I dirigenti leghisti, in linea con l'età media del
proprio elettorato, denunciano problemi di
alzheimer.
Davide Boni, questa mattina si straccia le vesti di
fronte alle parole "golpe" e "marcia su Roma" espresse nei giorni scorsi dal
Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Mi sembra corretto, domani è il 25
aprile.
Peccato che solo nello scorso mese di ottobre le stesse
parole furono usate da Roberto porcellum Calderoli quando Monti
progettava di togliere poteri alle Regioni, cambiando il Titolo V della
Costituzione.
L’ex ministro leghista minacciava: «Saremo costretti a scendere a Roma, e non con buone intenzioni, perché è un colpo di Stato…»
Oltre alla dignità, a questa gente qui, manca anche la
memoria.
Caro Davide Boni,
RispondiEliminati ringrazio di aver risposto in diretta ad Aria Pulita su 7 Gold alla mia mail di questa mattina.
Finalmente ho capito che, quando si parla di marciare su Roma, esiste una differenza tra quanto afferma Calderoli e quanto afferma Grillo.
Nel primo caso è politica, nel secondo è sedizione. Nel primo caso si riempiono le bocche, nel secondo le piazze.
Vorrei tranquillizzarti: non è mia intenzione impegnarmi in modo diretto in politica.
Visto la gente che gira nei Palazzi, probabilmente ne avrei anche i requisiti necessari, quel che mi manca è lo stomaco.
Fare di tutt'un erba un fascio, come m'insegni, è un errore. Sarà per questo motivo, probabilmente, che ci sono politici (pochi) che possono circolare liberamente per strada, mentre altri (molti) anche per andare a fare acquisti all'IKEA hanno bisogno della scorta.
Capisco che la tua formazione scolastica, troppo tecnica, non ti ha permesso di approfondire la mitologia classica.
Per tua mera informazione ti ricordo che Giano “bifronte” è una delle divinità più importanti della religione romana arcaica.
In suo onore si deve l'appellativo di uno dei sette colli di Roma: il Gianicolo.
Senza corna, è raffigurato con due volti contrapposti perché può guardare il futuro e il passato.
L'ho scelto come acronimo perché, oltre ad essere la crasi del mio nome, rispecchia il mio modo disincantato di guardare sia a destra che a sinistra con la stessa sufficiente sopportazione.
Visto che me lo chiedi ti farò avere volentieri una bottiglia di vino per il prossimo Natale.
Siccome però Natale è una scambio di doni, gradirei che tu mi facessi dono di una delle 75 cravatte in seta comprate a Napoli, qualificate come "materiale di rappresentanza", per cui sembra tu sia stato indagato per peculato dalla magistratura milanese.
Se così fosse, non importa se vino e cravatta le ho pagate io, come si dice: è il gesto quel che conta...