Sabato scorso sono stato in Duomo a
Milano.
Erano mesi che volevo andare, a rendere omaggio alla
tomba di Carlo
Maria Martini.
El Dôm l'è semper el
Dôm, adesso con le
facciate ripulite e senza molte impalcature sembra ancora più
imponente.
Gli accessi sono presidiati dall'esercito che
controllano le borse delle anziane signore e gli zainetti dei turisti.
La sicurezza prima di tutto: è noto che pericolosissimi
talebani usano travestirsi da vecchine con borsette
esplosive!
L'interno, nella penombra, colle botteghine dei libri e
dei souvenir, ricorda il mercato del tempio di Gerusalemme. Un reincarnato Gesù
avrebbe bisogno di un caterpillar altro che di
frusta.
In una navata laterale, riposa Carlo Maria
Martini.
Alcuni fedeli mi dicono che, da quando Scola è il nuovo
arcivescovo, da sotto la lapide provengono inquietanti rumori di trivella.
Allertati i tecnici dell'ARPA hanno risposto che non è nulla di preoccupante: la
causa non sono i lavori di pulizia dei marmi fuori dalla basilica, sono i resti
di Martini che si rivoltano nella tomba!
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