Nel libro "Cuore", Edmondo De Amicis, sabato 28 gennaio, fa raccontare dal giovane Enrico Bottini, della madre di Franti, di come lei si umiliasse davanti al Direttore della Scuola che aveva cacciato il figlio, chiedendo di riammeterlo, "Franti, tu uccidi tua madre! - tuonò il Direttore - Tutti si voltarono a guardar Franti. E quell’infame sorrise."
Il romanzo non racconta che fine fece Franti, mi piace pensare che l'infame abbia viaggiato parecchio per l'Italia, lasciandosi dietro un codazzo di figli.
Un sacco di gente sempre pronta a sghignazzare delle disgrazie altrui.
Ne sanno qualcosa i terremotati dell'Aquila.
Due figli di Franti sono sicuramente l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e il cognato Pierfrancesco Gagliardi, sodali dell'ex Presidente Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Angelo Balducci e dell'imprenditore Diego Anemone. Il 6 aprile 2009, poche ore dopo che la scossa sismica che ha ridotto l'Aquila ad un ammasso di macerie provocando 308 vittime, oltre 1500 feriti e oltre 10 miliardi di euro di danni, Piscitelli chiama Gagliardi per pianificare la ricostruzione. Gagliardi, intercettato al telefono, affermava: "...io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto".
Ieri è stato rintracciato un altro figlio di Franti, è il presidente della Regione Puglia, il "comunista" duro e puro Nichi Vendola.
La telefonata del 2010 tra il Presidente con l'orecchino e Girolamo Archinà, il pr della famiglia Riva, entrata nel filone d'inchiesta della Procura di Taranto sui veleni del siderurgico, inizia con una risata incontrollabile del presidente Nichi Vendola su un video che amici romani da cui si trovava ospite gli avrebbero mostrato, relativo ad una conferenza stampa sull'Ilva. Un cronista, Luigi Abbate di Blue Star TV, chiedeva notizie sui malati di tumore a Riva e Archinà "con un guizzo felino" gli avrebbe tolto velocemente il microfono.
Come sentenziava Antonio Delfini: "Se non ci fossero le sofferenze degli altri a farci ridere, non rideremmo mai".
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