Meno di un mese fa tutto l'establishment repubblicano ha festeggiato l'81° anniversario della stipula dei Patti Lateranensi.
Solo due giorni prima Benedetto XVI° era costretto ad ammettere: "il fallimento della Chiesa nel rispondere efficacemente, per anni, ai casi che riguardavano gli abusi sessuali di giovani da parte di alcuni preti e religiosi irlandesi". Neanche il tempo di sopire il clamore delle dichiarazioni che una serie di tegole sono cadute nuovamente sul Sacro soglio Vaticano.
Il 4 marzo, il giorno dopo la pubblicazione delle intercettazioni sull’inchiesta dei grandi appalti, il cardinale Comastri, Arciprete della basilica vaticana, non esita ad allontanare immediatamente Chinedu Thomas Ehier, il corista palestrato di colore, indicato come il procacciatore di incontri omosessuali per Angelo Balducci, ex numero uno del Consiglio dei Lavori Pubblici con seminaristi dediti alla prostituzione maschile.
Il 5 marzo salta fuori "don Bancomat", al secolo don Evaldo Biasini, sacerdote 83enne, economo provinciale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Don Evaldo di fatto era il "custode" del tesoro di Diego Anemone. Nella cassaforte del religioso i carabinieri hanno trovato e sequestrato quasi un milione di euro tra contanti e assegni circolari. Una parte dei «fondi neri» di Anemone.
Ulteriore mazzata il 6 marzo: in una lettera pubblicata sul suo sito internet, il vescovo di Ratisbona ha ammesso che sono stati commessi abusi sessuali nell'ambiente del celebre coro di ragazzi all'epoca in cui esso era diretto da Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI.
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