L'ex arcivescovo, gesuita è stato un
esempio di quella chiesa aperta alle innovazioni del mondo moderno che oggi
sembra definitivamente estinta.
Fu lui per primo a cominciare il
dialogo con le maggiori confessioni non cristiane e ad istituire la Cattedra dei non credenti.
Martini espresse più volte una
posizione di apertura anche verso il riconoscimento delle coppie omosessuali,
criticando la posizione ufficiale espressa dalla Chiesa in merito alle unioni
gay che le condanna in maniera categorica.
E' morto com'è vissuto: fedele fino in
fondo alle cose in cui credeva.
Era nota da tempo, la sua posizione
sull'accanimento terapeutico, ne era così convinto che questa è la strada che ha
seguito.
Niente accanimento, dunque niente
sondino, niente peg o alimentazione forzata, anche se da quindici giorni non
poteva più deglutire per l'evoluzione terminale del morbo di Parkinson.
Non è un caso che queste posizioni
abbiano incontrato le maggiori resistenze e i peggiori veleni proprio
all'interno della fazione cattolica più intransigente culminata con la lettera riservata, del marzo 2011, di don Julián Carrón, attuale Presidente della
Fraternità di Comunione e Liberazione, a mons. Giuseppe Bertello, nell’ambito
delle consultazioni della Santa Sede che proponevano Angelo Scola quale
nuovo vescovo della diocesi di Milano.
Le esequie saranno celebrate proprio da
Angelo Scola, successivamente Carlo Maria Martini, sarà tumulato in Duomo sotto
il Crocifisso di san Carlo Borromeo.
Gli ultimi scherzi beffardi del
destino.
Dopo tanti anni, passerò in Duomo uno di questi
giorni...
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