martedì 28 gennaio 2014

Spalliera svedese

Grande scalpore hanno destato le richieste presentate dal gruppo svedese Electrolux ai sindacati, nel corso della riunione fiume di ieri a Mestre: sospensione degli effetti della contrattazione di secondo livello che vale circa 130 euro al mese sugli attuali stipendi medi da 1.350, chiusura dello stabilimento di Porcia (Pn), taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendale e riduzione dell'orario a 6 ore.
Decisamente meglio, però, rispetto alle voci che erano trapelate nei giorni scorsi in cui si accennava alla possibilità di ridurre gli stipendi a 700/800 euro incrementando i livelli di produzione.
I lavoratori protestano, i sindacati s'indignano, i politici prima si stracciano le vesti poi si si mandano bellamente a quel paese, esattamente come accaduto tra il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e l'ex sindaco di Padova e ora ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato: baruffe chiozzotte...
La politica è impotente e, come sempre, è il cittadino che deve almeno provare a difendersi da solo.
Nel 2000 la giornalista Naomi Klein scriveva "No Logo".
Una delle teorie espresse riguardava il consumo critico e il consumo consapevole.
Se un'azienda rischiasse di veder "evaporare" in pochi mesi il proprio fatturato probabilmente ci penserebbe, non una ma dieci volte, anche solo prima di pensare ad un certo tipo di proposte.
Da oggi non acquisterò più nulla prodotto dal gruppo Electrolux.
Chiunque volesse seguire il mio esempio, troverà QUI un comodo elenco di brand da evitare.

P.S.
Nel 1986, dopo la porcata della vendita dell'Alfa Romeo, fa ho giurato che, in vita, non avrei mai più acquistato auto del gruppo FIAT.
Promessa mantenuta.

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