Il mondo non è più quello di un tempo, perché la scuola dovrebbe fare eccezione?
E' solo di ieri la notizia di quanto accaduto, un sabato nello scorso ottobre, al Liceo Caravillani di Roma.
Una docente di matematica riprende Yael, un'alunna di origine ebraica un po' distratta: "...ad Auschwitz saresti stata attenta!"
Qualche ragazzo, s'indigna, la famiglia, trascorso il week end, protesta con la Preside che apre un'inchiesta interna.
La docente cerca di spiegarsi: "Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato. Non sono antisemita, ma nella scuola italiana non c'è più la disciplina di una volta".
Rischia 15 giorni di sospensione, ma, "potere dello stipendio", si mette in malattia per un mese, in attesa di andare in pensione a settembre per raggiunti limiti d'età.
La famiglia della giovane intanto si rivolge alla Comunità ebraica romana.
A gennaio, in un incontro, Anna Maria Trapani, preside della Caravillani, conferma: "Sì, la frase c'è stata la professoressa non voleva dire quel che le è uscito fuori dalla bocca e i ragazzi hanno interpretato senza filtri. Non voleva offendere nessuno, e infatti non è stata punita".
La prof ha ragione, nella scuola italiana non c'è più la disciplina di una volta. Quando andava a scuola lei, gli ebrei, a scuola non potevano neanche andarci!
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