Uno "scoppiettante" Angelo Bagnasco, presidente della CEI, intervistato a Madrid durante le Giornate Mondiali della Gioventù, si muove a tutto campo sui temi più stringenti della politica e dell'economia nazionale.
Sconfessando l'editoriale dell’Avvenire, il quotidiano dei vescovi, che invitava al governo di tagliare le missioni dei militari italiane, all’estero, Bagnasco ne chiede la proroga: «Le missioni militari non riguardano tanto i bilanci ma i diritti umani fondamentali non rispettati», altrimenti si rischia di dimenticare «le situazioni drammatiche che si vivono in altre parti del mondo».
Immancabile poi la difesa della famiglia che resta il punto che sta più a cuore da sempre alla Chiesa.
«La famiglia è stata in questa crisi una valvola di sicurezza enorme e sarebbe miope e dannoso non considerarla come un ganglio vitale - dice Bagnasco - Non perdiamo questo patrimonio, questo punto fermo. Se la famiglia non è al centro della politica la società non va da nessuna parte».
Ma l'esternazione migliore riguarda la fiscalità del paese: «Le cifre dell'evasione fiscale sono impressionanti. Come credenti e comunità cristiana dobbiamo rimanere al richiamo etico che fa parte della nostra missione e fare appello alla coscienza di tutti perché anche questo dovere possa essere assolto da tutti per la propria giusta parte».
Incredibile l’invito moralizzatore al contribuente italiano viene proprio da quella chiesa che ha il record mondiale di esenzioni e privilegi fiscali.
Otto miliardi di euro sono il fiume di danaro che la chiesa cattolica estorce annualmente ai contribuenti italiani.
Sarebbe stato bello sentire dal presidente della Cei una disponibilità a rinunciare all’8 per mille o alle esenzioni su Ici e Ires per le attività commerciali o ad accollarsi i costi di quello scandalo che sono i docenti di religione nella scuola pubblica.
Invece al solito, è il bue che da' del cornuto all'asino...
sabato 20 agosto 2011
Il "canottiera"
Momenti difficili, giovedì scorso, per il "canottiera" in vacanza in Cadore.
La contestazione popolare arriva all'apice durante la cena di compleanno del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, alla presenza anche del ministro della semplificazione, il dentista Roberto Calderoli.
I ministri, scrutati dalle telecamere, e schermati dalle guardie del corpo non hanno rilasciato dichiarazioni ai giornalisti che li attendevano in strada. Puntuali sono invece arrivate le contestazioni di alcuni passanti: «Cialtroni, andate a casa», si è sentito urlare da un'auto in corsa.
La giornata non era cominciata meglio: il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, eletto in una lista civica del Pdl, piazza di fronte alle finestre dei padani uno striscione che chiede «Lasciateci scegliere», per chiedere il ritorno del voto di preferenza. E poi c'è il presidente della Federalberghi bellunese, Gildo Trevisan, che domanda «Non solo tagli, ma anche sviluppo». Ma il gruppo senz' altro più numeroso è quello organizzato dall' ex presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon: un gran lenzuolo con la scritta «Bossi e Calderoli non siete i benvenuti!» e una serie di cartelli, da «lavoro cancellato» a «dignità cancellata». A loro si uniscono gli «autonomisti», che vogliono una nuova Regione Dolomiti che fonda le Province di Trento, Bolzano e Belluno. Bossi non li riceve.
Ai ministri tocca vivere blindati
Nella notte, subito dopo la cena, il Senatùr salda il conto e lascia l'albergo con un giorno d'anticipo.
Un passettino avanti, rispetto alla prima repubblica, quando i ministri lasciavano gli alberghi senza pagare il conto, ma il tintinnare delle monetine risuona ancora nell'aria...
La contestazione popolare arriva all'apice durante la cena di compleanno del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, alla presenza anche del ministro della semplificazione, il dentista Roberto Calderoli.
I ministri, scrutati dalle telecamere, e schermati dalle guardie del corpo non hanno rilasciato dichiarazioni ai giornalisti che li attendevano in strada. Puntuali sono invece arrivate le contestazioni di alcuni passanti: «Cialtroni, andate a casa», si è sentito urlare da un'auto in corsa.
La giornata non era cominciata meglio: il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, eletto in una lista civica del Pdl, piazza di fronte alle finestre dei padani uno striscione che chiede «Lasciateci scegliere», per chiedere il ritorno del voto di preferenza. E poi c'è il presidente della Federalberghi bellunese, Gildo Trevisan, che domanda «Non solo tagli, ma anche sviluppo». Ma il gruppo senz' altro più numeroso è quello organizzato dall' ex presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon: un gran lenzuolo con la scritta «Bossi e Calderoli non siete i benvenuti!» e una serie di cartelli, da «lavoro cancellato» a «dignità cancellata». A loro si uniscono gli «autonomisti», che vogliono una nuova Regione Dolomiti che fonda le Province di Trento, Bolzano e Belluno. Bossi non li riceve.
Ai ministri tocca vivere blindati
Nella notte, subito dopo la cena, il Senatùr salda il conto e lascia l'albergo con un giorno d'anticipo.
Un passettino avanti, rispetto alla prima repubblica, quando i ministri lasciavano gli alberghi senza pagare il conto, ma il tintinnare delle monetine risuona ancora nell'aria...
giovedì 18 agosto 2011
Delle mie tasse non un soldo al papa
Nella cattolicissima Spagna le polemiche montano relativamente alle Giornate Mondiali della Gioventù e alla visita di Benedetto XVI a Madrid. Cento associazioni manifestano per l'alto costo della manifestazione e le posizioni della Chiesa su temi sociali.
A scendere in piazza sono circa centoquaranta fra associazioni laiche e atee, liberi pensatori, sindacati e partiti di sinistra, collettivi omosessuali.
5.000 persone, coalizzate in un moto di protesta per i motivi più disparati: si va dalle critiche contro l'atteggiamento della chiesa nei confronti del mondo omosessuale, a quelli che chiedono una netta separazione tra Stato e Chiesa. Tutti, nessuno escluso, hanno da ridire sui costi di una manifestazione: "Delle mie tasse non un soldo al papa" è il motto degli "Indignados" spagnoli. Le Giornate della Gioventù, infatti, costeranno oltre 50 milioni di euro, escluse le spese riguardanti polizia e sicurezza, in un momento di gravissima crisi dell'economia mondiale.
Una goccia nel mare rispetto agli 8 miliardi che lo stato Vaticano "vampirizza" annualmente ai contribuenti italiani.
Ma nella cattolicissima Italia nessuno s'indigna, Gesù infatti disse: "Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio." (Luca 6,20)
mercoledì 17 agosto 2011
Pasquale
Ricordate quella gag fenomenale in cui Totò veniva preso a gli schiaffi da un tizio che a ogni colpo gli diceva: "Pasquale si’ nu puorco!" A ciascuno schiaffo Totò rideva, rideva… alla fine un amico gli si avvicinava e gli chiedeva: "Ma come, quello ti prende a schiaffi e tu ridi?" Risposta: "Certo che rido, e che so’ Pasquale, io?"
La manovra economica correttiva da 45,5 miliardi approvata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri che approderà in Commissione Bilancio di palazzo Madama è stata decisa nell'aula di palazzo Madama, in una seduta lampo durata sei minuti e con soli 11 senatori presenti.
martedì 16 agosto 2011
Moto-nuke
La situazione in merito all'impianto nucleare di Fukushima, distrutto dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo scorso, è ben lungi dall'essere risolta.
Fukushima però, si è volatilizzata, dai media giapponesi e mondiali, come se non esistesse più.
Nonostante Internet, per certi argomenti, come quello del disastro nucleare giapponese, l'atmosfera censoria sembra peggiore di quella sovietica dopo il disastro di Chernobyl.
Nessuno sa la verità su ciò che sta accadendo ai reattori a Fukushima e su quale sia la reale contaminazione del territorio giapponese.
Il messaggio che deve prevalere nel mondo è chiaramente "tutto bene, tutto ok" con i Giapponesi che stanno rischiando di "mangiarsi" la radioattività dei loro reattori distrutti non solo con i bovini al cesio radioattivo, ma anche con la imminente raccolta del riso, come scriveva nel suo blog da Kyoto Naoko Okada. Evidentemente per la globalizzazione comprare "necesse est", vivere "non necesse". Ovvio che però il "sistema" grippa quando i media sono "costretti" a puntare nuovamente i riflettori sull'argomento.
Il riflettore, in questo caso, è stato puntato da Valentino Rossi, pilota della Ducati MotoGP, che sembra non avere nessuna intenzione di correre a Motegi a soli 70 Km dal disastro nucleare.
Anche le altre star del motociclismo, da Jorge Lorenzo a Casey Stoner pare non vogliano correre sul circuito nipponico.
"A me non interessa sapere che ho una assicurazione che mi curerà se starò male" ha detto il centauro di Tavullia "Non ho parlato fino ad ora perchè credevo che il buonsenso prevalesse e invece ci dicono che tutto va bene". "Io ho paura di andare in un posto dove c'è una centrale nucleare fuori controllo e dove si succedono con costanza terremoti."
[continua...]
Ferragosto italiano
Gli appassionati della politica "ruspante" sanno che, nel mese d'agosto da Ponte di Legno, il Senatur offre uno specchio di "italianità" irrinunciabile analogo forse, solo al miglior Alberto Sordi.
E' così che ieri, tra un "Padania Padania" e l'annuncio di una "grande sorpresa, cioè il TFR in busta paga", ecco Bossi, piegare come è riuscito "a salvare le pensioni".
Pensando "di non farcela", s'è rivolto al collega Renato Brunetta, che pare avesse appena ricevuto una telefonata da Bankitalia durante il Consiglio dei Ministri, dicendogli: "Nano di Venezia, non rompere i coglioni!".
Tuttavia l'Umberto spiega anche che "bisognava fare un po' di tagli altrimenti l'Europa stavolta ci uccideva", ma questa crisi "è stato un segnale inequivocabile che è arrivata la fine dell'Italia, questa è la verità".
Umberto Bossi ammette che anche tra i leghisti c'è chi "ragiona come i terroni", pensando "che lo Stato debba dare qualcosa".
Chissà, forse, sviati da quella leggenda che vorrebbe servizi in cambio di tasse, ma Bossi ha un'altra idea, spiegando: "Lo Stato non ci deve dare niente, è sufficiente che ci dia la libertà e poi ce la facciamo con le nostre capacità".
La Padania è pronta "ad arrivare", anche se "il Paese sta cambiando".
L'Italia avrebbe sbagliato ad adottare l'euro, perché con una "moneta forte penso che forse la Padania ce la può fare ma non il Sud. La Padania sarebbe la soluzione migliore, se ci fosse non ci sarebbe il problema".
"Pronto, pronto in chi parla?"
"Pronto, Mario Pio?"
"Sì, Mario Pio. Pronto in chi parla? Con chi parlo io?"
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