sabato 15 giugno 2013

Mani in pasta

I politici davvero non ce la fanno: la gaffe è nel loro DNA. 
L'ultima, solo in ordine di tempo, è quella del "giovin" primo ministro.
Chiudendo il suo discorso di saluto al XVII congresso della Cisl, Letta ha ricordato le parole del suo parroco: "A noi che siamo cresciuti in parrocchia - ha raccontato - ci accomuna quella frase che usava sempre il mio prete quando mi volevo scansare dalle responsabilità perché era faticoso e ritenevo che era meglio fare un passo indietro e rimanere puliti. Mi ripeteva sempre: ricordati che quando andrai di là, la prima cosa che ti diranno è fammi vedere le mani. E se saranno pulite e linde ti diranno: sono così perché le hai tenute in tasca e non va bene. Le mani servono per impastare e per far sì che il mondo sia migliore".
In quest'ottica appare, finalmente, più chiara sia la sudditanza religiosa della nostra classe politica alla nomenclatura catto-talebana, che il continuo motivo delle loro mani in pasta.
Nell'aldiquà, come nell'aldilà, le mani devono essere untuosamente sporche.
Meglio se del sudore dei cittadini e dei soldi della cosa pubblica.

venerdì 14 giugno 2013

Vacche magre

Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, ieri affermava "Serviranno 23 anni al potere di spesa delle famiglie italiane per ritornare ai livelli pre-crisi".
Se aggiungiamo i 18 mesi del governo Letta, mese più, mese meno dovremo aspettare un quarto di secolo per tornare a prenderci un caffè al bar.
Ottime notizie per i credenti: il famoso periodo delle vacche grasse e delle vacche magre, di biblica memoria, di fatto è triplicato.
Buone notizie anche per la trasmissione che vede due decenni abbondanti di piagnistei e lavoro intenso.
Un paio di giorni fa, un Dirigente scolastico di una scuola della provincia di Monza, mi segnalava che i bambini extracomunitari iscritti il prossimo anno nella sua scuola sono calati del 25%: "Questione di mentalità - mi diceva - Gli stranieri sono abituati a viaggiare. Inutile scappare dalla fame in un paese per andare a farla in un altro".
Nonostante le cupe previsioni dei leghisti, i topi cominciano ad abbandonare la nave.
Se anche gli extracomunitari comincia a schifarci, abbiamo toccato il fondo.
A ben guardare, a mio avviso, all'osso c'è attaccato ancora qualche cartilagine e i nostri politici lo sanno perfettamente.

lunedì 10 giugno 2013

Sorbetti bollenti...

Il governicchio "melina" stancamente a centro campo e, non sapendo bene cosa fare, si affida ai saggi.
La nebbia comincia a diradarsi e il cittadino intravede sempre più chiaramente la verità: gli schieramenti, sono diventati lo schieramento.
Le contrapposizioni politiche si sono omogeneizzate al centro e la vera contrapposizione è tra la casta e i cittadini.
Qualcuno continua a far finta di stupirsi della caduta libera degli elettori alle amministrative, altri, di maggiore livello e con più senso delle istituzioni, impiegano il proprio tempo a cianciare sull'opportunità di vendere il gelato a Milano dopo la mezzanotte.
Stipendi alla politica, rimborsi elettorali, immigrazione clandestina e le intemperanze verbali di Beppe Grillo, sono il problema.
La mancanza di lavoro e di opportunità per i nostri figli, restano dettagli minori.
Ragazzi, a me il gelato piace menta e cioccolato...
Cono e due pallette... Grazie!

martedì 4 giugno 2013

Il macellaio

Andrea Mascaretti, Consigliere Comunale a Milano, riprende una mia vecchia idea: i politici dovrebbero presentarsi, in video, con un cartellino indicante il peso e quanto guadagnano annualmente.
Un prezzo al chilo, come in macelleria.
Purtroppo, il dato indicato sarebbe solo il netto.
Solo i più sprovveduti, infatti, non percepiscono che il vero guadagno dei politici non è lo "stipendio" erogato coi contributi dei cittadini, ma il giro d'affari personali che la loro posizione genera.
Mentre noi ci balocchiamo in queste facezie, ieri a Torino, sentenza di secondo grado al processo Eternit.
Pietro Condello, 67 anni, un operaio che ha lavorato all'Eternit di Casale Monferrato per più di dieci anni, ha donato la propria tuta al procuratore Raffaele Guariniello: "Da quattro anni metto questa tuta – ha spiegato commosso – tanti sono morti e toccherà anche a me".
Il costi aumentano in modo vertiginoso, quello del lavoro vale addirittura la vita.

lunedì 3 giugno 2013

La festa alla Repubblica

Quando qualche giorno fa il governo Letta (nipote) parlava di 18 mesi per le riforme, tutti noi pensavamo a come far ripartire l'economia e il lavoro.
Per il governo invece le priorità sono altre: abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ma solo dal 2017 e Repubblica Presidenziale.
Il 2 giugno, più che la festa della Repubblica, alla Repubblica stanno facendo la "festa". 

domenica 2 giugno 2013

Roberto Vacca - Riforma vitale ignorata e risparmi di centesimi!

L’Italia diventa povera perché non fa abbastanza ricerca. Si piange sulla disoccupazione che sale tragicamente, ma non si dice che l’occupazione è più alta ove i livelli di innovazione sono più elevati. La Commissione Europea pubblica i dati 2012 la classifica al 2012 dei 27 paesi dell’Unione in base al livello di innovazione raggiunto, espresso da un indice (compreso fra 0 e 1) funzione di 25 indicatori (lauree, ricerca scientifica, investimenti pubblici e privati in R&D, brevetti, etc.)
L’istogramma è molto simile a quello del 2012.
In verde: 4 leader (Svezia, Germania, Danimarca, Finlandia) - in celeste,: 10 innovatori di seconda classe, in giallo 9 innovatori moderati e in arancione; 4 innovatori modesti. La Svezia sta a 0,75. La media dei 27 Paesi sta a 0,53. L'Italia sta fra gli innovatori moderati a 0,42 – come l’anno scorso al 15°  posto su 27  - dopo Estonia, Slovenia, Cipro – tutti sotto la media.
In Italia gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo sono lo 0,53 (nel 2011 erano 0,54) del PIL (0,71 della media europea) e quelli privati sono lo 0,68 (nel 2011 erano 0,71 %) del PIL (0,54 della media europea). Questo divario dura da 30 anni. Non è solo questione di investimenti, ma di cultura media. La percentuale della popolazione che ha completato l’educazione terziaria è in Italia il 20,3%. La media europea è 34,6 %, Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia 47%, Francia 43,4%, UK 45,8 %, Irlanda 49,4 %. A livello più basso dell’Italia c’è solo la Turchia.
L’Italia è, dunque, carente nei livelli di istruzione e negli investimenti in R&D particolarmente nel settore privato.
Diminuire gli investimenti e le spese (che creano lavoro), aumentare le imposte e i tassi di interesse – sono politiche di austerità inopportune: non favoriscono la ripresa e aggravano la depressione.

La tavola seguente mostra, insieme al livello di innovazione, il tasso di crescita relativo. Per l’Italia è poco meno del 3% - più basso di quello di Slovacchia, Malta e delle Repubbliche Baltiche.La tavola seguente mostra, insieme al livello di innovazione, il tasso di crescita relativo. Per l’Italia è poco meno del 3% - più basso di quello di Slovacchia, Malta e delle Repubbliche Baltiche.


In Italia mass media e dibattiti politici non menzionano questi dati. Sarebbe urgente la riforma vitale che portasse l’industria a triplicare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo spinta a farlo dal Governo. Invece non se ne parla nemmeno. Si discute di riforme formali, come l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Si commentano con favore piccoli risparmi: un milione per aver reso sobria la parata del 2 Giugno e 500 milioni di finanziamenti pubblici ai partiti – da ridurre gradualmente [ma già il referendum del 1993 li aveva aboliti, per vederli tornare un anno dopo]. 
I 4 Paesi europei più innovatori (Svezia, Germania, Finlandia, Danimarca) hanno un PIL pro capite del 25% più alto del nostro e il loro PIL cresce ogni anno di 4 punti percentuali più del nostro. Se innovassimo come loro ogni anno il PIL crescerebbe di 60 miliardi di Euro, rispetto ai quali i risparmi citati – pure opportuni – appaiono trascurabili. Il baratro di cui parlava il Presidente della Confindustria, dipende non solo da imposte alte e da ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, ma anche dalla critica e triste situazione che ho descritto. Smettiamo di scavare baratri.