A forza di dai e dai anche la Lega, ogni tanto riesce a tirar fuori qualcosa di accettabile o quantomeno a non fare il sempre il pesce in barile.
Il progetto di Legge per vietare burqa e niquab è cosa buona e giusta.
La storia è un po' più antica rispetto a quanto la Lega voglia fare credere.
Tutto è iniziato dopo che un sindaco comunista francese s'è rifiutato di celebrare il matrimonio civile a una donna in burqa. Al rifiuto della donna di levarsi il burqa il sindaco comunista s'è rifiutato di celebrare il matrimonio, così come un leghista qualunque.
Stupisce che la sinistra italiana a suo tempo abbiano difeso il diritto a portare velo burqa e niquab in nome del multiculturalismo, benchè vìolasse le Leggi della Repubblica.
Si ricorderanno le polemiche per le ordinanze comunali varate da amministrazioni di centro destra per vietare burqa e niquab e che le sinistre urlarono al "nazi-fascio-leghismo" mentre in Francia i comunisti a quanto pare sono i primi a rendersi conto che burqa e niquab sono lesivi dei diritti delle donne.
Come quasi ogni proposta della lega tuttavia è incompleta: la legislazione francese non solo impedisce l'uso di burqa e niquab in pubblico ma anche di qualsiasi abito o ornamento religioso nei locali della pubblica amministrazione.
La proposta della Lega, in ossequio al Vaticano-Romano non impedirà ai nostri prelatoni di scorazzare per l'italia con tonaca e camauro e alle nostre suore di indossare veli e scapolari.
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