"Meglio pornostar che maestra precaria". Ha svoltato, Michela, quarantenne trevigiana che, nome d'arte Michelle Liò, ha deciso di buttarsi sull'hard e interpretare film a luci rosse. Il motivo lo spiega lei stessa: "Ero stufa di aspettare".
Dopo una vita passata a fare la supplente in scuole pubbliche e in istituti religiosi, Michelle ha detto stop. Stop al precariato, stop a quel posto traballante di docente. S’è spogliata delle incertezze e pure della lingerie e anziché di fronte a una scolaresca s’è messa davanti a un obiettivo. Nuda.
Giovanni De Nicola, assessore PDL della Provincia di Milano, stigmatizza la degenerazione dei costumi, dimenticando che di pornografico ci sono soltanto i meccanismi accuratamente progettati per non consentire accesso ad un lavoro stabile.
Possibile che il diritto di infilarcelo nel culo sia diventato un'esclusiva solo di questa classe politica?
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