Angiola Armellini, figlia dell'immobiliarista Renato, uno dei sette re romani del mattone, è stata denunciata alla procura, insieme ad altre 11 persone, tra i quali alcuni consulenti, italiani e stranieri, incaricati della gestione contabile e fiscale del suo patrimonio immobiliare.
Da quanto emerso dalle indagini, l’imprenditrice, è risultata proprietaria di 1243 immobili, prevalentemente nella Capitale e non avrebbe pagato nemmeno un euro di tasse, nascondendo al Fisco oltre due miliardi di euro.
L'imprenditrice, nota anche per il suo passato legame con l’esponente Pd Bruno Tabacci, risiede in un lussuoso appartamento (attico e superattico) in centro a Roma, neanche a dirlo, non classificato come abitazione e ha utilizzato diversi luoghi per nascondersi al fisco: principato di Monaco, Lussemburgo, Svizzera, Jersey, Bahamas e Nuova Zelanda.
In tutto 190 milioni di tasse non pagate.
All Blacks, esattamente come la squadra di rugby neozelandese.
lunedì 20 gennaio 2014
martedì 14 gennaio 2014
Roberto Vacca – Tagliati investimenti pubblici migliori ...e si parla d’altro
Il Governo italiano riduce ancora gli investimenti in ricerca. Tende ad allinearsi con il privato - gli industriali che investono in ricerca e sviluppo poco più di metà di quanto fanno in media i paesi europei, mentre finora il pubblico stava al 70% della media europea.
Dal 2000 al 2005 lo Stato investiva 130 milioni di euro all’anno nel programma nazionale di investimenti in ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università e da enti pubblici di ricerca. I fondi per questo Programma di Ricerche di Interesse Nazionale (PRIN) scendevano a 106 milioni nel 2009, 85 nel 2011 e 38 nel 2012. Ora pare stiano per essere annullati e conglobati in quelli (minimi) per finanziare i ricercatori precari.
Di questa situazione “bestiale e indiscreta” (per usare le parole di un agiografo spagnolo medioevale) non parlano i giornali, né i politici. Menzionano più spesso i 14 milioni e mezzo che il Ministero per i Beni Artistici e Culturali ha trovato per comprare e iniziare a riparare la disastrata Reggia borbonica di Carditello. Questa iniziativa è certo meritoria, ma molto meno urgente di quelle per la ricerca. Sembra che sia considerato virtuoso l’ignorare che l’economia prospera e la disoccupazione cala nei paesi che investono in ricerca e sviluppo quattro o cinque volte più di noi.
Come dico sopra nel primo capoverso, l’inadeguatezza degli imprenditori privati è ben maggiore di quella dei poteri pubblici. Anche di questo parlamentari e funzionari dei partiti non si rendono conto.
Nei loro dibattiti e nelle loro consultazioni discutono di: unioni civili e matrimoni fra omosessuali; tasse sui giochi d’azzardo (giusta); restituzione agli insegnanti di scatti d’anzianità che hanno ricevuto per (deplorevole) errore; data di esazione della mini IMU; desiderabile salvataggio dei due fucilieri di marina indebitamente detenuti in India.
Sono tutte questioni rilevanti – e alcune di esse sono state messe sul tappeto molto recentemente. È più vitale e urgente eliminare la vergogna nazionale, che dura da molti decenni, delle scarse risorse dedicate da istituzioni e imprenditori a università, scienza, ricerca e sviluppo.
Sono temi importanti e seri. Sentiamo parlare, invece, di astrattezze e di battibecchi con discorsi, tweet e blog pieni di tropi volgari. Fra questi: “marchette”, “mal di pancia”, “battute”, “assalti alla diligenza” – e non ne cito altri scatologici e penosi.
È triste e tragico che sia negletta la cultura tecnico-scientifica. Però è urgente che anche la cultura letteraria e l’uso corretto della lingua siano coltivati. Parlare e scrivere chiaro aiuterebbe a pensare chiaro.
Dal 2000 al 2005 lo Stato investiva 130 milioni di euro all’anno nel programma nazionale di investimenti in ricerche liberamente proposte in tutte le discipline da università e da enti pubblici di ricerca. I fondi per questo Programma di Ricerche di Interesse Nazionale (PRIN) scendevano a 106 milioni nel 2009, 85 nel 2011 e 38 nel 2012. Ora pare stiano per essere annullati e conglobati in quelli (minimi) per finanziare i ricercatori precari.
Di questa situazione “bestiale e indiscreta” (per usare le parole di un agiografo spagnolo medioevale) non parlano i giornali, né i politici. Menzionano più spesso i 14 milioni e mezzo che il Ministero per i Beni Artistici e Culturali ha trovato per comprare e iniziare a riparare la disastrata Reggia borbonica di Carditello. Questa iniziativa è certo meritoria, ma molto meno urgente di quelle per la ricerca. Sembra che sia considerato virtuoso l’ignorare che l’economia prospera e la disoccupazione cala nei paesi che investono in ricerca e sviluppo quattro o cinque volte più di noi.
Come dico sopra nel primo capoverso, l’inadeguatezza degli imprenditori privati è ben maggiore di quella dei poteri pubblici. Anche di questo parlamentari e funzionari dei partiti non si rendono conto.
Nei loro dibattiti e nelle loro consultazioni discutono di: unioni civili e matrimoni fra omosessuali; tasse sui giochi d’azzardo (giusta); restituzione agli insegnanti di scatti d’anzianità che hanno ricevuto per (deplorevole) errore; data di esazione della mini IMU; desiderabile salvataggio dei due fucilieri di marina indebitamente detenuti in India.
Sono tutte questioni rilevanti – e alcune di esse sono state messe sul tappeto molto recentemente. È più vitale e urgente eliminare la vergogna nazionale, che dura da molti decenni, delle scarse risorse dedicate da istituzioni e imprenditori a università, scienza, ricerca e sviluppo.
Sono temi importanti e seri. Sentiamo parlare, invece, di astrattezze e di battibecchi con discorsi, tweet e blog pieni di tropi volgari. Fra questi: “marchette”, “mal di pancia”, “battute”, “assalti alla diligenza” – e non ne cito altri scatologici e penosi.
È triste e tragico che sia negletta la cultura tecnico-scientifica. Però è urgente che anche la cultura letteraria e l’uso corretto della lingua siano coltivati. Parlare e scrivere chiaro aiuterebbe a pensare chiaro.
lunedì 13 gennaio 2014
Il Tar annulla il voto in Piemonte
Come sempre più spesso accade, dove la politica non riesce a risolvere i problemi, ci mette una pezza la magistratura.
E' della scorsa settimana la sentenza del TAR del Piemonte che, a quasi 4 anni di distanza, annulla le elezioni regionali che hanno eletto Roberto Cota a presidente.
In questo periodo: ricorsi, udienze, una condanna – arrivata fino al terzo grado di giudizio – per falsificazione delle firme sul fronte del Centrodestra e un patteggiamento per lo stesso reato sul versante opposto.
Accolto dunque il ricorso dell'ex governatore Mercedes Bresso, si apre la via al voto anticipato per la Regione Piemonte con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza.
La vittoria di Pirro.
Roberto Cota, dal canto suo , ha spiegato che intende presentare immediato ricorso al Consiglio di Stato e ottenere una sospensiva della sentenza del TAR in attesa del pronunciamento del più alto grado di giudizio amministrativo.
In questo letamaio spunta anche la voce del neo segretario della Lega Nord, Matto Salvini.
Sabato sera a margine della manifestazione leghista a sostegno della Giunta Regionale guidata da Cota (40 persone secondo la Questura, più credibilmente trecento), Salvini ha chiuso il comizio con queste parole: "La prossima volta che toccheranno un leghista, mille, 2mila, 10mila persone si mobiliteranno, pacifiche ma non tanto. Qualcuno dovrà avere paura ma la paura fa bene".
Uno degli aspetti più significativi della vicenda è che dal maggio del 2010 la Regione Piemonte ha speso circa 100 mila euro in spese legali per difendersi dai ricorsi dell’ex presidente, dei Verdi, dei radicali e dell’Udc.
Insomma loro litigano ma i cazzotti in faccia li prendiamo noi.
E' della scorsa settimana la sentenza del TAR del Piemonte che, a quasi 4 anni di distanza, annulla le elezioni regionali che hanno eletto Roberto Cota a presidente.
In questo periodo: ricorsi, udienze, una condanna – arrivata fino al terzo grado di giudizio – per falsificazione delle firme sul fronte del Centrodestra e un patteggiamento per lo stesso reato sul versante opposto.
Accolto dunque il ricorso dell'ex governatore Mercedes Bresso, si apre la via al voto anticipato per la Regione Piemonte con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza.
La vittoria di Pirro.
Roberto Cota, dal canto suo , ha spiegato che intende presentare immediato ricorso al Consiglio di Stato e ottenere una sospensiva della sentenza del TAR in attesa del pronunciamento del più alto grado di giudizio amministrativo.
In questo letamaio spunta anche la voce del neo segretario della Lega Nord, Matto Salvini.
Sabato sera a margine della manifestazione leghista a sostegno della Giunta Regionale guidata da Cota (40 persone secondo la Questura, più credibilmente trecento), Salvini ha chiuso il comizio con queste parole: "La prossima volta che toccheranno un leghista, mille, 2mila, 10mila persone si mobiliteranno, pacifiche ma non tanto. Qualcuno dovrà avere paura ma la paura fa bene".
Uno degli aspetti più significativi della vicenda è che dal maggio del 2010 la Regione Piemonte ha speso circa 100 mila euro in spese legali per difendersi dai ricorsi dell’ex presidente, dei Verdi, dei radicali e dell’Udc.
Insomma loro litigano ma i cazzotti in faccia li prendiamo noi.
sabato 11 gennaio 2014
Pippo, Pippo non lo sa...
Ieri sera alla Colonia Fluviale San Benedetto a Trezzo sull'Adda Maurizio Landini presentava il suo libro: "Forza lavoro" (Feltrinelli - 14 euro).
Alla presentazione, nella Colonia, partecipano anche Pippo Civati e Tito Boeri.
Maurizio Landini è il leader della FIOM, corrente di minoranza della CGIL, Civati è stato recentemente trombato alle primarie del PD e Tito Boeri, economista e docente alla Bocconi di montiana memoria, è fratello di Stefano, trombato alle primarie per il posto di Sindaco al Comune di Milano.
Un pugno di persone non proprio vincenti, diciamocelo, in tutta sincerità.
Il pubblico non fa differenza, troppi pensionati e troppo pochi giovani.
Landini è un trascinatore, sa toccare le corde giuste, scatena appalusi a piene mani.
Tito Boeri invece sembra un Tavor, come il suo "Magnifico Rettore Chiarissimo", parla a fiume senza mai dire nulla.
Pippo Civati ha un futuro assicurato, qualora la sua esperienza politica volgesse al termine, un vero comico, stacca una battuta dopo l'altra.
Ad un certo punto ha detto che chi afferma che destra e sinistra sono uguali, è di destra.
Con una sola battuta ha dato del fascista a Giorgio Gaber e s'è dimenticato che con il centro destra da 26 mesi ci governa il PD.
Fuori dalla sala, in disparte, intravedo un ilare Fabio Pizzul, quello che ancora definisce gli inceneritori: termovalorizzatori.
Come nei migliori gialli, l'assassino che torna sempre sul luogo del delitto.
Alla presentazione, nella Colonia, partecipano anche Pippo Civati e Tito Boeri.
Maurizio Landini è il leader della FIOM, corrente di minoranza della CGIL, Civati è stato recentemente trombato alle primarie del PD e Tito Boeri, economista e docente alla Bocconi di montiana memoria, è fratello di Stefano, trombato alle primarie per il posto di Sindaco al Comune di Milano.
Un pugno di persone non proprio vincenti, diciamocelo, in tutta sincerità.
Il pubblico non fa differenza, troppi pensionati e troppo pochi giovani.
Landini è un trascinatore, sa toccare le corde giuste, scatena appalusi a piene mani.
Tito Boeri invece sembra un Tavor, come il suo "Magnifico Rettore Chiarissimo", parla a fiume senza mai dire nulla.
Pippo Civati ha un futuro assicurato, qualora la sua esperienza politica volgesse al termine, un vero comico, stacca una battuta dopo l'altra.
Ad un certo punto ha detto che chi afferma che destra e sinistra sono uguali, è di destra.
Con una sola battuta ha dato del fascista a Giorgio Gaber e s'è dimenticato che con il centro destra da 26 mesi ci governa il PD.
Fuori dalla sala, in disparte, intravedo un ilare Fabio Pizzul, quello che ancora definisce gli inceneritori: termovalorizzatori.
Come nei migliori gialli, l'assassino che torna sempre sul luogo del delitto.
mercoledì 8 gennaio 2014
Sex & Drugs & Rock & Roll
La Lega Nord, relegata all'opposizione, cerca nuovi consensi.
Gianni Fava, assessore lombardo all'Agricoltura, forse anche alla luce delle recenti liberalizzazioni in alcuni stati americani, apre uno spiraglio alla marjiuana: «Il proibizionismo» sulla cannabis «ha fallito» cinguetta, il giorno dell'epifania, su twitter.
L’idea è immediatamente bocciata dai vertici del Carroccio: il capogruppo della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo la bolla come una «posizione personale».
Per Matteo Salvini, neo segretario della Lega Nord, i vizi non sono tutti uguali, piuttosto: «Tassiamo la prostituzione!».
Se non dimentichiamo che Bobo Maroni, Presidente di Regione Lombardia, è un grande appassionato di musica, che con il suo gruppo, Distretto 51, si esibisce appena gli impegni istituzionali lo consentono, il cerchio si chiude.
«Sex & Drugs & Rock & Roll è tutto quello di cui la mia testa e il mio corpo hanno bisogno», cantava Ian Dury nel 1977.
La Lega Nord, proibizionismo a parte, avrebbe bisogno anche di un paio di votarelli in più.
Gianni Fava, assessore lombardo all'Agricoltura, forse anche alla luce delle recenti liberalizzazioni in alcuni stati americani, apre uno spiraglio alla marjiuana: «Il proibizionismo» sulla cannabis «ha fallito» cinguetta, il giorno dell'epifania, su twitter.
L’idea è immediatamente bocciata dai vertici del Carroccio: il capogruppo della Lega in Lombardia, Massimiliano Romeo la bolla come una «posizione personale».
Per Matteo Salvini, neo segretario della Lega Nord, i vizi non sono tutti uguali, piuttosto: «Tassiamo la prostituzione!».
Se non dimentichiamo che Bobo Maroni, Presidente di Regione Lombardia, è un grande appassionato di musica, che con il suo gruppo, Distretto 51, si esibisce appena gli impegni istituzionali lo consentono, il cerchio si chiude.
«Sex & Drugs & Rock & Roll è tutto quello di cui la mia testa e il mio corpo hanno bisogno», cantava Ian Dury nel 1977.
La Lega Nord, proibizionismo a parte, avrebbe bisogno anche di un paio di votarelli in più.
lunedì 6 gennaio 2014
La malattia dei comunisti
Nell'aprile del 1920 Lenin scriveva il saggio: "L’estremismo, malattia infantile del comunismo".
In realtà la malattia del comunismo è l'emorragia cerebrale.
Lenin lo scoprirà qualche anno dopo, vittima di una serie di ischemie che lo porteranno alla morte.
Di emorragia cerebrale moriranno anche i due più importanti segretari del Partito Comunista Italiano: Togliatti e Berlinguer.
Ieri a cadere vittima dell'emorragia cerebrale è stato Pierluigi Bersani ex segretario di quel PD che del PCI dovrebbe esserne in parte l'erede.
Bersani, per sua fortuna, non è morto.
Da capire se la responsabilità e del progresso della scienza medica oppure della mancanza di ideale.
In realtà la malattia del comunismo è l'emorragia cerebrale.
Lenin lo scoprirà qualche anno dopo, vittima di una serie di ischemie che lo porteranno alla morte.
Di emorragia cerebrale moriranno anche i due più importanti segretari del Partito Comunista Italiano: Togliatti e Berlinguer.
Ieri a cadere vittima dell'emorragia cerebrale è stato Pierluigi Bersani ex segretario di quel PD che del PCI dovrebbe esserne in parte l'erede.
Bersani, per sua fortuna, non è morto.
Da capire se la responsabilità e del progresso della scienza medica oppure della mancanza di ideale.
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