Che i sindacati non siano più quelli di Giovanni Di Vittorio è un fatto.
La scandalosa clausola che consente la licenziabilità della lavoratrice RAI precaria in gravidanza, se non ha avuto l'asseso diretto del sindacato ha ottenuto almeno il suo colpevole silenzio.
Il sindacato in questi anni s'è piegato alla firma di contratti di lavoro che definire indegni di un paese civile è un eufemismo.
Come non bastasse i sindacati non pagano l'ICI, come le tonache Vaticane.
Nessuno conosce il patrimonio delle organizzazioni sindacali perchè, a differenza di tutti gli altri, i loro bilanci non sono soggetti al controllo della Corte dei Conti.
Insomma dopo la politica, un'altra casta.
Tuttavia che Emma Marcegaglia, attacchi il sindacato che "protegge assenteisti cronici, ladri e fannulloni" mi sembra quantomeno singolare.
Non tanto perchè non sia vero, ma perchè solo 4 anni fa la Marcegaglia Spa ha patteggiato una sanzione di 500 000 euro più 250 000 euro di confisca per una tangente di 1.158.000 euro pagata nel 2003 a Lorenzo Marzocchi di EniPower.
Come non bastasse nell’agosto 2009, Antonio Marcegaglia, fratello di Emma, in qualità di amministratore delegato della “Marcegaglia Building spa”, è stato indagato per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta.
Per non parlare quando nel luglio del 2009 la magistratura ha individuato, e congelato ben 17 conti correnti svizzeri intestati ai Marcegaglia.
Dei conti svizzeri dei Marcegaglia si occupa il pubblico ministero Antonino Condorelli della Procura di Mantova. L’ipotesi di reato è "falso in bilancio". Il classico metodo per creare contabilità occulte che, secondo fonti svizzere sarebbero sui 400 milioni di Euro!
Siamo alle solite: il bue che dà del cornuto all'asino.
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