mercoledì 7 dicembre 2011

Menenio Agrippa

I segni di discontinuità del nuovo supergoverno non sembrano un granchè.
L'impressione che la Merkel provava solo due settimane fa ora cominciamo a provarla pure noi.
SuperMario, ieri sera ospite dell'immracescibile Bruno Vespa, ricordava troppo da vicino il suo predecessore mentre propova un nuovo patto con gli italiani.
Un patto lacrime e sangue. 
Le lacrime erano quelle del ministro Fornero, il sangue, manco a dirlo, il nostro.
Supermario afferma di essere stato frainteso, i giornali avevano scritto "rigore ed equità" ma lui aveva detto "rigore ed Equitalia".
Menenio Napolitano Agrippa dichiara che, per evitare la catasfrofe ognuno deve fare la propria parte, e, come l'antico romano paragona l'ordinamento sociale al corpo umano: "Se le braccia si rifiutassero di lavorare, lo stomaco non riceverebbe cibo. Se lo stomaco non ricevesse cibo, non lavorerebbe e non lavorando tutto il corpo, braccia comprese, deperirebbe per mancanza di nutrimento".
Paragone impeccabile, peccato che l'antico console e il vecchio presidente dimentichino che, nel corpo umano, il culo ha un ruolo determinante, ma non per questo meno doloroso.

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