Dignità è una parola deuseta, rimanda ad un mondo antico.
Ricorda il vecchio guardaroba della nonna, l'ordine composto della biancheria al suo interno, pulita e profumata di lavanda, povera nei suoi cotoni grezzi ma orgogliosa del suo decoro.
Dignità è una parola che, se c'è mai stata, oggi è completamente estromessa dalla politica nazionale a tutti i livelli.
Mi piacerebbe se il Presidente della Repubblica, il 31 dicembre, alle 21.00, apparendo in video, con viva e vibrante soddisfazione, dicesse: : "Scusateci! La classe politica italiana, a partire da me fino all'ultimo degli consiglieri comunali è costituita da una massa di cialtroni incompetenti. Abbiamo mandato questo paese alla rovina. Abbiamo bruciato i vostri risparmi, non abbiamo saputo garantire un futuro dignitoso ai vostri figli.
Ok, alziamo il culo e ce ne torniamo a casa. Scusateci ancora, se potete... "
Credo che in fin dei conti non ci vorrebbe poi troppo tempo. Una ventina di secondi al massimo, un mimuto e mezzo con inno e sigla.
Quello che glielo impedisce davvero è la mancanza di dignità.
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