuridica.
Possono lavorare, ma non possono avere un contratto, possono ricevere soldi, ma non possono avere un salario.
Se non vengono pagati, possono lamentarsi, ma non possono denunciare il datore di lavoro.
Possono essere imprigionati, picchiati, taglieggiati ma non possono fare causa per aggressione.
Possono essere uccisi, ma se l'omicida riesce a nascondere l’accaduto ha buone possibilità di cavarsela, dal momento che difficilmente ci saranno indagini.
In questi casi il pensiero potrebbe correre direttamente ai clandestini che quotidianamente arrivano coi barconi sulle spiagge di Lampedusa, ma se ci fermiamo a riflettere questi sono solo la punta dell'iceberg.
Pensionati, precari ma anche lavoratori "normali" come tutti noi si trovano quotidianamente nelle situazioni sopra descritte.
Tutti noi possiamo cadere in mano alla giustizia, non accedere al credito per non aver onorato una bolletta o vederci la casa ipotecata per non aver pagato una multa.
Vista la situazione, la schiavitù costituirebbe un miglioramento, non un peggioramento della situazione.
Da un lato l’abolizione della schiavitù sarebbe stata una buona idea se la società avesse potuto fare a meno degli schiavi. Dall'altro la mancanza di una condizione di schiavitù reale ci pone nella condizione quotidiana che cadere in una schiavitù viruale, vittime di abusi e malvessazioni.
Meglio esistere come schiavi che non esistere.
Il proprietario, per tutelare l’investimento, si prenderà cura dello schiavo, e pretenderà un cospicuo risarcimento in caso quest'ultimo fosse ferito o ucciso.
Lo schiavo può possedere soltanto pochi beni personali, ma almeno questi pochi beni saranno garantiti e protetti dalla legge oltre che dal suo padrone.
La libertà di uno schiavo è poca, ma è comunque superiore a quella di cui, di fatto, possiamo godere quotidianamente.
In linea generale chiunque vive o voglia trasferirsi nel nostro paese può proporsi come schiavo e, se trova un acquirente interessato, potrà, rinunciando ai propri diritti civili, trasferirsi da lui, indipendentemente da residenza, permessi di soggiorno o quote di immigrazione, tutti oneri che riguardano i cittadini, non gli schiavi.

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