19 marzo è giornata di ricorrenze.
Nel 1848 erano appena iniziate le 5 giornate di Milano.
A guardarle, oggi, con disincantato distacco, pensando a quanto pagano la benzina a Bolzano, in molti pensano che forse sarebbe stato meglio se fossimo rimasti con Radetzky.
Il 19 marzo di dieci anni fa un commando ammazzava Marco Biagi.
La cosa che davvero m'infastidisce di più di questa vicenda è che, da diec'anni, Marco Biagi è diventato un "martire" e oggi affermnare che la riforma del lavoro di Biagi è una porcata significa mettersi dalla parte dei terrosti.
Fosse ancora vivo Giorgio Gaber direbbe: "Se gli ha sparato un brigatista, diventa l'unico juslavorista!"
Ma oggi è anche San Giuseppe, la festa del papà.
Troppi papà, di un giorno di festa, ne avrebbero davvero bisogno.
Tutti quelli che il lavoro non ce l'hanno o ne hanno uno precarizzato da Biagi.
Per tutti i papà separati, che come me, i figli li sentono solo al telefono; costretti ad ogni sevizia da un Diritto di Famiglia di stampo medioevale a cominciare dal pagamento di "mantenimenti" che non si possono detrarre.
Come si dice: cornuti e mazziati.
D'altre parte con un patrono come San Giuseppe, costretto a lavorare per mantenere un figlio non suo, non potevamo aspettarci niente niente di meglio.
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