Anno | 2002 | 2004 | 2006 | 2008 | 2011 |
Indice corruzione |
5.2
|
4.8
|
4.0
|
4.8
|
3.9
|
Numero d'ordine |
31
|
42
|
45
|
55
|
61
|
sabato 28 aprile 2012
Roberto Vacca - Corruzione: misurarla ed eliminarla
Dove ti giri, trovi
corruzione, furti, concussione (perpetrata da pubblici ufficiali o da ministri),
tangenti, stipendi e pensioni pantagrueliche. È difficile sapere a quanto
ammonti questo bottino: i criminali coprono le tracce – per fortuna non sempre. Secondo
Gherardo Colombo l’ammontare annuo nel 2011 è stato di 60 miliardi di euro (60
G€). Adottiamo la sua stima: è un esperto e ha condotto le inchieste di Mani
Pulite, Imi-Sir, Lodo Mondadori, SME. La cifra che indica è grossa: il 4% del
Prodotto Interno Lordo. Se la eliminassimo, la nostra economia crescerebbe più
di quelle dei paesi nordici.
Speriamo che le scoperte
di ruberie e appropriazioni degli ultimi mesi servano da deterrenti - ma: quale
è stata la tendenza negli ultimi anni? Ai tempi di Mani Pulite il PIL era di 1.100 miliardi (in Euro odierni
- oggi è di circa 1500). Quindi è verosimile che il bottino sottratto da
corrotti e parassiti fosse di una quarantina di miliardi. Una fonte
approssimativa, ma credibile, è Transparency International, organizzazione
indipendente non governativa fondata nel 1993 da Peter Eigen, già della Banca
Mondiale, che promuove trasparenza e responsabilità nello sviluppo
internazionale. Dal 1995 questo gruppo pubblica ogni anno tabelle dell’Indice
di Corruzione Percepito – valutato per ogni nazione (ne sono considerate 182)
mediante ricerche e interviste a esperti, magistrati, commercianti, istituzioni
pubbliche. È un indice qualitativo e approssimativo: vale 10 per un Paese ove
la corruzione sia assente e vale zero se il Paese è profondamente corrotto. Nel
2011 la Nuova Zelanda
sta al primo posto con un indice di 9,5 – all’ultimo posto Somalia e Nord Corea
con un indice di 1. La tabella seguente dà numero d’ordine e indice di
corruzione per l’Italia negli ultimi 20 anni.
La situazione è grave e
peggiora. Le leggi ci sono: mancano indagini adeguate, principi etici condivisi
ed equità. Sono ben noti casi di parlamentari incriminati e protetti da mancate
autorizzazioni a procedere delle Camere. Il Consiglio d’Europa propose nel 1999
una convenzione Internazionale contro la corruzione su proposta di 19 Paesi. La Convenzione impegna gli Stati firmatari (riuniti
nel Gruppo di Stati contro la Corruzione – GRECO con sede a Strasburgo) a
promulgare leggi adeguate che colpiscano pubblici ufficiali (nazionali o
comunitari), parlamentari, funzionari e giudici per reati di riciclaggio, falsi
contabili, corruzione passiva e attiva.
La Convenzione è stata
firmata e ratificata da 43 Paesi. È stata firmata, ma non ratificata da:
Austria, Germania, Italia, Lichtenstein, San Marino, USA, Messico. Non è stata
nemmeno firmata da Canada, Giappone e Santa Sede.
L’11 Aprile scorso
Transparency International ha censurato l’Italia per i trasferimenti
eccessivi di fondi pubblici ai partiti politici. I nostri governi, che portano
un ritardo di molti anni nel ratificare la Convenzione, hanno atteso che la
situazione fosse svelata recentemente per reagire debolmente. I funzionari
GRECO redassero il 2/7/2009 un lungo rapporto sulla corruzione in Italia Andrebbe pubblicizzato e discusso ampiamente.
Rileva autorevolmente fatti noti: legami fra corruzione e mafia; il governo ha
mirato a incrementare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, NON a
prevenire e colpire la corruzione; molte condanne vengono evitate per
decorrenza dei termini o per abuso dell’immunità. Il numero di condanne per
corruzione pubblica, furto alla Pubblica Amministrazione, abuso d’ufficio e
concussione è diminuito gradualmente da 3.627 nel 1996 a 494 nel 2006. Non era
il numero dei reati a decrescere – dell’86,4 % in 10 anni! - diminuivano
l’energia e la tempestività nel perseguirli. Il rapporto suggerisce nuove
leggi, procedure e snellimenti, che dovremmo discutere ampiamente e
apertamente. Non lo hanno fatto i nostri politologi.
Lassismo e apatia sono
stati anche favoriti da ingenue teorie. Secondo Robert Klitgaard (“Controlling
Corruption”, University of California
Press, 1991) e consulente di 21 governi, la corruzione si combatte con i
controlli, che costano. Più corruzione si elimina, maggiori sono i costi. Oltre
un certo limite la società spende di più
per i controlli di quanto risparmi in corruzione evitata: conviene tollerarne
piccole dosi. Sono bizantinismi, dato che le dosi sono massicce.
Oltre a leggi più
stringenti ed efficaci, ci vuole una riscossa morale. Non servono a produrla le
prediche dei guru. La può esprimere il pubblico (la società civile?). E’ già accaduto.
Mezzo secolo fa nessuno avrebbe creduto che gli italiani avrebbero smesso di
vantarsi di non pagare le tasse, di fumare al cinema, di gettare cocci dalla
finestra l’ultimo giorno dell’anno, di non superare 130 km/h in autostrada. Invece
lo hanno fatto e reagiscono ai trasgressori. I corrotti e i concussori, vanno
bloccati prima che si ritirino latitanti nelle ville comprate all’estero con il
bottino. L’Italia deve ratificare la citata convenzione del 1999 per rendere
più agevoli gli espropri di immobili e capitali in Paesi stranieri.
Servono deterrenti più
efficaci. Ad esempio, corrotti e concessori devono essere esposti alla gogna.
Non vanno legati in piazza a blocchi di legno e bersagliati con frutta marcia.
Una riforma della giustizia dovrebbe istituire fustigatori che in rete e sui
media descrivano i loro reati, l’odiosità dei danni che arrecano, la loro
infima meschinità, il penoso cattivo gusto.
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