sabato 14 marzo 2009

...ecchellallà

Sentenza storica della Corte di Cassazione la numero 10535 del 11/12/2008 in cui si ribadisce che blog e forum non sono stampa in quanto "non rientrano nella più specifica disciplina della libertà di stampa, ma solo in quella più generale di libertà di manifestazione del proprio pensiero di cui all’art. 21, comma 1, Cost."
La sentenza dovrebbe mettere fine alle mire della politicocrazia su Internet e soprattutto per quel che riguarda la normale libertà di pensiero e d'espressione.
La querelle prende il via nel novembre 2006, periodo in cui le pagine di cronaca, dei giornali riportavano episodi di pedofilia che vedevano protagonisti numerosi preti. In quel periodo alcune pagine del forum del sito web dell’Aduc (Associazione degli utenti e consumatori) il si è popolato di messaggi contro i preti pedofili accusati di "diffondere il ’sacro seme del Cattolicesimo’" attraverso le loro pratiche. Proprio per il contenuto di questi messaggi, l'associazione “Mater Onlus” di don Fortunato di Noto denunciò il fatto, contestando la violazione dell'art. 403 del codice penale - offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone.

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La magistratura di Catania accoglieva l'istanza del Fortunato di Noto e sequestrava le pagine "incriminate".
Il legale dell'Aduc, per difendere i propri assistiti, ha sostenuto che ai nuovi mezzi di espressione come appunto i blog e i forum, debbano essere riconosciute gli stessi diritti riservati alle testate giornalistiche.
La Suprema Corte non è stata, però, dello stesso avviso, giacché non ha condiviso la tesi avanzata dall’avvocato dell’Aduc, replicando che questi mezzi di spressione “non possono essere qualificati come un prodotto editoriale, o come un giornale on-line, o come una testata giornalistica informatica”. I forum, secondo la Cassazione “sono una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole e agli obblighi cui è soggetta la stampa o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che la Costituzione riserva solo alla stampa”.

Tuttavia, se da un lato l'Alta Corte libera forum, blog e social forum dai vincoli propri della stampa, dall'altra li vincola al rispetto del “buon costume” pena il sequestro delle pagine web. E c'è chi come Marcello Foa, dalle pagine de "Il Giornale" si proccupa: "...che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos’è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode?"

A dare una mano a dipanare i dubbi di Marcello Foa ci pensa la proposta di legge di Gabriella Carlucci del Pdl.

(...ecchellallà 2)

Con la scusa di voler combattere la pedofilia online l'onorevole ex show girl tenta di imbrigliare la rete.
L’art. 1 recita così: “È fatto divieto di effettuare o agevolare l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima”.
Particolarmente interessante risulta anche essere il primo comma dell’art. 3, in palese contrasto con la sentenza n. 10535 della Cassazione:“Per quanto riguarda i reati di diffamazione si applicano, senza alcuna eccezione, tutte le norme relative alla Stampa”.
La legge presentata da Gabriella Carlucci prevede anche l’istituzione “entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il ‘Comitato per la tutela della legalità nella rete Internet’”.

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