Nanni Moretti nell'indimenticabile film "Palombella Rossa", ammolla un paio di pizze alla malcapitata giornalista di turno urlando: "Ma come parlaaa? Le parole sono importantiiii!!".
Le parole sono importanti, è innegabile, ma forse più importanti sono i fatti, quelli con cui ci confrontiamo tutti i giorni.
La Presidente della Camera, Laura Boldrini, ieri, ha applicato la "tagliola" o la "ghigliottina" o l'affettatrice?
Poco importa come vogliamo chiamarla, il risultato è evidente e chiaro come in una giornata d'estate sotto al sole: 7,5 miliardi di euro regalati alle banche, nascosti dentro un decreto che abolisce il pagamento dell'IMU.
Regalare 7,5 miliardi di euro alle banche è antipopolare, come donare un'emoteca a Dracula, meglio quindi edulcorare le parole.
Meglio dire "ricapitalizzare".
Ma quel che è peggio è cercare di nascondere una norma mascherandola con un altra.
Era già successo qualche tempo fa quando si cercò di impedire l'abolizione delle provincie dentro al decreto contro la violenza sulle donne.
Sotto l'impedimento della violenza fisica alle donne, violentano il portafoglio di tutti.
Mi vien da sorridere se penso a come, negli ultimi anni, i nostri politici abbiamo inventato neologismi, come "termovalorizzatori".
L'avessero pensato i nazisti, oggi i forni crematori, nei campi di sterminio, avrebbero bruciato lo stesso numero di cadaveri ma ci farebbero, sicuramente, meno impressione.
venerdì 31 gennaio 2014
martedì 28 gennaio 2014
Spalliera svedese
Grande scalpore hanno destato le richieste presentate dal gruppo svedese Electrolux ai sindacati, nel corso della riunione fiume di ieri a Mestre: sospensione degli effetti della contrattazione di secondo livello che vale circa 130 euro al mese sugli attuali stipendi medi da 1.350, chiusura dello stabilimento di Porcia (Pn), taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendale e riduzione dell'orario a 6 ore.
Decisamente meglio, però, rispetto alle voci che erano trapelate nei giorni scorsi in cui si accennava alla possibilità di ridurre gli stipendi a 700/800 euro incrementando i livelli di produzione.
I lavoratori protestano, i sindacati s'indignano, i politici prima si stracciano le vesti poi si si mandano bellamente a quel paese, esattamente come accaduto tra il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e l'ex sindaco di Padova e ora ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato: baruffe chiozzotte...
La politica è impotente e, come sempre, è il cittadino che deve almeno provare a difendersi da solo.
Nel 2000 la giornalista Naomi Klein scriveva "No Logo".
Una delle teorie espresse riguardava il consumo critico e il consumo consapevole.
Se un'azienda rischiasse di veder "evaporare" in pochi mesi il proprio fatturato probabilmente ci penserebbe, non una ma dieci volte, anche solo prima di pensare ad un certo tipo di proposte.
Da oggi non acquisterò più nulla prodotto dal gruppo Electrolux.
Chiunque volesse seguire il mio esempio, troverà QUI un comodo elenco di brand da evitare.
P.S.
Nel 1986, dopo la porcata della vendita dell'Alfa Romeo, fa ho giurato che, in vita, non avrei mai più acquistato auto del gruppo FIAT.
Promessa mantenuta.
Decisamente meglio, però, rispetto alle voci che erano trapelate nei giorni scorsi in cui si accennava alla possibilità di ridurre gli stipendi a 700/800 euro incrementando i livelli di produzione.
I lavoratori protestano, i sindacati s'indignano, i politici prima si stracciano le vesti poi si si mandano bellamente a quel paese, esattamente come accaduto tra il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e l'ex sindaco di Padova e ora ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato: baruffe chiozzotte...
La politica è impotente e, come sempre, è il cittadino che deve almeno provare a difendersi da solo.
Nel 2000 la giornalista Naomi Klein scriveva "No Logo".
Una delle teorie espresse riguardava il consumo critico e il consumo consapevole.
Se un'azienda rischiasse di veder "evaporare" in pochi mesi il proprio fatturato probabilmente ci penserebbe, non una ma dieci volte, anche solo prima di pensare ad un certo tipo di proposte.
Da oggi non acquisterò più nulla prodotto dal gruppo Electrolux.
Chiunque volesse seguire il mio esempio, troverà QUI un comodo elenco di brand da evitare.
P.S.
Nel 1986, dopo la porcata della vendita dell'Alfa Romeo, fa ho giurato che, in vita, non avrei mai più acquistato auto del gruppo FIAT.
Promessa mantenuta.
lunedì 27 gennaio 2014
Giornata della memoria 2014
27 gennaio 2014: giornata della memoria.
Niente di meglio, per commemorare la ricorrenza, che un bello scandalo all'Ospedale Israelitico di Roma.
Secondo 'La Repubblica', il presidente INPS, Antonio Mastrapasqua, sarebbe indagato dai pm di Roma per truffa ai danni dello Stato.
Migliaia di cartelle cliniche taroccate e fatture gonfiate all'Ospedale Israelitico, di cui è direttore generale.
Semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell'Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in "operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia".
In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate.
In tutto 85 milioni di euro: 14 milioni sarebbero rimborsi "non dovuti" ma richiesti lo stesso alla Regione Lazio. Gli altri 71 sono un presunto "ingiusto vantaggio" conseguito dalla clinica romana dal 2011 al 2013. E al vaglio dei magistrati c'è pure la cessione all'Inps di una parte di questo credito "non esigibile", servita a sanare i conti della struttura romana.
Manovra, questa, pensata, avviata e autorizzata da Mastrapasqua, nella doppia veste di debitore e creditore.
Se esiste il conflitto d'interessi Mastrapasqua ne è uno dei maggiori profeti.
Alla poltrona di presidente dell'Inps, ne aggiunge altre venticinque: tra cui la vicepresidenza di Equitalia, la presidenza della società di fondi di investimenti immobiliari Idea Fimit Sgr e i posti nei collegi sindacali di Eur spa, Coni Servizi spa e Autostrade per l'Italia.
Mi sarebbe piaciuto fare qualche battuta sull'avidità ebraica di questo boiardo di stato ma il vero problema è se questa piaga biblica sia imputabile al singolo o alla solita cancrenosa classe politica d'incapaci.
Niente di meglio, per commemorare la ricorrenza, che un bello scandalo all'Ospedale Israelitico di Roma.
Secondo 'La Repubblica', il presidente INPS, Antonio Mastrapasqua, sarebbe indagato dai pm di Roma per truffa ai danni dello Stato.
Migliaia di cartelle cliniche taroccate e fatture gonfiate all'Ospedale Israelitico, di cui è direttore generale.
Semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell'Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in "operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia".
In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate.
In tutto 85 milioni di euro: 14 milioni sarebbero rimborsi "non dovuti" ma richiesti lo stesso alla Regione Lazio. Gli altri 71 sono un presunto "ingiusto vantaggio" conseguito dalla clinica romana dal 2011 al 2013. E al vaglio dei magistrati c'è pure la cessione all'Inps di una parte di questo credito "non esigibile", servita a sanare i conti della struttura romana.
Manovra, questa, pensata, avviata e autorizzata da Mastrapasqua, nella doppia veste di debitore e creditore.
Se esiste il conflitto d'interessi Mastrapasqua ne è uno dei maggiori profeti.
Alla poltrona di presidente dell'Inps, ne aggiunge altre venticinque: tra cui la vicepresidenza di Equitalia, la presidenza della società di fondi di investimenti immobiliari Idea Fimit Sgr e i posti nei collegi sindacali di Eur spa, Coni Servizi spa e Autostrade per l'Italia.
Mi sarebbe piaciuto fare qualche battuta sull'avidità ebraica di questo boiardo di stato ma il vero problema è se questa piaga biblica sia imputabile al singolo o alla solita cancrenosa classe politica d'incapaci.
sabato 25 gennaio 2014
Roberto Vacca - Partecipazione mirata vs crowdsourcing casuale
Opinionisti, politologi e politici dibattono su importanti decisioni economiche e politiche, ma ne trattano aspetti astratti o burocratici contribuendo a ritardarle. Parlano di riformare leggi elettorali, strutture, giustizia; etica, prebende e stipendi spropositati; abolire privilegi della casta; colpire corruzione, collusioni. Parlano di creare lavori in cultura (quale?), turismo, agricoltura, cibo e anche ICT – ma non menzionano i lavori in alta tecnologia.
Sono ignorate o nominate di sfuggita, le riforme sostanziali: quadruplicare investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, migliorare e finanziare di più le scuole, redimere dal degrado i mezzi di comunicazione di massa e fare in modo che giornali, radio e TV diffondano conoscenza del mondo invece di irrilevanze. Abbiamo bisogno di aiuto, ma non arriva. Sedicenti pensatori o capi spirituali parlano e scrivono di problemi marginali. Non studiano. Non vedono come sta cambiando il mondo, nè come potrebbe cambiare - in meglio.
Si sta diffondendo l’idea che aiuti decisivi all’innovazione possano venire dalla partecipazione dei cittadini - del pubblico. Se si riuscisse ad arruolare grandi numeri di cittadini, sostiene taluno, si arriverebbe a soluzioni sane, eque e intelligenti. In inglese si chiama “crowdsourcing” – la risorsa della folla.
In Germania esiste da molti decenni la co-gestione (Mitbestimmung): rappresentanti dei lavoratori siedono nei consigli di amministrazione delle grandi aziende e partecipano a decisioni importanti su investimenti e pianificazioni. Anche i sindacati aziendali (non nazionali) funzionano bene. In Italia è raro che si discuta di piani radicalmente innovativi. Vengono formulati e realizzati in alta tecnologia e ICT da alcune (poche) imprese grandi e medie. Queste andrebbero pubblicizzate ampiamente e additate ad esempio, non ignorate od osteggiate.
Si diffonde, purtroppo, la nozione che una partecipazione vasta sia ricetta valida per ottimizzare piani e decisioni. Si propone perfino che i partecipanti siano scelti a caso onde evitare favoritismi. Si è proposto che i partecipanti siano “stratificati”. cioè presi dalle varie categorie nelle stesse proporzioni in cui sono presenti nella popolazione in generale (avvocati, tecnici, medici, carrozzieri, impiegati, etc.). Occorre, invece, selezionare persone che superino adeguate soglie di competenza e che continuino a essere addestrate nelle discipline, nozioni e strumenti opportuni. Addestramento e diffusione di cultura devono messere perseguiti per vie ben diverse da quelle dei promotori e dei pubblicitari. Non si deve mirare a inculcare slogan. Per disseminare conoscenza bisogna averla – e si ottiene studiando. Non vanno usati linguaggi scheletrici. Servono descrizioni e analisi chiare, non ripetizione di “catchword” [neologismi di moda] presi in prestito ovunque senza discriminazione. I cittadini possono capire quali siano le scelte migliori con studi, ragionamenti e confronti. Non devono essere indotti a uniformarsi a conclusioni improvvisate, magari espresse in tweet.
Occorre valutare e controllare la qualità: prescrizione alla base dei successi della tecnologia, dell’innovazione, dell’alto rendimento di gruppi umani organizzati. Diffondere conoscenza non è un lavoretto facile da realizzare in pillole, slogan, icone, schemini, video.
Il crowdsourcing somiglia alla così detta democrazia della rete o “net democracy”. Taluno sostiene che sarebbe meglio della democrazia parlamentare e presenta proposte politiche appoggiate dal “voto-sondaggio” di alcune migliaia di affiliati. Questi dovrebbero rappresentare efficacemente le opinioni di qualche milione di votanti – una “maggioranza” ora silenziosa. Richiama alla mente il racconto di fantascienza dei sondaggisti USA che individuano lo Stato, poi la città, poi la circoscrizione elettorale e, infine, il singolo cittadino che da decenni ha sempre votato per l’assessore, il sindaco, il congressman, il senatore, il presidente che poi veniva eletto. Propongono che quel cittadino decida lui chi dovrà essere il prossimo Presidente USA, evitando gli oneri di una inutile campagna elettorale-
Il mezzo non è il messaggio. I messaggi seri, interessanti, utili non si improvvisano. Aiutare il pubblico e i giovani ad acquisire buoni criteri di giudizio è meritevole e necessario - e anche la scuola lo sta facendo troppo poco.
Sono ignorate o nominate di sfuggita, le riforme sostanziali: quadruplicare investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, migliorare e finanziare di più le scuole, redimere dal degrado i mezzi di comunicazione di massa e fare in modo che giornali, radio e TV diffondano conoscenza del mondo invece di irrilevanze. Abbiamo bisogno di aiuto, ma non arriva. Sedicenti pensatori o capi spirituali parlano e scrivono di problemi marginali. Non studiano. Non vedono come sta cambiando il mondo, nè come potrebbe cambiare - in meglio.
Si sta diffondendo l’idea che aiuti decisivi all’innovazione possano venire dalla partecipazione dei cittadini - del pubblico. Se si riuscisse ad arruolare grandi numeri di cittadini, sostiene taluno, si arriverebbe a soluzioni sane, eque e intelligenti. In inglese si chiama “crowdsourcing” – la risorsa della folla.
In Germania esiste da molti decenni la co-gestione (Mitbestimmung): rappresentanti dei lavoratori siedono nei consigli di amministrazione delle grandi aziende e partecipano a decisioni importanti su investimenti e pianificazioni. Anche i sindacati aziendali (non nazionali) funzionano bene. In Italia è raro che si discuta di piani radicalmente innovativi. Vengono formulati e realizzati in alta tecnologia e ICT da alcune (poche) imprese grandi e medie. Queste andrebbero pubblicizzate ampiamente e additate ad esempio, non ignorate od osteggiate.
Si diffonde, purtroppo, la nozione che una partecipazione vasta sia ricetta valida per ottimizzare piani e decisioni. Si propone perfino che i partecipanti siano scelti a caso onde evitare favoritismi. Si è proposto che i partecipanti siano “stratificati”. cioè presi dalle varie categorie nelle stesse proporzioni in cui sono presenti nella popolazione in generale (avvocati, tecnici, medici, carrozzieri, impiegati, etc.). Occorre, invece, selezionare persone che superino adeguate soglie di competenza e che continuino a essere addestrate nelle discipline, nozioni e strumenti opportuni. Addestramento e diffusione di cultura devono messere perseguiti per vie ben diverse da quelle dei promotori e dei pubblicitari. Non si deve mirare a inculcare slogan. Per disseminare conoscenza bisogna averla – e si ottiene studiando. Non vanno usati linguaggi scheletrici. Servono descrizioni e analisi chiare, non ripetizione di “catchword” [neologismi di moda] presi in prestito ovunque senza discriminazione. I cittadini possono capire quali siano le scelte migliori con studi, ragionamenti e confronti. Non devono essere indotti a uniformarsi a conclusioni improvvisate, magari espresse in tweet.
Occorre valutare e controllare la qualità: prescrizione alla base dei successi della tecnologia, dell’innovazione, dell’alto rendimento di gruppi umani organizzati. Diffondere conoscenza non è un lavoretto facile da realizzare in pillole, slogan, icone, schemini, video.
Il crowdsourcing somiglia alla così detta democrazia della rete o “net democracy”. Taluno sostiene che sarebbe meglio della democrazia parlamentare e presenta proposte politiche appoggiate dal “voto-sondaggio” di alcune migliaia di affiliati. Questi dovrebbero rappresentare efficacemente le opinioni di qualche milione di votanti – una “maggioranza” ora silenziosa. Richiama alla mente il racconto di fantascienza dei sondaggisti USA che individuano lo Stato, poi la città, poi la circoscrizione elettorale e, infine, il singolo cittadino che da decenni ha sempre votato per l’assessore, il sindaco, il congressman, il senatore, il presidente che poi veniva eletto. Propongono che quel cittadino decida lui chi dovrà essere il prossimo Presidente USA, evitando gli oneri di una inutile campagna elettorale-
Il mezzo non è il messaggio. I messaggi seri, interessanti, utili non si improvvisano. Aiutare il pubblico e i giovani ad acquisire buoni criteri di giudizio è meritevole e necessario - e anche la scuola lo sta facendo troppo poco.
martedì 21 gennaio 2014
Cin Cin
Roberto Cassago, 71 anni è l'assessore provinciale al Personale e ai Sistemi informatici della Provincia di Milano.
Recentemente passato dal PDL al Nuovo Centrodestra, lo scorso 19 dicembre ha bucato con il tappo di uno spumante una delle tele settecentesche di Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano.
Una festa un pò movimentata, non si capisce bene se per festeggiare il cambio di casacca o per il brindisi natalizio, ma soprattutto un cincin davvero col botto.
Ad un mese di distanza Cassago ammette la colpa e si dice pronto a rifondere il danno.
All’assessore, comunque, poteva andare peggio.
Il quadro danneggiato, una tela a olio di 235×405 raffigurante le gesta di Capellino Isimbardi, è sì del 700 ma è di autore ignoto e di valore di poche migliaia di euro.
Speriamo solo che l'assessore abbia avuto più "mira" centrando la nuova formazione politica.
Recentemente passato dal PDL al Nuovo Centrodestra, lo scorso 19 dicembre ha bucato con il tappo di uno spumante una delle tele settecentesche di Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano.
Una festa un pò movimentata, non si capisce bene se per festeggiare il cambio di casacca o per il brindisi natalizio, ma soprattutto un cincin davvero col botto.
Ad un mese di distanza Cassago ammette la colpa e si dice pronto a rifondere il danno.
All’assessore, comunque, poteva andare peggio.
Il quadro danneggiato, una tela a olio di 235×405 raffigurante le gesta di Capellino Isimbardi, è sì del 700 ma è di autore ignoto e di valore di poche migliaia di euro.
Speriamo solo che l'assessore abbia avuto più "mira" centrando la nuova formazione politica.
lunedì 20 gennaio 2014
All Blacks
Angiola Armellini, figlia dell'immobiliarista Renato, uno dei sette re romani del mattone, è stata denunciata alla procura, insieme ad altre 11 persone, tra i quali alcuni consulenti, italiani e stranieri, incaricati della gestione contabile e fiscale del suo patrimonio immobiliare.
Da quanto emerso dalle indagini, l’imprenditrice, è risultata proprietaria di 1243 immobili, prevalentemente nella Capitale e non avrebbe pagato nemmeno un euro di tasse, nascondendo al Fisco oltre due miliardi di euro.
L'imprenditrice, nota anche per il suo passato legame con l’esponente Pd Bruno Tabacci, risiede in un lussuoso appartamento (attico e superattico) in centro a Roma, neanche a dirlo, non classificato come abitazione e ha utilizzato diversi luoghi per nascondersi al fisco: principato di Monaco, Lussemburgo, Svizzera, Jersey, Bahamas e Nuova Zelanda.
In tutto 190 milioni di tasse non pagate.
All Blacks, esattamente come la squadra di rugby neozelandese.
Da quanto emerso dalle indagini, l’imprenditrice, è risultata proprietaria di 1243 immobili, prevalentemente nella Capitale e non avrebbe pagato nemmeno un euro di tasse, nascondendo al Fisco oltre due miliardi di euro.
L'imprenditrice, nota anche per il suo passato legame con l’esponente Pd Bruno Tabacci, risiede in un lussuoso appartamento (attico e superattico) in centro a Roma, neanche a dirlo, non classificato come abitazione e ha utilizzato diversi luoghi per nascondersi al fisco: principato di Monaco, Lussemburgo, Svizzera, Jersey, Bahamas e Nuova Zelanda.
In tutto 190 milioni di tasse non pagate.
All Blacks, esattamente come la squadra di rugby neozelandese.
martedì 14 gennaio 2014
Roberto Vacca – Tagliati investimenti pubblici migliori ...e si parla d’altro
Il Governo italiano riduce ancora gli investimenti in ricerca. Tende ad allinearsi con il privato - gli industriali che investono in ricerca e sviluppo poco più di metà di quanto fanno in media i paesi europei, mentre finora il pubblico stava al 70% della media europea.
Dal 2000 al 2005 lo Stato investiva 130 milioni di euro all’anno nel programma nazionale di investimenti in ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università e da enti pubblici di ricerca. I fondi per questo Programma di Ricerche di Interesse Nazionale (PRIN) scendevano a 106 milioni nel 2009, 85 nel 2011 e 38 nel 2012. Ora pare stiano per essere annullati e conglobati in quelli (minimi) per finanziare i ricercatori precari.
Di questa situazione “bestiale e indiscreta” (per usare le parole di un agiografo spagnolo medioevale) non parlano i giornali, né i politici. Menzionano più spesso i 14 milioni e mezzo che il Ministero per i Beni Artistici e Culturali ha trovato per comprare e iniziare a riparare la disastrata Reggia borbonica di Carditello. Questa iniziativa è certo meritoria, ma molto meno urgente di quelle per la ricerca. Sembra che sia considerato virtuoso l’ignorare che l’economia prospera e la disoccupazione cala nei paesi che investono in ricerca e sviluppo quattro o cinque volte più di noi.
Come dico sopra nel primo capoverso, l’inadeguatezza degli imprenditori privati è ben maggiore di quella dei poteri pubblici. Anche di questo parlamentari e funzionari dei partiti non si rendono conto.
Nei loro dibattiti e nelle loro consultazioni discutono di: unioni civili e matrimoni fra omosessuali; tasse sui giochi d’azzardo (giusta); restituzione agli insegnanti di scatti d’anzianità che hanno ricevuto per (deplorevole) errore; data di esazione della mini IMU; desiderabile salvataggio dei due fucilieri di marina indebitamente detenuti in India.
Sono tutte questioni rilevanti – e alcune di esse sono state messe sul tappeto molto recentemente. È più vitale e urgente eliminare la vergogna nazionale, che dura da molti decenni, delle scarse risorse dedicate da istituzioni e imprenditori a università, scienza, ricerca e sviluppo.
Sono temi importanti e seri. Sentiamo parlare, invece, di astrattezze e di battibecchi con discorsi, tweet e blog pieni di tropi volgari. Fra questi: “marchette”, “mal di pancia”, “battute”, “assalti alla diligenza” – e non ne cito altri scatologici e penosi.
È triste e tragico che sia negletta la cultura tecnico-scientifica. Però è urgente che anche la cultura letteraria e l’uso corretto della lingua siano coltivati. Parlare e scrivere chiaro aiuterebbe a pensare chiaro.
Dal 2000 al 2005 lo Stato investiva 130 milioni di euro all’anno nel programma nazionale di investimenti in ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università e da enti pubblici di ricerca. I fondi per questo Programma di Ricerche di Interesse Nazionale (PRIN) scendevano a 106 milioni nel 2009, 85 nel 2011 e 38 nel 2012. Ora pare stiano per essere annullati e conglobati in quelli (minimi) per finanziare i ricercatori precari.
Di questa situazione “bestiale e indiscreta” (per usare le parole di un agiografo spagnolo medioevale) non parlano i giornali, né i politici. Menzionano più spesso i 14 milioni e mezzo che il Ministero per i Beni Artistici e Culturali ha trovato per comprare e iniziare a riparare la disastrata Reggia borbonica di Carditello. Questa iniziativa è certo meritoria, ma molto meno urgente di quelle per la ricerca. Sembra che sia considerato virtuoso l’ignorare che l’economia prospera e la disoccupazione cala nei paesi che investono in ricerca e sviluppo quattro o cinque volte più di noi.
Come dico sopra nel primo capoverso, l’inadeguatezza degli imprenditori privati è ben maggiore di quella dei poteri pubblici. Anche di questo parlamentari e funzionari dei partiti non si rendono conto.
Nei loro dibattiti e nelle loro consultazioni discutono di: unioni civili e matrimoni fra omosessuali; tasse sui giochi d’azzardo (giusta); restituzione agli insegnanti di scatti d’anzianità che hanno ricevuto per (deplorevole) errore; data di esazione della mini IMU; desiderabile salvataggio dei due fucilieri di marina indebitamente detenuti in India.
Sono tutte questioni rilevanti – e alcune di esse sono state messe sul tappeto molto recentemente. È più vitale e urgente eliminare la vergogna nazionale, che dura da molti decenni, delle scarse risorse dedicate da istituzioni e imprenditori a università, scienza, ricerca e sviluppo.
Sono temi importanti e seri. Sentiamo parlare, invece, di astrattezze e di battibecchi con discorsi, tweet e blog pieni di tropi volgari. Fra questi: “marchette”, “mal di pancia”, “battute”, “assalti alla diligenza” – e non ne cito altri scatologici e penosi.
È triste e tragico che sia negletta la cultura tecnico-scientifica. Però è urgente che anche la cultura letteraria e l’uso corretto della lingua siano coltivati. Parlare e scrivere chiaro aiuterebbe a pensare chiaro.
lunedì 13 gennaio 2014
Il Tar annulla il voto in Piemonte
Come sempre più spesso accade, dove la politica non riesce a risolvere i problemi, ci mette una pezza la magistratura.
E' della scorsa settimana la sentenza del TAR del Piemonte che, a quasi 4 anni di distanza, annulla le elezioni regionali che hanno eletto Roberto Cota a presidente.
In questo periodo: ricorsi, udienze, una condanna – arrivata fino al terzo grado di giudizio – per falsificazione delle firme sul fronte del Centrodestra e un patteggiamento per lo stesso reato sul versante opposto.
Accolto dunque il ricorso dell'ex governatore Mercedes Bresso, si apre la via al voto anticipato per la Regione Piemonte con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza.
La vittoria di Pirro.
Roberto Cota, dal canto suo , ha spiegato che intende presentare immediato ricorso al Consiglio di Stato e ottenere una sospensiva della sentenza del TAR in attesa del pronunciamento del più alto grado di giudizio amministrativo.
In questo letamaio spunta anche la voce del neo segretario della Lega Nord, Matto Salvini.
Sabato sera a margine della manifestazione leghista a sostegno della Giunta Regionale guidata da Cota (40 persone secondo la Questura, più credibilmente trecento), Salvini ha chiuso il comizio con queste parole: "La prossima volta che toccheranno un leghista, mille, 2mila, 10mila persone si mobiliteranno, pacifiche ma non tanto. Qualcuno dovrà avere paura ma la paura fa bene".
Uno degli aspetti più significativi della vicenda è che dal maggio del 2010 la Regione Piemonte ha speso circa 100 mila euro in spese legali per difendersi dai ricorsi dell’ex presidente, dei Verdi, dei radicali e dell’Udc.
Insomma loro litigano ma i cazzotti in faccia li prendiamo noi.
E' della scorsa settimana la sentenza del TAR del Piemonte che, a quasi 4 anni di distanza, annulla le elezioni regionali che hanno eletto Roberto Cota a presidente.
In questo periodo: ricorsi, udienze, una condanna – arrivata fino al terzo grado di giudizio – per falsificazione delle firme sul fronte del Centrodestra e un patteggiamento per lo stesso reato sul versante opposto.
Accolto dunque il ricorso dell'ex governatore Mercedes Bresso, si apre la via al voto anticipato per la Regione Piemonte con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza.
La vittoria di Pirro.
Roberto Cota, dal canto suo , ha spiegato che intende presentare immediato ricorso al Consiglio di Stato e ottenere una sospensiva della sentenza del TAR in attesa del pronunciamento del più alto grado di giudizio amministrativo.
In questo letamaio spunta anche la voce del neo segretario della Lega Nord, Matto Salvini.
Sabato sera a margine della manifestazione leghista a sostegno della Giunta Regionale guidata da Cota (40 persone secondo la Questura, più credibilmente trecento), Salvini ha chiuso il comizio con queste parole: "La prossima volta che toccheranno un leghista, mille, 2mila, 10mila persone si mobiliteranno, pacifiche ma non tanto. Qualcuno dovrà avere paura ma la paura fa bene".
Uno degli aspetti più significativi della vicenda è che dal maggio del 2010 la Regione Piemonte ha speso circa 100 mila euro in spese legali per difendersi dai ricorsi dell’ex presidente, dei Verdi, dei radicali e dell’Udc.
Insomma loro litigano ma i cazzotti in faccia li prendiamo noi.
sabato 11 gennaio 2014
Pippo, Pippo non lo sa...
Ieri sera alla Colonia Fluviale San Benedetto a Trezzo sull'Adda Maurizio Landini presentava il suo libro: "Forza lavoro" (Feltrinelli - 14 euro).
Alla presentazione, nella Colonia, partecipano anche Pippo Civati e Tito Boeri.
Maurizio Landini è il leader della FIOM, corrente di minoranza della CGIL, Civati è stato recentemente trombato alle primarie del PD e Tito Boeri, economista e docente alla Bocconi di montiana memoria, è fratello di Stefano, trombato alle primarie per il posto di Sindaco al Comune di Milano.
Un pugno di persone non proprio vincenti, diciamocelo, in tutta sincerità.
Il pubblico non fa differenza, troppi pensionati e troppo pochi giovani.
Landini è un trascinatore, sa toccare le corde giuste, scatena appalusi a piene mani.
Tito Boeri invece sembra un Tavor, come il suo "Magnifico Rettore Chiarissimo", parla a fiume senza mai dire nulla.
Pippo Civati ha un futuro assicurato, qualora la sua esperienza politica volgesse al termine, un vero comico, stacca una battuta dopo l'altra.
Ad un certo punto ha detto che chi afferma che destra e sinistra sono uguali, è di destra.
Con una sola battuta ha dato del fascista a Giorgio Gaber e s'è dimenticato che con il centro destra da 26 mesi ci governa il PD.
Fuori dalla sala, in disparte, intravedo un ilare Fabio Pizzul, quello che ancora definisce gli inceneritori: termovalorizzatori.
Come nei migliori gialli, l'assassino che torna sempre sul luogo del delitto.
Alla presentazione, nella Colonia, partecipano anche Pippo Civati e Tito Boeri.
Maurizio Landini è il leader della FIOM, corrente di minoranza della CGIL, Civati è stato recentemente trombato alle primarie del PD e Tito Boeri, economista e docente alla Bocconi di montiana memoria, è fratello di Stefano, trombato alle primarie per il posto di Sindaco al Comune di Milano.
Un pugno di persone non proprio vincenti, diciamocelo, in tutta sincerità.
Il pubblico non fa differenza, troppi pensionati e troppo pochi giovani.
Landini è un trascinatore, sa toccare le corde giuste, scatena appalusi a piene mani.
Tito Boeri invece sembra un Tavor, come il suo "Magnifico Rettore Chiarissimo", parla a fiume senza mai dire nulla.
Pippo Civati ha un futuro assicurato, qualora la sua esperienza politica volgesse al termine, un vero comico, stacca una battuta dopo l'altra.
Ad un certo punto ha detto che chi afferma che destra e sinistra sono uguali, è di destra.
Con una sola battuta ha dato del fascista a Giorgio Gaber e s'è dimenticato che con il centro destra da 26 mesi ci governa il PD.
Fuori dalla sala, in disparte, intravedo un ilare Fabio Pizzul, quello che ancora definisce gli inceneritori: termovalorizzatori.
Come nei migliori gialli, l'assassino che torna sempre sul luogo del delitto.
mercoledì 8 gennaio 2014
Sex & Drugs & Rock & Roll
La Lega Nord, relegata all'opposizione, cerca nuovi consensi.
Gianni Fava, assessore lombardo all'Agricoltura, forse anche alla luce delle recenti liberalizzazioni in alcuni stati americani, apre uno spiraglio alla marjiuana: «Il proibizionismo» sulla cannabis «ha fallito» cinguetta, il giorno dell'epifania, su twitter.
L’idea è immediatamente bocciata dai vertici del Carroccio: il capogruppo della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo la bolla come una «posizione personale».
Per Matteo Salvini, neo segretario della Lega Nord, i vizi non sono tutti uguali, piuttosto: «Tassiamo la prostituzione!».
Se non dimentichiamo che Bobo Maroni, Presidente di Regione Lombardia, è un grande appassionato di musica, che con il suo gruppo, Distretto 51, si esibisce appena gli impegni istituzionali lo consentono, il cerchio si chiude.
«Sex & Drugs & Rock & Roll è tutto quello di cui la mia testa e il mio corpo hanno bisogno», cantava Ian Dury nel 1977.
La Lega Nord, proibizionismo a parte, avrebbe bisogno anche di un paio di votarelli in più.
Gianni Fava, assessore lombardo all'Agricoltura, forse anche alla luce delle recenti liberalizzazioni in alcuni stati americani, apre uno spiraglio alla marjiuana: «Il proibizionismo» sulla cannabis «ha fallito» cinguetta, il giorno dell'epifania, su twitter.
L’idea è immediatamente bocciata dai vertici del Carroccio: il capogruppo della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo la bolla come una «posizione personale».
Per Matteo Salvini, neo segretario della Lega Nord, i vizi non sono tutti uguali, piuttosto: «Tassiamo la prostituzione!».
Se non dimentichiamo che Bobo Maroni, Presidente di Regione Lombardia, è un grande appassionato di musica, che con il suo gruppo, Distretto 51, si esibisce appena gli impegni istituzionali lo consentono, il cerchio si chiude.
«Sex & Drugs & Rock & Roll è tutto quello di cui la mia testa e il mio corpo hanno bisogno», cantava Ian Dury nel 1977.
La Lega Nord, proibizionismo a parte, avrebbe bisogno anche di un paio di votarelli in più.
lunedì 6 gennaio 2014
La malattia dei comunisti
Nell'aprile del 1920 Lenin scriveva il saggio: "L’estremismo, malattia infantile del comunismo".
In realtà la malattia del comunismo è l'emorragia cerebrale.
Lenin lo scoprirà qualche anno dopo, vittima di una serie di ischemie che lo porteranno alla morte.
Di emorragia cerebrale moriranno anche i due più importanti segretari del Partito Comunista Italiano: Togliatti e Berlinguer.
Ieri a cadere vittima dell'emorragia cerebrale è stato Pierluigi Bersani ex segretario di quel PD che del PCI dovrebbe esserne in parte l'erede.
Bersani, per sua fortuna, non è morto.
Da capire se la responsabilità e del progresso della scienza medica oppure della mancanza di ideale.
In realtà la malattia del comunismo è l'emorragia cerebrale.
Lenin lo scoprirà qualche anno dopo, vittima di una serie di ischemie che lo porteranno alla morte.
Di emorragia cerebrale moriranno anche i due più importanti segretari del Partito Comunista Italiano: Togliatti e Berlinguer.
Ieri a cadere vittima dell'emorragia cerebrale è stato Pierluigi Bersani ex segretario di quel PD che del PCI dovrebbe esserne in parte l'erede.
Bersani, per sua fortuna, non è morto.
Da capire se la responsabilità e del progresso della scienza medica oppure della mancanza di ideale.
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