Beppe Grillo ha delle doti innate di
preveggenza.
Come nella migliore tradizione classica, da Cassandra in
avanti, chiunque sia dotato dagli dei di questo talento, ottiene come
contropartita, anche il dono di non essere mai
creduto.
Nel 2002 cominciò a parlare del dissesto finanziario di
Parmalat tra l'ilarità generale.
E' normale che un comico faccia ridere ma due anni dopo
i piccoli azionisti dell'azienda cominciarono a piangere a fronte
dell'azzeramento del loro patrimonio dopo la scoperta di un buco di 14
miliardi.
Ero in P.zza Duomo, a Milano, 3 mesi fa quando, Grillo
affermava che il Movimento 5 Stelle sarebbe diventò il primo partito in Italia,
nei palazzi tutti giù tutti a ridere. A fine febbraio i politici non ridevano
più: il movimento del comico genovese risultò il partito più
votato.
Due giorni fa Grillo ha profetizzato nuovamente: a
novembre si voterà di nuovo e il PD sparirà.
Qualcuno continua a ridere, qualche d'un altro tocca
ferro. Fossi in loro comincerei a fare come Maullu: guardarmi in giro e aggiornare il "curriculum vitae".
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