sabato 1 febbraio 2014

Kabobo forever

Adam Kabobo, il ghanese che a maggio 2013, a Milano, ha ucciso tre passanti a colpi di piccone, deve rimanere in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Milano, rigettando l'istanza della difesa di trasferimento in un ospedale psichiatrico giudiziario. Kabobo resterà a San Vittore nonostante la perizia medica indicasse che le sue condizioni di salute mentale fossero incompatibili con la prigione.
Si fosse chiamato Ligresti probabilmente oggi sarebbe a fare shopping in via della Spiga.
Qualcuno gli passi il numero di telefono della Cancellieri!

venerdì 31 gennaio 2014

Le parole sono importanti

Nanni Moretti nell'indimenticabile film "Palombella Rossa", ammolla un paio di pizze alla malcapitata giornalista di turno urlando: "Ma come parlaaa? Le parole sono importantiiii!!".
Le parole sono importanti, è innegabile, ma forse più importanti sono i fatti, quelli con cui ci confrontiamo tutti i giorni.
La Presidente della Camera, Laura Boldrini, ieri, ha applicato la "tagliola" o la "ghigliottina" o l'affettatrice? 
Poco importa come vogliamo chiamarla, il risultato è evidente e chiaro come in una giornata d'estate sotto al sole: 7,5 miliardi di euro regalati alle banche, nascosti dentro un decreto che abolisce il pagamento dell'IMU.
Regalare 7,5 miliardi di euro alle banche è antipopolare, come donare un'emoteca a Dracula, meglio quindi edulcorare le parole. 
Meglio dire "ricapitalizzare".
Ma quel che è peggio è cercare di nascondere una norma mascherandola con un altra.
Era già successo qualche tempo fa quando si cercò di impedire l'abolizione delle provincie dentro al decreto contro la violenza sulle donne.
Sotto l'impedimento della violenza fisica alle donne, violentano il portafoglio di tutti.
Mi vien da sorridere se penso a come, negli ultimi anni, i nostri politici abbiamo inventato neologismi, come "termovalorizzatori".
L'avessero pensato i nazisti, oggi i forni crematori, nei campi di sterminio, avrebbero bruciato lo stesso numero di cadaveri ma ci farebbero, sicuramente, meno impressione.

martedì 28 gennaio 2014

Spalliera svedese

Grande scalpore hanno destato le richieste presentate dal gruppo svedese Electrolux ai sindacati, nel corso della riunione fiume di ieri a Mestre: sospensione degli effetti della contrattazione di secondo livello che vale circa 130 euro al mese sugli attuali stipendi medi da 1.350, chiusura dello stabilimento di Porcia (Pn), taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendale e riduzione dell'orario a 6 ore.
Decisamente meglio, però, rispetto alle voci che erano trapelate nei giorni scorsi in cui si accennava alla possibilità di ridurre gli stipendi a 700/800 euro incrementando i livelli di produzione.
I lavoratori protestano, i sindacati s'indignano, i politici prima si stracciano le vesti poi si si mandano bellamente a quel paese, esattamente come accaduto tra il presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e l'ex sindaco di Padova e ora ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato: baruffe chiozzotte...
La politica è impotente e, come sempre, è il cittadino che deve almeno provare a difendersi da solo.
Nel 2000 la giornalista Naomi Klein scriveva "No Logo".
Una delle teorie espresse riguardava il consumo critico e il consumo consapevole.
Se un'azienda rischiasse di veder "evaporare" in pochi mesi il proprio fatturato probabilmente ci penserebbe, non una ma dieci volte, anche solo prima di pensare ad un certo tipo di proposte.
Da oggi non acquisterò più nulla prodotto dal gruppo Electrolux.
Chiunque volesse seguire il mio esempio, troverà QUI un comodo elenco di brand da evitare.

P.S.
Nel 1986, dopo la porcata della vendita dell'Alfa Romeo, fa ho giurato che, in vita, non avrei mai più acquistato auto del gruppo FIAT.
Promessa mantenuta.

lunedì 27 gennaio 2014

Giornata della memoria 2014

27 gennaio 2014: giornata della memoria.
Niente di meglio, per commemorare la ricorrenza, che un bello scandalo all'Ospedale Israelitico di Roma.
Secondo 'La Repubblica', il presidente INPS, Antonio Mastrapasqua, sarebbe indagato dai pm di Roma per truffa ai danni dello Stato. 
Migliaia di cartelle cliniche taroccate e fatture gonfiate all'Ospedale Israelitico, di cui è direttore generale. 
Semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell'Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in "operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia". 
In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate. 
In tutto 85 milioni di euro: 14 milioni sarebbero rimborsi "non dovuti" ma richiesti lo stesso alla Regione Lazio. Gli altri 71 sono un presunto "ingiusto vantaggio" conseguito dalla clinica romana dal 2011 al 2013. E al vaglio dei magistrati c'è pure la cessione all'Inps di una parte di questo credito "non esigibile", servita a sanare i conti della struttura romana. 
Manovra, questa, pensata, avviata e autorizzata da Mastrapasqua, nella doppia veste di debitore e creditore.
Se esiste il conflitto d'interessi Mastrapasqua ne è uno dei maggiori profeti.
Alla poltrona di presidente dell'Inps, ne aggiunge altre venticinque: tra cui la vicepresidenza di Equitalia, la presidenza della società di fondi di investimenti immobiliari Idea Fimit Sgr e i posti nei collegi sindacali di Eur spa, Coni Servizi spa e Autostrade per l'Italia.
Mi sarebbe piaciuto fare qualche battuta sull'avidità ebraica di questo boiardo di stato ma il vero problema è se questa piaga biblica sia imputabile al singolo o alla solita cancrenosa classe politica d'incapaci.

sabato 25 gennaio 2014

Roberto Vacca - Partecipazione mirata vs crowdsourcing casuale

Opinionisti, politologi e politici dibattono su importanti decisioni economiche e politiche, ma ne trattano aspetti astratti o burocratici contribuendo a ritardarle. Parlano di riformare leggi elettorali, strutture, giustizia; etica, prebende e stipendi spropositati; abolire privilegi della casta; colpire corruzione, collusioni. Parlano di creare lavori in cultura (quale?), turismo, agricoltura, cibo e anche ICT – ma non menzionano i lavori in alta tecnologia.
Sono ignorate o nominate di sfuggita, le riforme sostanziali: quadruplicare investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, migliorare e finanziare di più le scuole, redimere dal degrado i mezzi di comunicazione di massa e fare in modo che giornali, radio e TV diffondano conoscenza del mondo invece di irrilevanze. Abbiamo bisogno di aiuto, ma non arriva. Sedicenti pensatori o capi spirituali parlano e scrivono di problemi marginali. Non studiano. Non vedono come sta cambiando il mondo, nè come potrebbe cambiare - in meglio.
Si sta diffondendo l’idea che aiuti decisivi all’innovazione possano venire dalla partecipazione dei cittadini - del pubblico. Se si riuscisse ad arruolare grandi numeri di cittadini, sostiene taluno, si arriverebbe a soluzioni sane, eque e intelligenti. In inglese si chiama “crowdsourcing” – la risorsa della folla.
In Germania esiste da molti decenni la co-gestione (Mitbestimmung): rappresentanti dei lavoratori siedono nei consigli di amministrazione delle grandi aziende e partecipano a decisioni importanti su investimenti e pianificazioni. Anche i sindacati aziendali (non nazionali) funzionano bene. In Italia è raro che si discuta di piani radicalmente innovativi. Vengono formulati e realizzati in alta tecnologia e ICT da alcune (poche) imprese grandi e medie. Queste andrebbero pubblicizzate ampiamente e additate ad esempio, non ignorate od osteggiate.
Si diffonde, purtroppo, la nozione che una partecipazione vasta sia ricetta valida per ottimizzare piani e decisioni. Si propone perfino che i partecipanti siano scelti a caso onde evitare favoritismi. Si è proposto che i partecipanti siano “stratificati”. cioè presi dalle varie categorie nelle stesse proporzioni in cui sono presenti nella popolazione in generale (avvocati, tecnici, medici, carrozzieri, impiegati, etc.). Occorre, invece, selezionare persone che superino adeguate soglie di competenza e che continuino a essere addestrate nelle discipline, nozioni e strumenti opportuni. Addestramento e diffusione di cultura devono messere perseguiti per vie ben diverse da quelle dei promotori e dei pubblicitari. Non si deve mirare a inculcare slogan. Per disseminare conoscenza bisogna averla – e si ottiene studiando. Non vanno usati linguaggi scheletrici. Servono descrizioni e analisi chiare, non ripetizione di “catchword” [neologismi di moda] presi in prestito ovunque senza discriminazione. I cittadini possono capire quali siano le scelte migliori con studi, ragionamenti e confronti. Non devono essere indotti a uniformarsi a conclusioni improvvisate, magari espresse in tweet.
Occorre valutare e controllare la qualità: prescrizione alla base dei successi della tecnologia, dell’innovazione, dell’alto rendimento di gruppi umani organizzati. Diffondere conoscenza non è un lavoretto facile da realizzare in pillole, slogan, icone, schemini, video. 
Il crowdsourcing somiglia alla così detta democrazia della rete o “net democracy”. Taluno sostiene che sarebbe meglio della democrazia parlamentare e presenta proposte politiche appoggiate dal “voto-sondaggio” di alcune migliaia di affiliati. Questi dovrebbero rappresentare efficacemente le opinioni di qualche milione di votanti – una “maggioranza” ora silenziosa. Richiama alla mente il racconto di fantascienza dei sondaggisti USA che individuano lo Stato, poi la città, poi la circoscrizione elettorale e, infine, il singolo cittadino che da decenni ha sempre votato per l’assessore, il sindaco, il congressman, il senatore, il presidente che poi veniva eletto. Propongono che quel cittadino decida lui chi dovrà essere il prossimo Presidente USA, evitando gli oneri di una inutile campagna elettorale-
Il mezzo non è il messaggio. I messaggi seri, interessanti, utili non si improvvisano. Aiutare il pubblico e i giovani ad acquisire buoni criteri di giudizio è meritevole e necessario - e anche la scuola lo sta facendo troppo poco.

martedì 21 gennaio 2014

Cin Cin

Roberto Cassago, 71 anni è l'assessore provinciale al Personale e ai Sistemi informatici della Provincia di Milano.
Recentemente passato dal PDL al Nuovo Centrodestra, lo scorso 19 dicembre ha bucato con il tappo di uno spumante una delle tele settecentesche di Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano. 
Una festa un pò movimentata, non si capisce bene se per festeggiare il cambio di casacca o per il brindisi natalizio, ma soprattutto un cincin davvero col botto.
Ad un mese di distanza Cassago ammette la colpa e si dice pronto a rifondere il danno. 
All’assessore, comunque, poteva andare peggio. 
Il quadro danneggiato, una tela a olio di 235×405 raffigurante le gesta di Capellino Isimbardi, è sì del 700 ma è di autore ignoto e di valore di poche migliaia di euro.
Speriamo solo che l'assessore abbia avuto più "mira" centrando la nuova formazione politica.