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venerdì 4 ottobre 2013

Negri all'acquapazza...

Ve li ricordate quegli "statisti" che durante le ultime tornate elettorali tuonavano contro i migranti,  proponendo di cannoneggiare i barconi e ributtare a mare gli invasori?
Bei tempi passati…
Ultimamente, la dissuasione nei confronti dei migranti s'era limitata il canale digitale.
Vittorio Zucconi, direttore dell'edizione web di Repubblica "twittava": "Se potessimo far leggere ai migranti il Blog del Malaugurio di Grillo, nessun barcone farebbe più rotta per l'Italia. Passare parola."
A mettersi di mezzo erano arrivate le primavere arabe, la guerra civile in Libia e in Siria e quest'anno anche 'sto rompiballe di Papa Francesco.
Insomma la guerra sembra ormai definitivamente persa.
Perdere la guerra però non significa perdere tutte le battaglie.
Ogni tanto una carretta del mare si rovescia e qualche centinaio di negri diventa pasto per i pesci.
Il ministro dell'interno, accorre, si commuove, telefona, promette.
La Signora Presidente della Camera si rattrista e la Signora Ministro dell'integrazione s'infuria. Parole non fatti!  
Sarà un caso che lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, porti il nome dell'isola maledetta.
Nel suo Gattopardo, scriveva: "Se tutto deve rimanere com'è, è necessario che tutto cambi."

lunedì 8 luglio 2013

Lepanto!

Il “papa pellegrino” è stata una piacevole costante degli ultimi 50 anni.
Cominciò Paolo VI, ma il recordman in questo senso fu indiscutibilmente il Papa Polacco, coi 104 viaggi effettuati durante il suo lunghissimo pontificato.
Oggi Papa Bergoglio effettua il suo primo, fuori dalla Diocesi Romana, a Lampedusa, meta insolita, ma assolutamente in linea con il personaggio e il suo credo. 
Interessante notare l'imbarazzo dei superstiti della nomenclatura leghista in questa circostanza.
Nel 2009 Roberto Ollio Calderoli e Umberto Stanlio Bossi sventolavano «la matrice della Lega, cristiana e cattolica». Erano gli anni in cui dal pratone di Pontida s'invocava a gran voce il bombardamento dei barconi  dei saraceni extracomunitari.
Papa Bergoglio spariglia le fila dei nuovi crociati e nella Lega c'è già chi pensa di andare ad allentare i dadi con cui hanno imbullonato i crocefissi della scuola di Adro.

martedì 18 giugno 2013

Opus Gay

Tutto possiamo dire di papa Francesco, meno che gli manchi il coraggio e quel pizzico di follia tipico del continente da cui proviene.
Lunedì delle scorsa settimana, mentre nei notiziari televisivi impazzavano i risultati elettorali, fra le catastrofiche percentuali di affluenza e le debacle grillesche, s'è intrufolata una “notizietta” a dir poco esplosiva: parlando con chierici sudamericani, papa Bergoglio ha rivelato che in Vaticano “esiste una lobby gay”.
Papa Francesco, non ha detto che ci sono prelati dediti ad amori omosessuali, ma ha parlato di “lobby”, ovvero un centro di potere, una specie di omomassoneria.
Apriti cielo, o meglio chiuditi!
Il TG uno ne ha parlato solo il mercoledì successivo, tra le previsioni del tempo e le informazioni sul traffico.
Gli altri telegiornali, non ne hanno fatto cenno. Anche il portavoce vaticano ammette, ma non rilascia ulteriori dichiarazioni sull’argomento.
Più realisti del re.
Questo papa bizzarro, m'incuriosisce.
Lontano dai giochi di potere usa lo stesso fanciullesco disincanto parlando di IOR, carrierismo ecclesiastico, corruzione nella curia o vizi e lussi della nomenclatura.
Sbaglia però, chi pensa che Bergoglio sia uno sprovveduto, in fondo resta sempre un gesuita: a 4 mesi dall'elezione non è ancora andato a vivere nel Palazzo Apostolico Vaticano.
Buono si, ma mica scemo!

sabato 16 marzo 2013

Messico e nuvole

Del nuovo Papa mi hanno colpito le scarpe.
Venerdì, nella prima udienza pubblica del Pontefice con i giornalisti, ho notato il suo modo di incedere, accorto, quasi incerto che mal s'addice ad un monarca assoluto.
Sotto la tonaca bianca s'intravedono i pantaloni, le calze e le scarpe.
Rigorosamente neri, quelli di ogni buon parroco di periferia.
Scarpe diverse da quelle rosse del "Diavolo veste Prada" del suo predecessore.
Scarpe grosse, come quelle dei contadini, comode come quelle dei pellegrini medioevali lungo la via francigena.
Ricordano quelle di Fernandel nei film di don Camillo.
Mi piacerebbe aprire una linea di credito a questo papa, i problemi sul tappeto, per lui, sono tanti e tutti spinosi: nei prossimi mesi c'è il pagamento dell'IMU.
Se il buongiorno si vede dal mattino, è anche vero che una rondine non fa primavera.
Staremo a vedere.